Nuovo atto di una saga infinita. Paris Saint-Germain e Barcellona si ritrovano di fronte negli ottavi di finale di Champions League. Terzo incrocio negli ultimi quattro anni, per ora a senso unico: sono sempre stati i Blaugrana ad avere la meglio. C'è un trend da invertire, sotto la Tour Eiffel. Domani sera il teatro della scena sarà il Parc des Princes, la roccaforte della compagine guidata da Unai Emery, ancora inviolata nella massima serie Europea in stagione, ma teatro, due mesi fa, di un rocambolesco 2-2 contro il Ludogorets, costato il primo posto nel girone a vantaggio dell'Arsenal. E, di (sfortunata) conseguenza, il sorteggio contro i Catalani.
Uno dei protagonisti in campo sarà sicuramente Edinson Cavani, forse il migliore dei suoi in quest'avvio di stagione. Nella conferenza stampa della vigilia, l'uruguagio ha parlato della strada che attende il suo Psg in Europa: "Quest'anno abbiamo iniziato un nuovo percorso, abbiamo vissuto un tempo di adattamento, le cose iniziano a funzionare, lavoriamo duro per raggiungere risultati importanti. E vogliamo fare meglio delle passate edizioni". Poi aggiunge: "Abbiamo le migliori intenzioni in vista della gara col Barça".
Aspettative e voglia di vittoria, ovviamente, ma che non dipendono solo dall'ex Napoli, come lui stesso spiega: "Si vince e si perde insieme. Non mi sento la stella del Psg, ma uno dei campioni di questa squadra. E non penso di essere il salvatore del Psg. La pressione c'è, ma è su tutti. Se vinciamo, non vince solo Cavani, Verratti o Thiago Silva. Tutti lavorano per far crescere questa squadra e vincere trofei. Anche col Barça voglio vincere, oggi abbiamo l'esperienza accumulata negli ultimi tre anni".
Parole anche per il suo amico e compagno di Nazionale Luis Suarez, domani sera avversario e, soprattutto, pericolo per la difesa parigina: "Abbiamo un ottimo rapporto. Siamo due centravanti diversi: Luis è fisico e gioca tanto col corpo. Io mi muovo in maniera molto diversa".
Con Cavani c'è ovviamente anche il tecnico, Unai Emery, che ben conosce il Barcellona, avendolo affrontato per ben ventitré volte nella sua carriera, soprattutto sulle panchine di Valencia e Siviglia. "Ogni partita è una storia a parte, sia per le squadre che si ritrovano che per i singoli giocatori - ammette l'allenatore - La vittoria si ottiene grazie ai singoli e allo spirito collettivo. Sarà dura per noi, ma sarà dura anche per loro. Non ho l'impressione di giocarmi la stagione, anzi, la gara di domani sarà un'opportunità per crescere sia per me che per i miei giocatori".
Per il Psg, squadra che ancora cerca la sua reale dimensione in ambito europeo, il doppio confronto è un'occasione per conoscersi meglio, per capire a che punto è il proprio percorso di miglioramento, soprattutto dopo un inizio complicato. Le ambizioni, di certo, sono elevate: "Conosciamo il Barça, ci siamo preparati e per noi sarà l'occasione per testare la nostra forza e la mentalità. La Champions è un obiettivo chiave per questo club e dobbiamo pensare positivo. Io ed il club vogliamo arrivare al top, ma siamo all'interno di un processo di crescita. Abbiamo giocatori che vogliono scrivere la storia e non ci sentiamo inferiori a nessuno".