Ha fatto discutere molto la decisione della FIFA di ampliare il numero delle Nazionali partecipanti alla fase finale della Coppa del Mondo: infatti, dall'edizione del 2026, saranno ben quarantotto le selezioni che prenderanno parte alla competizione. Ancora più rivoluzionario il progetto di riforma presentato da Marco Van Basten, nuovo direttore dello sviluppo tecnico della FIFA. La riforma illustrata dall'ex centravanti del Milan e della Nazionale olandese è stata pensata soprattutto per migliorare la qualità di gioco delle gare internazionali.
- Il progetto Van Basten, che potrebbe andare in vigore proprio ai Mondiali 2026, è interessanti per alcuni tratti e merita una particolare analisi. Analizziamo punto per punto gli elementi innovativi della riforma:
- introduzione degli shootout al posto dei calci di rigore: in pratica, invece dei soliti tiri dal dischetto, i giocatori avranno otto secondi per poter fare gol in venticinque metri di campo. Parlando dei Mondiali 2026, gli shootout potrebbero essere inseriti anche nelle gare della fase a gironi, in modo da abolire i pareggi. L'abolizione dei pareggi nella prima fase della coppa è stata appoggiata anche dalla FIFA, che non vorrebbe si manifestassero altri episodi di "biscotto" come quello riguardante Danimarca e Svezia agli Europei 2004. Tale cambiamento segnerebbe il passaggio ad una formula dei gironi decisamente all' "americana", nella quale le squadre possono solo vincere o perdere. Tale cambiamento premierebbe lo spettacolo in primis e anche il livello tecnico delle Nazionali partecipanti; se venisse varata, la riforma andrebbe a vantaggio delle Nazionali con un tasso tecnico superiori (ad es. la Germania);
- conteggio del tempo effettivo negli ultimi dieci minuti di gioco. Ciò dovrebbe impedire perdite di tempo intenzionali da parte dei giocatori sul finire della partita e spingerebbe questi ultimi a giocare con maggiore intensità. Aspetto votato senza dubbio al miglioramento della qualità di gioco e a non far scemare il tasso agonistico degli uomini in campo;
- introduzione dell'espulsione a tempo in sostituzione del cartellino giallo. Questo punto è da discutere poiché è di dubbia efficacia. E' poco probabile che un'uscita temporanea di un giocatore dal campo possa eliminare dubbi o polemiche sulla decisione dei falli da parte dell'arbitro e non cambierebbe nulla effettivamente;
- altro elemento discutibile della riforma riguarda il capitano di una squadra, che diventerà l'unico uomo che può parlare con l'arbitro. Più che altro sarebbe un chiarimento, poichè in teoria questa regola sarebbe già in atto, ma mai rispettata.
- abolizione del fuorigioco. Questo è il punto sensazionale e più rivoluzionario da parte del cigno di Utrecht, poiché l'entrata in vigore della nuova regola cambierebbe per sempre il mondo del calcio. Gli allenatori verrebbero stravolti da un nuovo modo di giocare e, di conseguenza, cambiare per sempre gli schemi tattici. Tale regola è da definirsi assolutamente utopica: il calcio attuale è costruito proprio sulle tattiche e i moduli di gioco e il fuorigioco è un elemento fondamentale di tutto ciò. L'abolizione di detta regola trasformerebbe il modo di intendere il calcio, le filosofie riguardo tale sport e segnerebbe la caduta di credenze e ideali sviluppate per decenni. Una svolta epocale potrebbe abbattersi sullo sport più bello del mondo che non sarà mai più come prima...
Alle cose spiegate sopra, bisogna aggiungere anche la volontà dell'ex bomber rossonero di diminuire il numero di partite stagionali, conseguente anche alla riduzione del numero di squadre partecipanti ai campionati nazionali. Anche questo è un elemento degno di analisi: l'aumento del numero di squadre nelle principali competizioni internazionali ha certamente giovato agli addetti ai lavori, poiché le entrate sono aumentate considerevolmente. Inoltre, ciò ha favorito anche lo sviluppo delle pay tv per i tifosi che non possono seguire la propria squadra del cuore allo stadio o vogliono godersi semplicemente lo spettacolo di una partita di calcio stando seduti davanti alla televisione.
L'aumento del carico stagionale di partite, però, ha reso più frenetica la vita sportiva dei calciatori e dello staff tecnico, i quali si sono trovati a dover preparare una media di tre partite settimanali. I calciatori risentono di un carico agonistico maggiore per cui ogni anno devono mettere a dura prova il proprio corpo per sopportare tutti questi impegni. La riduzione del numero di partite migliorerebbe senza dubbio la qualità psicofisica dei calciatori, i quali preparano le gare stagionali con più tranquillità. Inoltre, un altro elemento da non trascurare è il seguente: prendiamo ad esempio la nostra Serie A. Se venissero diminuite le squadre partecipanti, la qualità del torneo andrebbe ad aumentare: le squadre, essendo meno, sarebbero più competitive e inoltre non ci sarebbe spazio per piccole società che non possono permettersi il livello elitario della Serie A. Intrighi a lungo termine, ma tutti da sperimentare e studiare.