Il consiglio della FIFA ha deciso: dal 2026 la fase finale dei campionati Mondiali sarà disputata da 48 squadre. I gruppi saranno 16, composti da 3 selezioni ciascuno. La votazione si è svolta stamane a Zurigo e la riforma è stata approvata all’unanimità.

Questa è la prima grande svolta attuata nell’era Infantino alla presidenza FIFA. Ora resta da decidere l’effettiva composizione del calendario degli impegni. La manifestazione durerà circa un mese e le qualificate di ogni gruppo saranno 2. Il tabellone degli scontri ad eliminazione diretta partirà dai 16esimi di finale ed in totale i match disputati saranno 80. Un’altra novità di cui si vocifera, ma che non è ancora stata confermata, sarebbe quella di eliminare i pareggi già dalla fase a gironi, con il ricorso ai calci di rigore se al 90’ la situazione fosse di parità.

Da decidere anche la distribuzione dei nuovi posti disponibili tra i diversi continenti. L’Europa dovrebbe guadagnare una qualificata, l’Africa e l’Asia 2 a testa più eventuali spareggi con squadre Sudamericane. Sarà sicuramente il primo Mondiale con il supporto della VAR per gli arbitri, mentre per la sede le prime indiscrezioni parlano di America, Africa o Oceania.

Per Infantino uno dei motivi che ha spinto verso la riforma è quello di vedere la “felicità delle nuove Nazioni coinvolte”, cioè di quelle selezioni che hanno poche possibilità di accedere alla fase finale dei Mondiali a 32 squadre. Certamente i benefici sportivi ed economici ricadranno su tutti, ma la FIFA la farà da padrona. Secondo ricerche di mercato condotte dalla agenzia di stampa francese AFP, la nuova formula apporterebbe un incremento degli introiti di oltre 600 milioni di euro, dagli attuali 3,35 miliardi ai 3,95. L’aumento dei ricavi riguarderebbe anche il mercato dei diritti televisivi e le campagne di marketing, per un giro d’affari che sfiorerebbe il miliardo di euro.  

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