Chioma riccioluta e fluente che sbatte dolcemente sul collo, passo attento e smorzato a ricordare un gatto e la sua preda, occhio vigile dipinto di verde acqua. Julian Baumgartlinger non è il giocatore da prima copertina capace di strappare consensi, di essere accecato dalle luci dei media e di calamitare a sè una schiera di devoti. E' un operaio che sguazza in un ambiente di lusso, bravo ed ingenuo ad erigere presunti campioni. Campioni, nonchè fenomeni. Un epiteto che viene aggiunto - talvolta in maniera insulsa - al fantomatico giocatore di turno. Poi c'è il 15 del Leverkusen, pragmatico più che teorico, bravo ad asciugare al minimo ciò che deve essere tangibile. Questo significa urlare sottovoce, essere fondamentale ma non darlo a vedere. Un ossimoro eloquente, il quale calza a pennello per la sua figura.

Dopo 5 anni passati tra le fila del Mainz, l'austriaco è sbarcato alla volta di Leverkusen. Giaccone e panchina per lui, ma le continue defezioni che hanno colpito la squadra di Schmidt gli hanno consegnato una succulenta opportunità. Lui non l'ha gettata al vento, anzi l'ha valorizzata e mostrata al pubblico delle aspirine. E adesso è difficile rinunciare alle doti da interditore ed equilibratore che possiede

CARATTERISTICHE TECNICHE

​Ricopre un ruolo sempre più sottovalutato ma maledettamente importante nell'odierno calcio frenetico. Mediano, stopper, questo è Baum. ​Fare filtro per frenare, evitare, tentare di non far passare il pericoloso avversario, le dannose sostanze tossiche. Calcio & sigaretta. Valorizzare la sottile differenza che viene a crearsi tra i due reparti, saperla occupare e gestire. Scatto veloce ma corsa ponderata e ritmata, fisico statuario e robusto. Lo stesso impedisce un numero elevati di strappi, causa principale del suo non utilizzo come mezz'ala/interno di centrocampo. Dosa alla perfezione i movimenti da compiere, sa bene quando scalare e quando affiancarsi in aiuto al centrocampista di turno così da abbottonarsi e sigillare le linee di passaggio. Di veri interpreti che incarnano alla perfezione questo ammirevole ma poco appariscente ruolo, ne sono rimasti pochi. Lui fa parte di questa cerchia e riesce a mantenere le sue caratteristiche anche con Schmidt, uno che fa viaggiare la sfera quando è in possesso ed applica il contropressing in fase di contenimento. Ma l'ingegnere meccanico ed il riccioluto austriaco hanno trovato un punto d'incontro:

Vediamo che nella prima slide, Julian è l'uomo più arretrato, l'ultimo baluardo prima del blocco difensivo. Eppure - nella seconda, presente nel riquadro - è il primo a marcare il difensore intento a rilanciare la sfera. Un solo compito quindi: coprire più spazi possibili quando l'azione lo permette senza però strabordare, mantenendo cioè la posizione a lui più consona.

​Sperando che anche voi possiate sorseggiare prima e sviscerare poi, Julian Baumgartlinger. Ma soprattutto cogliere l'essenza del calcio nella sua ammirevole monotonia.