Giampiero Ventura si presenta in conferenza stampa alla vigilia di Italia - Germania. La vittoria - comoda - con il Liechtenstein consente di affrontare con maggior tranquillità l'impegno con i tedeschi. Amichevole difficile per una nazionale priva di personalità di spicco. Il Ct deve fronteggiare il fuoco "amico" della stampa, in apertura alza un muro difensivo in vista della gara con la rappresentativa teutonica.
“Sono in questo mondo da 30 anni, ne conosco i meccanismi. Appena sono arrivato in Nazionale sono partiti i paragoni col passato ancora prima che iniziassi a lavorare. Accetto i confronti, ma devono essere corretti, non si può accostare un Europeo alle qualificazioni a un Mondiale. Mi capita spesso di arrivare in contesti che necessitano una ricostruzione, ma non è un problema, pianificare il futuro è fondamentale”.
Un incrocio ricco di ricordi, un classico del calcio mondiale. Per evitare di esporre i suoi all'avanzata tedesca, Ventura fa un passo indietro e rinuncia alle recenti novità. Poco tempo per analizzare le peculiarità attuali della Germania, occorre quindi partire dai propri punti di forza. Difesa a tre a attenzione al dettaglio. Dopo la recente sconfitta di Francia, prima occasione per prendersi una gustosa rivincita. Dall'amaro epilogo europeo all'amichevole di Milano, con giovani pronti a cavalcare la ribalta.
“Italia-Germania dà stimoli di per sé, dovremo vedere cosa ci dirà questa partita. Incontriamo i campioni del mondo, pur con qualche giovane dentro, ma i giovani sono figli di una programmazione che dura da 8-10 anni. Servirà personalità, la gara va interpretata. E sarebbe stato bello avere uno-due giorni in più per prepararla, 24 ore sono poche. Ma prendiamo la serata per quella che sarà, anche se in Italia il risultato conta. E’ un’amichevole e come tale va considerata, il nostro futuro non è lì a San Siro, ma appena dietro. Rivincita dopo l’Europeo? Per qualcuno lo sarà, ma questa non è certamente una sfida che necessita di motivazioni extra. Non ho paura di prendere batoste, o altro”.
Qualche spicchio di formazione. Belotti guida l'Italia, Bernardeschi ha l'opportunità di convincere il commissario tecnico - possibile utilizzo da esterno di centrocampo per il giocatore della Fiorentina - Zaza è carta da utilizzare a partita in corso. Dopo la seduta odierna, ulteriori novità.
“Verratti, Bernardeschi e Zaza insieme? Non credo che giochino tutti e tre. Belotti, invece, gioca. Dobbiamo verificare le condizioni di alcuni giocatori, come Eder e Candreva. Il sistema di gioco dipenderà anche dall’allenamento che stiamo per fare, può influenzare la decisione. Qualche cambiamento, rispetto al Liechtenstein, ci sarà. La partita di Vaduz ha detto che possiamo usare quella disposizione in campo, ma va utilizzata nelle occasioni giuste, altrimenti si perde fiducia. Quanto ai giovani, ne ho lanciati tantissimi, ma tutelandoli, perché sono il nostro capitale. Basta pensare a Romagnoli… prima ancora di schierarlo con la Spagna, mi è stato detto che era un azzardo. E chissà che sarebbe successo se avesse toppato quel match. Non è una situazione che mi fa contento, ma tanto non si può cambiare. Gli stage serviranno a capire chi potrà unirsi al gruppo”.
La provocazione conclusiva riguarda l'avvio del prossimo campionato. Ventura chiede un occhio di riguardo per la sua Italia, per programmare al meglio delicati impegni di qualificazione al mondiale del 2018. Un inizio anticipato della massima serie, per consentire alla nazionale di essere al top già nella sequenza di settembre. Al momento, nessuna risposta.
Infine, un giudizio sul percorso personale in azzurro. Manca la quotidianità, l'esercizio giornaliero sul campo, ma Ventura non rinnega la sua scelta.
“Quest’anno abbiamo avuto poca Serie A prima della Francia e infatti abbiamo pagato dazio. Fino a 48 ore prima non avevo ancora parlato con nessun giocatore… si è perso 3-1 ed è stato definito un disastro, perché questa è la cultura che abbiamo qui. Ho chiesto se sia possibile, il prossimo agosto, iniziare addirittura tre settimane prima, sarebbe interesse di tutti, per giocarcela ad armi pari. Mi hanno risposto che sarei da ricoverare… scherzo, dalla Lega non c’è stata apertura né chiusura, ma è per rendere l’idea. Comunque, da quando sono c.t., ho trovato disponibilità da parte di allenatori e presidenti. Quando ero tecnico di club, l’unico aspetto che non avevo messo a fuoco è la scarsità del tempo a disposizione del c.t. della Nazionale. Purtroppo è l’intero sistema che funziona così. E sì, un po’ la vita sul campo tutti i giorni un po’ mi manca, ma finora il bilancio della mia esperienza in Nazionale è buono, sia per i risultati che per la voglia di crescere che tutti stanno dimostrando. Ci sono giocatori che danno l’esempio, oltre a Buffon penso sempre a Barzagli”.