Robben e Depay, un anno dopo. I 366 giorni di distanza dall'ultimo gol in Nazionale del primo, gli infiniti giorni sotto tono del secondo. Sono loro i protagonisti della vittoria dell'Olanda sul campo dell'ostico Lussemburgo per 1-3, valevole per il rilancio nel gruppo A delle qualificazioni a Russia 2018. Dopo la sconfitta con la Francia gli Oranje riescono a riscattarsi, non senza sofferenze, ma conquistando tre punti fondamentali.

LE SCELTE - Vara il 5-4-1 Holtz, con la possibilità di trasformarsi in 3-4-3 in fase di spinta e ripartenza. Rientra Malget dalla squalifica (la deve invece scontare Carlson), mentre Thill e Joachim si accomodano in panchina. Avvicendamento in porta, Schon prende il posto dell'assente Moris. Cambia tanto anche l'Olanda, che in difesa promuove Brenet, mentre Sneijder ritrova posto in attacco, con Ramselaar, esordiente, al fianco di Wijnaldum e Klaassen. Davanti unica punta è Dost, rientra Robben.

ANDAMENTO LENTO - L'impraticabile campo del Josy Barthel rappresenta un ostacolo alla qualità del gioco olandese, il quale si fonda inizialmente su spunti personali, in particolare di Robben e Wijnaldum, entrambe le conclusioni vanno però a sbattere sui guantoni di Schon. Il Lussemburgo esce alla distanza con buone ripartenze sulla propria fascia destra, lo stesso lato di campo esplorato insistentemente dagli Oranje, con la spinta di Blind e alcuni cross velleitari che non generano particolari occasioni. Alla mezz'ora arriva anche la prima conclusione dei padroni di casa, è Turpel che ci prova dal limite, ma senza poter impensierire Stekelenburg; il campanello d'allarme sveglia la squadra di Blind, vicina al gol per due volte con Klaassen: Robben rifinisce, il giocatore dell'Ajax si inserisce in area ma calcia su Schon in uscita, poi di testa sul campanile della ribattuta non trova lo specchio, da posizione defilata.

BOTTA E RISPOSTA - I ruoli si invertono pochi minuti dopo, l'azione è pressoché identica e la ricetta è vincente, perchè il fuoriclasse del Bayern è più freddo del compagno, e scrive 0-1 al 36'. Ancora Klaassen è protagonista a cinque dall'intervallo, di nuovo in veste di assist-man, ma Dost sul primo palo non inquadra lo specchio della porta. La sorte presenta però il conto degli errori all'Olanda: Brenet si fa anticipare da da Mota, poi lo stende in area per completare la frittata, concedendo un rigore che Chanot realizza pareggiando i conti al 44'.

DEPAY-SHOW - Blind in apertura di ripresa prova a rimescolare le carte in tavola, inserendo Depay e Berghuis al posto dei veterani Robben (causa fastidi fisici) e Sneijder. Il nuovo assetto frutta un colpo di testa del solito Klaassen, centrale e parato dal portiere avversario con qualche difficoltà. L'incornata vincente la pesca invece proprio il neo-entrato Depay, tredici minuti dopo l'ingresso in campo: il traversone del solito Daley Blind stavolta trova l'uomo giusto al centro, il compagno dello United, in anticipo su tutti, Dost compreso. Dopo il gol dell'Olanda, la partita si addormenta e vive solamente di strappi, come quello che riesce a offrire un tarantolato Depay a un quarto d'ora dal termine: bravissimo a presentarsi di fronte al portiere, non altrettanto però a calciare verso la porta, visto che subisce il recupero di Chanot. Trova comunque il modo di farsi perdonare all'84', realizzando uno splendido calcio di punizione dai 25 metri che vale l'1-3 e chiude i conti.

Gli Oranje si portano così a quota sette punti, -3 dalla Francia, sempre in vetta, agganciando la Svezia, prima inseguitrice sconfitta proprio dai transalpini. Sale anche la Bulgaria a quota 6, mentre Lussemburgo rimane in coda al girone, a quota 1, dietro alla Bielorussia.