L'Italia di Gigi Di Biagio si ferma al St Mary's Stadium. Amichevole di prestigio, gli azzurrini sfidano i pari età inglesi. Il tecnico propone una formazione sperimentale, accattivante, frutto di assenze e "prestiti" al piano superiore. Manca Berardi - ai box ormai da diverse settimane - manca la cerniera difensiva, con Romagnoli e Rugani stabilmente nel gruppo Ventura, fuori anche Gagliardini, Politano, prospetti in divenire alla prima con la nazionale maggiore. 

Palcoscenico di prestigio, un ottimo esame per valutare la tenuta di alcuni effettivi in vista della prossima rassegna continentale. L'Italia punta, come l'Inghilterra, a un cammino di primo piano, l'incrocio è quindi d'allenamento solo sulla carta. Gli azzurri rispondono al vantaggio di casa con Conti e Di Francesco, prima della resa nella ripresa, con lo squillo al tramonto di Stephens per il 3-2

Di Biagio, al termine, analizza l'impatto fisico dei suoi, talvolta troppo morbidi in fasi cruciali della contesa. Resta, aldilà del risultato, l'importanza del confronto. Un banco di prova non solo per il tecnico, un test di maturità per giocatori ancora alle prime armi a un determinato livello. L'Italia costruisce con buona continuità, ma manca di freddezza nei metri conclusivi, non riesce a coronare la mole di gioco prodotta. 

"Non abbiamo giocato benissimo. Potevamo essere più cattivi in certe occasioni".

"Al di là del risultato era un test importante per capire cosa vuol dire giocare a questi livelli. E' mancata incisività negli ultimi 30 metri, loro in questo momento hanno qualcosa in più ma sono contento della prova dei ragazzi"

"Sono match che fanno crescere i ragazzi e mi aiutano a valutare chi potrà far parte del gruppo dell'Europeo".