Sulla sponda opposta dell'Atlantico li chiamerebbero rookies, mentre qui in Italia sono semplicemente "gli esordienti", "i debuttanti", gli invitati al primo ballo vestiti in azzurro. Insieme ai più grandi, dopo aver mostrato tutte le proprie doti chi nelle giovanili e chi nelle serie inferiori. Un percorso che giunge a un traguardo parziale da mantenere, un'occasione da sfruttare per maturare ancora: la maglia della Nazionale ha significati diversi e profondi.

"Cercherò di sfruttare al meglio questa opportunità e di imparare tanto da questi campioni, essere qui è il sogno di tutti", dice Danilo Cataldi, centrocampista della Lazio e perno dell'under21, una delle maggiori sorprese tra le chiamate di Giampiero Ventura. Il motivo? Una testa da giocatore che guarda in avanti, in campo come fuori, tanto da pensare già alla sfida con il Liechtenstein, mettendo da parte le emozioni: "La prossima non sarà una partita facile, nessuna gara è semplice. Dobbiamo provare a sbloccare subito il risultato". E sulla linea verde che sembrerebbe caratterizzare la Nazionale spiega: "Ci sono tanti giovani che sognano di essere qui".

Meno giovane degli alti è Gianluca Lapadula, classe 1990, tanta gavetta tra le serie minori, poi l'esplosione a Pescara la scorsa stagione e il primo gol in Serie A domenica, con la maglia del Milan. "La mia scelta è ricaduta sull'Italia", afferma, lui che è per metà peruviano, tanto che proprio Ricardo Gareca aveva pensato ad inserirlo nella propria lista già l'anno scorso, ricevendo un iniziale due di picche. Poi spiega: "Dopo la convocazione la prima chiamata è stata alla mia mamma, non ci credeva neanche lei.. Il prossimo obiettivo è continuare così e non abbassare la guardia".

"E' stata una convocazione inaspettata" anche per Roberto Gagliardini, come lui stesso afferma. Il centrocampista dell'Atalanta è stato forse il maggiore underdog tra tutti i nuovi arrivi. E lui spiega: "Trovare campioni che fino a un po' di tempo fa vedevi solo in televisione è un sogno. Sono contento sia per il mio momento che per quello della squadra". Già, perchè il classe 1994 di Dalmine è diventato una pedina fondamentale nella scacchiera di Gasperini: "Sono arrivate vittorie che hanno dato fiducia alla squadra, le idee del mister sono state meglio percepite da noi col passare del tempo". Poi aggiunge: "La Nazionale è sempre stato un mio obiettivo, un anno fa non ci avrei mai pensato ma adesso sono qui.  Se i giovani sono pronti è giusto che vengano convocati". Lui però non si scompone e mantiene fissi gli occhi sull'Europeo Under 21 della prossima estate: "E' l'obiettivo principale, poi la Nazionale maggiore è un qualcosa in più".

Meno sorprendente forse il nome di Matteo Politano, vista la continuità di rendimento nel corso dei primi tre mesi di stagione e le tantissime presenze già raccolte. Un dato indicativo: assommando i minuti in campo dei tre giocatori sopracitati si raggiunge quota 951, mentre l'ala del Sassuolo ne ha totalizzati 1417. Certo, l'Europa League fa la sua parte, ma lui racconta comunque il suo stupore: "Essere qui è una gioia immensa, all'inizio non riuscivo nemmeno a crederci. Questo per me è un punto di partenza, sono al secondo anno di Serie A e ho tanti anni per dimostrare il giocatore che sono". Presto ad accompagnarlo potrebbe esserci anche Berardi: "Adesso non sta benissimo - spiega Politano - ma già lo scorso anno fu chiamato da Conte. E' un giocatore importantissimo sia per noi che in futuro per la Nazionale. Non è facile giocare ogni tre giorni, ma credo lo stiamo facendo nel migliore dei modi", aggiunge poi riguardo ai frequenti impegni del suo Sassuolo. Infine, un commento sul Liechtenstein: "Ci aspetteranno molto bassi, dovremo essere bravi a far girare la palla. Più passerà il tempo e più sarà difficile segnare".

[Fonte dichiarazioni: Tuttomercatoweb]