Come coronare una rimonta con classe? Chiedere a Mesut Ozil. Il turco-tedesco si inventa un gol da urlo a due minuti dalla fine per risolvere il match in favore del suo Arsenal sul campo di un Ludogorets volitivo, avanti 2-0 nel primo quarto d'ora ma rimontato fino al 2-3 finale, vittima del maggior tasso tecnico, e soprattutto talento, degli inglesi.

Wenger mantiene così la vetta della classifica nel gruppo A di Champions League insieme al PSG, nonostante alcune rinunce importanti, quali quelle di Cazorla, Walcott e Bellerin. Rientrano però dal primo minuto Ramsey e Giroud, mentre in difesa sugli esterni corrono Jenkinson e Gibbs, e in mezzo con Coquelin c'è Xhaka. Padroni di casa che optano invece per il classico 4-2-3-1 senza troppe sorprese, puntando su Keseru unica punta.

Tutto si può dire, ma non che la partita stenti a decollare, visto che dopo 7 minuti l’occasione di Ozil – un mancino calciato addosso al portiere in condizioni favorevoli – inaugura una serie di reti, a partire dall’uno-due del Ludogorets al 12’ e al 15’: prima è Jonathan Cafù a indovinare la deviazione in piena area su una punizione dalla trequarti, poi il brasiliano si traveste da assist-man e in ripartenza, dopo aver messo a sedere Gibbs, serve a Keseru il tocco agevole che vale il 2-0.

L’Arsenal non ci sta e si riversa immediatamente in attacco, trovando il gol al 20’: Ozil crossa dal fondo pescando il rimorchio vincente di Xhaka per accorciare le distanze. Minuto dopo minuto, smaltito il leggero shock dell’improvviso doppio svantaggio, i ragazzi di Wenger macinano gioco e campo, chiudendo nella propria metà campo i bulgari, i quali riescono solo a fare muro, precipitando nuovamente a quattro minuti dall’intervallo, quando un cross splendido di Ramsey trova la testa di Giroud a centro area e la contemporanea uscita folle di Borjan.

Meno emozioni in apertura di ripresa, con i Gunners alla ricerca dello spazio giusto per eludere la difesa di Dermendzhiev. Si abbassano i ritmi, resta viva l’intensità in mezzo al campo, ma latitano le occasioni, almeno fino all’ora di gioco, quando è Wanderson ad averne due nel giro di pochi minuti, ma in entrambi i casi Ospina si fa trovare pronto e ha la meglio del brasiliano in uno-contro-uno. I due lampi improvvisi si confermano tali, visto che anche le sostituzioni sembrano non riuscire ad indirizzare un match destinato al pareggio.

Mesut Ozil però non ci sta, e all’88’ si inventa una magia su lancio lungo di Elneny per eludere l’uscita disperata di Borjan, scavalcandolo con un pallonetto, per poi far sedere i due difensori avversari con un paio di finte e depositare in rete il meraviglioso decisivo gol del 2-3. Nel recupero non succede più nulla, i londinesi controllano e portano a casa un risultato preziosissimo, che li porta a quota 10, a braccetto con il PSG, mettendosi in tasca una qualificazione che era già nell'aria, ma necessitava di una definitiva conferma. Una conferma che, con Ozil, arriva in grande stile.