Franck Ribery esprime da sempre, senza peli sulla lingua, la sua opinione, a costo di farsi qualche nemico di troppo nel mondo del calcio. L'intervista di ieri a Sport Bild è il perfetto esempio dell'assunto. Il nativo di Boulogne-Sur-Mer, infatti, rifila una pesante stoccata al nuovo giocatore faro della nazionale francese, Antoine Griezmann. Secondo l'ala del Bayern Monaco, per essere definiti giocatori di classe mondiale bisogna avere "una certa continuità di rendimento nel corso degli anni". Il numero 7 del Bayern Monaco si pone come esempio da seguire: "Quando farà ottime prestazioni per 10, 12 o 15 anni di fila allora mi congratulerò con lui. Io nonostante l'infortunio attuale sono sempre stato tra i migliori nelle ultime dieci stagioni".
Se da un lato Ribery ha ragione (troppi sono i giocatori additati come fuoriclasse dopo una stagione sola o anche meno), non si capisce allora come si possa definire un calciatore che nell'ultimo anno ha raggiunto, da trascinatore della propria squadra, la finale di Coppa dei Campioni e dell'Europeo, diventando il miglior giocatore della competizione continentale per nazioni, oltre che capocannoniere. Negli ultimi 2 anni, Griezmann, con la maglia dell'Atletico Madrid, ha messo a segno 57 goal in 108 presenze, cifra riguardevole considerando il fatto che il ragazzo si dismpegna talvolta da seconda punta, da prezioso collante con la mediana. Poco importa che Griezmann abbia sbagliato il rigore nella finale di Champions League: secondo qualcuno non è da questi particolari che si giudica un giocatore.
Per i maligni, molto dipende dalla casacca che le petit diable indossa nella nazionale francese: la maglia numero 7, di Franck Ribery.