Doveva ripartire da alcune certezze, ma se ne sono viste davvero poche, nella prima Inghilterra targata Gareth Southgate. Contrariamente agli annunci nei giorni antecedenti la vittoria di ieri sera contro Malta, un 2-0 meritato ma strettissimo e non sufficiente per accontentare e convincere, l'ex terzino ha riservato più di qualche sorpresa, dettate probabilmente sì dal turnover per un match sulla carta agevole, ma anche dalla voglia e dalla necessità di sperimentare nuove soluzioni. Una via di mezzo che, in realtà, non è stata imboccata con precisione, ma abbastanza confusione, ed ora rischia di ritorcersi contro Southgatecittì ad interim.

L'impressione è che lo starting XI sia stato più un assemblaggio mal riuscito di una serie di componenti poco conciliabili, scegliendo prima i giocatori e poi schierandoli secondo un criterio (poco) logico. A farne le spese, come capita da un paio d'anni a questa parte, è Wayne Rooney, retrocesso da interno di centrocampo, ruolo insensato per un attaccante quale è lui. Giusta la scelta di valorizzare Dele, l'altra mezzala, lasciandogli margine di manovra per fungere da trequartista come nel Tottenham, creando scompiglio nella difesa avversaria già di per sé poco solida.

Dele e Jordan Henderson | fonte immagine: thenorthernecho.co.uk
Dele e Jordan Henderson | fonte immagine: thenorthernecho.co.uk

Il classe 1996 nel bilancio generale di gara risulta uno dei migliori insieme a Jordan Henderson, la seconda certezza (ri)trovata da Southgate, nel ruolo di vertice basso di centrocampo a portare qualità e quantità, anche se agevolato dal pochissimo pressing di Malta: in ogni caso i due gol nascono da idee sue, così come un altro paio di occasioni interessanti, a conferma della crescita in stagione sotto la gestione Klopp.

Da cancellare, quasi totalmente, l'attacco. Sturridge trova sì un gol, ma se ne mangia un altro e tra le maglie strette della difesa di Ghedin non riesce a muoversi nella giusta maniera, Walcott appare sterile e Lingard prova a correre abbastanza casualmente, non avendo le caratteristiche adatte per ricoprire il ruolo di ala offensiva. Senza il supporto degli esterni, la manovra perde gran parte dell'imprevedibilità e il gioco diventa lento, noioso, ripetitivo. Impossibile giudicare invece la prestazione della difesa, messa pochissimo sotto pressione, mentre i due terzini sono stati condizionati dalle difficoltà degli avanti in fase di spinta.

Gioia Inglese | Fonte immagine: Sky Sports
Gioia Inglese | Fonte immagine: Sky Sports

Il 4-3-3 senza Raheem Sterling sembra dunque un modulo piuttosto impraticabile per i three lions, i quali potrebbero presentarsi in Slovenia con uno schieramento differente, ma alle prese con la penuria di centrocampisti: pesa la mancanza di Milner, uomo utilissimo per svolgere ogni tipo di compito, dal terzino all'ala passando per il mediano. il quale ha abbandonato la nazionale per screzi con... Sam Allardyce. Non aiuta l'infortunio di Lallana, e nemmeno la situazione di Wilshere. L'impressione è che qualcosa in mezzo serva, uno tra Drinkwater e Noble va ritrovato, oppure optare per la certezza Carrick: più sostanza, maggiori alternative e una spalla per Henderson.

La chiave sembra comunque essere rappresentata dal trequartista di origini giamaicane del Manchester City, in grado anche di giocare su entrambe le fasce saltando l'uomo con estrema abilità, ma anche di partire più centralmente, dietro le punte, lasciando così riemergere l'opzione 4-3-1-2, con Lallana e Alli interni. Intanto però l'Inghilterra deve viaggiare verso la Slovenia e si profila all'orizzonte una formazione piuttosto simile a quella vista di ieri sera. Southgate punta sulle sue convinzioni, le quali per ora non stanno dandogli ragione. Ma è solo il primo di quattro capitoli di un libro da scrivere, e solamente il finale rivelerà il futuro della panchina inglese. E Mancini, questo libro, se lo sfoglia con piacere...