Con la grinta e con il cuore, nostre peculiarità fin dalla notte dei tempi, l'Italia riesce ad acciuffare la Spagna e portare a casa un preziosissimo pareggio nel cammino verso Russia 2018. Gli azzurri, rinunciatari e frastornati per due terzi della gara, soffrono e vanno sotto a causa di un liscio di Buffon, prima di rialzare il match grazie alla voglia di Immobile e Belotti, ed al penalty del capitano giallorosso. Queste le pagelle degli azzurri dopo la gara dello Juventus Stadium.
Buffon - L'errore macchia una prestazione da sufficienza. Si limita a gestire con la solita calma e tranquillità lo stretto necessario, prima di inciampare nell'errore che poteva costare carissimo all'Italia di Ventura. Voto 5.
Barzagli - Il trascinatore dell'Italia è lui, anche se di per sè non sarebbe una notizia positiva. Accorto e puntuale in fase difensiva come un orologio svizzero, si mette in luce anche per diverse sgroppate sulla destra che danno una scarica di adrenalina allo Stadium ed alla truppa italiana. Encomiabile. Voto 7.
Bonucci - La solita gara durissima, oculata in chiusura, quando c'è da murare le conclusioni spagnole. Meno preciso in fase di impostazione, dove paga l'enorme pressione di Diego Costa, con il quale fa a botte per tutta la gara. Prestazione nel complesso sempre positiva. Voto 6.5.
Romagnoli - All'esordio assoluto, nella gara più difficile di tutte, si dimostra ancora una volta pronto ed affidabilissimo. Non sbaglia nulla, nemmeno una virgola. Perfetto dall'inizio alla fine, in chiusura come in fase di impostazione. Il centrale del Milan non paga la pressione e lo scotto dell'esordio, risultando alla fine il migliore in campo per distacco. Voto 7.5, perché era facile sfigurare, soprattutto alla prima.
Florenzi - Sbiadito, spesso travolto dalle folate spagnole sulla corsia di sinitra, per demeriti anche di Parolo che lo accompagna di rado. La solita voglia, la solita corsa, alla quale però stavolta non abbina qualità tecnica, con molti, troppi palloni sprecati in fase di ripartenza e quelle rare volte nelle quali si è presentato al cross. Voto 5.5.
Parolo - Il peggiore in campo, mai del tutto in partita. Sbaglia fin dal primo pallone giocato, in ripartenza, entrando in un tunnel dal quale uscirà soltanto a fine partita. Sostituzione inevitabile, non riesce mai a far ripartire l'azione ed alzare il baricentro della squadra, mettendo in difficoltà anche Florenzi - alla sua destra - e De Rossi - costantemente in balia dell'inferiorità numerica. Voto 4. (dal 76' Belotti - Ci mette l'anima, e lo si legge nei suoi occhi, nella voglia con la quale si mangia l'erba nell'atto dell'ingresso in campo. C'è poco da tirare di fino, c'è da metterci la grinta, quella che il gallo sfoggia dando il là all'azione del rigore azzurro. La scossa, la carica, la suona lui. Voto 7).
De Rossi - LA freddezza fatta persona, soltanto quando deposita la sfera sul dischetto. Il rigore realizzato gli permette di dare una svolta ad una gara difficile, in balia degli spagnoli che lo infilano - non per colpa soltanto sua - da tutte le parti. Sembra naufragare nella marea rossa, ma con personalità e coraggio ne emerge, in fin dei conti anche vincitore al triplice fischio finale. Voto 6.5.
Montolivo - La sua gara dura poco, mezz'ora, forse sufficiente a Ventura per capire che la scelta iniziale del regista compassato del Milan non è stata quella giusta. In fase di interdizione è un pesce fuor d'acqua, in quella di impostazione, difatti, non si vede mai. Voto 5. (dal 30' Bonaventura - C'è del sale nella zucca di Jack e si nota dal modo in cui capisce le situazioni di gioco, gestisce la palla. Chiaro, non è impeccabile, soprattutto quando la lucidità viene meno con il passare dei minuti, ma l'ex bergamasco ci mette cuore e testa, fornendo un preziosissimo aiuto soprattutto nel 3-4-1-2 finale, quando spalleggia De Rossi in un ruolo non suo. Prezioso come pochi. Voto 6.5 con menzione particolare).
De Sciglio - Così come il dirimpettaio a destra, la gara non prevede scorazzate sulla fascia, in fase d'attacco. Quelle poche occasioni che supera la metà campo e viene servito più come valvola di sfogo dell'azione che per liberarlo al cross, si disimpegna con buona volontà, ma con scarsa efficacia. Diligente, nel complesso, la sua prestazione. Voto 5.5.
Eder - Si sbatte, come un dannato, tra le maglie dei giganti della difesa spagnola. Allunga la squadra, corre tantissimo, ed alla lunga paga. Pressa, ci mette sempre l'anima in tutto quello che fa, cedendo però di schianto quando si tratta di essere lucido nella gestione della palla e far salire la squadra. Scarso, sotto questo punto di vista, il suo apporto. Il guizzo per il rigore, gli vale mezzo voto in più. Voto 5.5.
Pellè - Si sacrifica, tanto, Graziano. Poche le occasioni nelle quali si mette in mostra, con l'Italia che prova ad appoggiarsi a lui con dei lanci lunghissimi dalla difesa che però non sempre lo favoriscono. Ciò nonostante, ci mette la zucca su un cross sbilenco, sul quale Parolo non c'arriva di un soffio. Tuttavia, non fa nemmeno un passo in più di quello che gli spetta per procacciarsi il cibo. Voto 5. (dal 59' Immobile - Encomiabile l'atteggiamento, da combattente, di Ciro. Entra con una foga senza eguali, suona la carica e trascina la squadra con una scarica di adrenalina che permette all'Italia di scuotersi dopo il gol di Vitolo. Crea, dribbla, sfiora persino il gol del clamoroso vantaggio. Meriterebbe maggiore considerazione. Voto 7).
Ventura - Le scelte iniziali lasciano presagire il tema della gara, con l'Italia che si affida ai lanci lunghi ed al - vano - tentativo di rompere il gioco spagnolo sulla mediana. Il risultato è una squadra lenta e compassata in fase di impostazione, oltremodo fallosa in palleggi e macchinosa, le cui giocate sono forzate dalla pressione che la Spagna mette ai nostri "portatori di palla". L'infortunio di Montolivo gli permette di porre rimedio quanto prima. I cambi nel finale - più necessità e ricerca dell'ovvio pareggio - con l'intento di dare peso all'attacco con voglia ed intraprendenza, ma senza costrutto, non cambiano la sostanza di quella che è un immagine sbiadita della sua Italia, che per ora stenta e non poco, senza mai dare l'impressione di costruire qualcosa di concreto. Fumoso. Voto 5.