Alla presenza numero 164 in Nazionale, Gianluigi Buffon si trova di fronte un avversario ben conosciuto: la Spagna. Gioie e dolori per il capitano azzurro, a partire dalla finale dell'Europeo 2012, malamente persa, alla soddisfazione della rivincita di giugno, il 2-0 negli ottavi di finale dell'ultima edizione competizione nazionale. L'Italia vuole vincere ancora, per confermare il 3-1 ottenuto in Israele all'esordio nelle qualificazioni verso Russia 2018, e Buffon, presente in conferenza stampa alla vigilia, lo conferma.
"Non ho un ricordo nitido di Italia - Spagna agli Europei, facendo il ruolo che faccio e vivendo le partite con molta partecipazione e adrenalina non riesco ad aver la lucidità per rivedere mentalmente le immagini - esordisce Buffon, parlando del pressing alto esercitato dall'Italia nell'ottavo di finale europeo - Ricordo che abbiamo fatto una partita gagliarda, da squadra che voleva cercare di ottenere il risultato a tutti i costi, come approccio e come mentalità quel giorno abbiam voluto vincere, ed è quello che dobbiamo mantenere per far risultato domani, è imprescindibile avere dentro quel tipo di emozione e di desiderio".
Qualcosa cambia, invece, nelle file degli avversari: il grande amico e collega Iker Casillas non difenderà più i pali della Roja versione iberica. Un segnale, per Gigi, che la prende alla leggera: "Il fatto che non ci sia Iker è molto strano per me, ma è anche un segnale che mi arriva: siamo a scadenza, com'è normale che sia. A livello di spirito, so che la vita dello sportivo è questa, finchè posso ci rido da protagonista, poi ci riderò da spettatore, non cambierà nulla".
A proposito di conoscenze, Alvaro Morata, ex compagno in bianconero, potrebbe essere di nuovo avversario, dopo la sfida di Parigi: "Se non gioca, sono felice, perchè è un giocatore che nelle partite importanti riesce sempre a dare la zampata alla gara - spiega Buffon - però è anche vero che se non dovesse giocare lui ci sarebbe un altro giocatore [Diego Costa, ndr] che in quanto a pericolosità, determinazione ed esperienza non ha nulla da invidiare a nessun attaccante europeo".
L'esito di quell'ottavo di finale tanto chiacchierato viene preso ad esempio da entrambe le squadre, secondo il capitano azzurro, ma in due maniere totalmente opposte: "La Spagna che mi aspetto domani è sicuramente ferita per il ricordo europeo, anche agguerrita: ha iniziato un nuovo corso, come abbiamo fatto noi. La vittoria di tre mesi fa non ci deve fuorviare, dobbiam mantenere i piedi per terra e una buona dose di umiltà, e ricordarci perchè venne fuori una vittoria. Sarà veramente importante cercare di ripetere l'approccio, senza sentirci appagati per quello che è accaduto poco tempo fa. Questa partita ha un peso importante, dobbiamo secondo me avere una lucidità tale per sapere che pesa e vale tanto".
I cambiamenti, rispetto a quel giorno, sono soprattutto due: uno sicuro negli azzurri, con l'assenza di Chiellini, mentre nelle furie rosse dovrebbe essere il sopracitato cambiamento in avanti, con Diego Costa titolare. Assenze che pesano? "Avremo risposta a fine gara - chiarisce - ma aldilà di tutto c'erano più o meno dieci giocatori dell'Italia e altrettanti della Spagna. L'incidenza di questi giocatori potrebbe essere importante, ma se noi reputiamo di essere squadra a tutti gli effetti, e quindi di avere giocatori importanti ma non insostituibili, è il momento di dimostrarlo. Un processo di crescita passa anche da questi piccoli momenti".
Infine, di nuovo un record di longevità o presunta tale: Buffon si avvicina sempre di più alla meta del giocatore con più presenze con la maglia della propria nazionale (comanda l'egiziano Hassan a 184), un tassello che nel mosaico della carriera del numero uno influisce il giusto. "L'effetto è un piccolo orgoglio, se dovesse accadere mi farà felice, ma fino a un certo punto, alla fine sono veramente proiettato solo ed esclusivamente sul bene del gruppo e della squadra, e su questo poco futuro che mi resta in campo. Proprio perchè è poco voglio farlo bene, senza avere rimpianti. La cosa bella della quale son sicuro è che ho ancora margini di miglioramento e devo sfruttare questo poco tempo per migliorare. Questo è l'unico modo che conosco per essere felice, facendo tutto il necessario per il proprio lavoro, per sé stessi, per i compagni. Sto lavorando in funzione di questo, se poi sarò un esempio questo mi farà piacere, ma sarà una cosa secondaria".