Ha tenuto per giorni e giorni sulla corda il Wolverhampton, team di seconda divisione inglese. Dopo aver in un primo momento detto sì ai dirigenti dei Wolves che lo cercavano per la risalita in Premier League, Julen Lopetegui ha deciso di attendere la chiamata della Federazione spagnola, che è arrivata puntualmente dopo l'addio di Vicente Del Bosque. Da oggi questo cinquantenne allenatore ex Porto, un passato da portiere del Barcellona e Real Madrid (come riserva), è infatti il nuovo selezionatore della Spagna (per i prossimi due anni), uscita con le ossa rotte dalle ultime edizioni di Mondiali ed Europei.
Il presidente Angel Maria Villar ha sfogliato a lungo la margherita, ma Lopetegui è sempre stato in cima alla lista dei candidati alla panchina delle Furie Rosse. Con il trascorrere delle settimane sono venute meno le nomination di Paco Jemez, Joaquin Caparros e Michel, tutti considerati inadatti al ruolo di riportare le Furie Rosse ai fasti del recente passato. Il basco Lopetegui avrà dunque il compito di traghettare la vecchia nazionale dei Sergio Ramos, dei Piquè, degli Iniesta e dei David Silva verso le novità Alvaro Morata, Thiago Alcantara, Lucas Vazquez, Koke e Bellerìn (tanto per fare qualche nome di giocatori comunque già affermati). E' una scelta logica, perchè l'ex allenatore del Porto, club in cui ha ottenuto discreti risultati, ha una carriera alle spalle da tecnico federale, con tanto di titolo di campione d'Europa vinto con la Rojita nel 2013 in Israele (in finale contro l'Italia, peraltro). Stimato da Pep Guardiola e amico di Luis Enrique, Lopetegui debutterà il prossimo primo settembre sulla panchina della Selecciòn nell'amichevole contro il Belgio. Presentato pochi minuti fa dal presidente federal Angel Maria Villar alla stampa spagnola, il neo commissario tecnico ha avuto parole d'elogio per il suo predecessore Vicente Del Bosque: "In questi anni ha fatto un lavoro fantastico ed esemplare e portato l'asticella molto in alto - l'omaggio al tecnico campione del mondo e d'Europa - adesso proveremo ad approfittare di quanto di buono il calcio spagnolo ha prodotto per molti anni. Non disperderemo il patrimonio tecnico di questa nazionale, nè dimenticheremo i grandi successi, ma nel calcio non si vive del passato. Siamo orgogliosi del nostro passato, ma dobbiamo guardare al presente e al futuro".
"Il calcio spagnolo ha ancora una generazione di grandissimi giocatori, e continuerà ad averla anche in futuro. Vogliamo avvicinare e divertire nuovamente il nostro pubblico, per far sì che il calcio spagnolo torni ad essere un esempio in tutto il mondo. L'esperienza al Porto mi ha insegnato molte cose. Di certo il Lopetegui di adesso è diverso da quello del Portogallo. Ho due anni in più e maggiore esperienza, e spero che tutto ciò mi possa aiutare a prendere le decisioni migliori per questa nazionale. Non ho intenzione di fare rivoluzione, bensì un'evoluzione del gioco della Spagna, abbiamo una base piena di giovani di grande talento e altri ne verranno fuori in futuro. Wolverhampton? Da quando è comparsa la possibilità di allenare la nazionale non c'è stato più nulla. Ora penso solo a fare il mio lavoro e a vincere le partite. Non so se si possa parlare di transizione, di certo ci sarà qualcosa di nuovo. Casillas? Non è il momento di parlare dei singoli, prenderemo le decisioni che riterremo più giuste al momento adeguato. Non è ancora il tempo delle convocazioni, ovviamente sceglierò i giocatori migliori e più in forma per ottenere buoni risultati. Sulla base di questo tipo di indicazioni deciderò anche se giocare con un falso nueve o con un attaccante vero: nel calcio non ci sono verità assolute".