Euro 2016 ha riservato varie sorprese ed inaspettati flop, qui sotto abbiamo stilato un XI di anti-eroi, campioni rimasti nell'ombra. É un 4-3-3 offensivo, con molte punte che non hanno rispettato le grandi attese della vigilia.

In porta troviamo Joe Hart: per lui un Europeo da dimenticare, con due papere contro Galles ed Islanda che hanno causato la figuraccia inglese, soprattutto quest'ultima decisiva ai fini dell'eliminazione. Nonostante arrivasse da una stagione ad alti livelli col City, Hart ha confermato la "maledizione" dei portieri britannici, al punto che qualcuno ha addirittura rimpianto Calamity James.

Nella difesa a quattro, Cahill e Smalling: i due centrali inglesi hanno mostrato tante lacune in momenti cruciali, come contro la Russia in occasione del pari beffa (Smalling) e nell'azione del pari islandese. Alquanto macchinosi, entrambi hanno mostrato scarse doti di impostazione e costruzione del gioco dal basso, non offrendo ulteriori soluzioni, oltre a Dier ed all'anarchico Rooney, diventato poi un peso tatticamente. Come esterni bassi, i due austriaci Dragovic e Alaba: il terzino destro è stato espulso nel primo match contro l'Ungheria e ha sbagliato un rigore pesantissimo contro l'Islanda, il duttile mancino del Bayern invece ha disputato un torneo alquanto sottotono, faticando spesso a trovare la posizione da mezzala/trequartista. Bocciati entrambi, assieme a tutta la nazionale austriaca, vista come outsider iniziale data l'ottima forma durante le qualificazioni, ma grande delusione nella fase a gironi.

A centrocampo proponiamo come mezzali Müller a destra e Arda Turan a sinistra: pochi spazi per il primo contro difese particolarmente chiuse, ci sarà tempo per rifarsi al Mondiale e, chissà, eguagliare Klose nella classifica all-time. Il secondo invece avrebbe dovuto portare la sua qualità a disposizione della Turchia, ma ha disputato un torneo alquanto anonimo. Come playmaker abbiamo invece Cesc Fabregas: chiamato a sostituire Xavi in nazionale, il centrocampista del Chelsea ha giocato sotto lo standard abituale, non offrendo il giusto apporto in fase di costruzione, limitandosi ad occasionali inserimenti e lasciando le redini a Silva ed Iniesta. Rimandato.

Davanti abbiamo un trio di numeri 9, 121 gol in tutte le competizioni ufficiali la scorsa stagione. Come ala sinistra Robert Lewandoski: il polacco non ha giocato male, purtroppo però in fase offensiva è rimasto spesso ingabbiato e le chances migliori sono capitate a Milik, con esiti non sempre positivi. Un gol in questa competizione per uno come lui è poco ma ha una buon alibi. Sul versante di destra Harry Kane: il bomber del Tottenham avrebbe dovuto guidare la spedizione inglese verso la gloria a suon di gol, ma si è visto solo per punizioni e calci piazzati spediti in curva. É parso stanco e poco incisivo, cercato poco e male ha sofferto la staticità generale della rosa. Nel ruolo di rifinitore Zlatan Ibrahimovic: lo svedese ha chiuso con zero tiri nello specchio e non ha saputo guidare la nazionale svedese, alquanto limitata tecnicamente (solo un gol, peraltro autogol, per la nazionale guidata da Hamren e zero tiri nello specchio). Per lui l'Europa in generale resta ancora un ostacolo. 

A disposizione: PyatovIgnashevich, Cana, Shevchuk; KonoplyankaSterling; Mandzukic.

Come c.t. di questa "disastrosa" formazione, Roy Hodgson: poche idee tattiche, tanta confusione e scelte alquanto discutibili (l'utilizzo di Wilshere palesemente fuori forma o la strana scelta di Kane tiratore dei calci piazzati), serve aggiungere altro? Il dimissionario tecnico inglese (con un ricco contratto da 5 milioni netti) ha spesso mostrato di non essere all'altezza del compito, sperando quasi sempre nei guizzi dei singoli. E per i Tre Leoni il digiuno continua. E dire che anche questa volta arrivavano al torneo da favoriti, grazie al bottino pieno nelle qualificazioni, piano piano le prestazioni hanno convinto sempre meno e l'incertezza è aumentata, fino al collasso.