Con l'Europeo ormai in archivio, è tempo di tirare le somme sulla rassegna calcistica che ha visto il Portogallo trionfare per 0-1 sulla Francia padrona di casa. L'XI ideale del torneo, scelto da noi della redazione VAVEL Italia, prende corpo dal modulo, 3-4-3 a trazione offensiva:

In porta abbiamo Buffon: ancora il migliore e lo ha dimostrato con parate superlative contro la Spagna e sul mezzo-pallonetto di Gomez. A 38 anni Gigi si conferma nell'elité del calcio europeo e mondiale. Ci teneva molto a questa competizione, sognava di vincerla e ha fatto commuovere molti con le sue lacrime al termine di Italia-Germania. Al Mondiale in Russia del 2018 (la sua ultima competizione internazionale prima del ritiro) ci arriverà da leggenda, pronto a scrivere nuove pagine nella grande storia degli Azzurri.

Nella difesa a tre troviamo Jeröme Boateng sulla destra: il fratello minore di Kevin-Prince, anche senza Hummels, è stato il mastino della retroguardia tedesca, ha dato quantità e qualità alla difesa, mostrando tutta la sua fisicità, nonché una buona lettura di gioco e buone qualità d'impostazione. D'altronde è il giocatore con più passaggi riusciti (54), seguito da Kroos (52). La sua uscita anticipata, oltre a togliere ulteriori centimetri ad una squadra già penalizzata dalle assenze di Hummels, Khedira e Gomez, ha di fatti consegnato il match ai transalpini. Unica sbavatura il fallo di mano ingenuo contro l'Italia. Nel ruolo di libero, invece, Leonardo Bonucci: sicuro, solido e tecnico, l'assist al bacio per Giaccherini è stato probabilmente il migliore del torneo. Bonucci ha dimostrato di essere tra i migliori centrali in circolazione, disputando prove autoritarie e salendo in cattedra nei momenti chiave (suo il rigore della speranza contro la Germania). Se Guardiola è intenzionato a prenderlo a 60 milioni qualcosa vorrà dire. Sull'out di sinistra invece abbiamo Pepe: odioso e spesso "animale" in campo, vero, ma il brasiliano naturalizzato portoghese è stato l'anima della retroguardia lusitana, offrendo prestazioni maiuscole e una presenza straordinaria in fase difensiva. Ha chiuso il suo Europeo con la vittoria finale e il premio di Man of the Match, senza nemmeno un'ammonizione in questa competizione. Leader.

A centrocampo, sull'out di destra la giovane rivelazione del torneo Renato Sanches: primo per dribbling riusciti nella manifestazione (22), il 18enne neo acquisto del Bayern dimostra di poter fare molto in carriera, anche se certe volte ha commesso errori d'inesperienza. Talento unico nel suo genere per qualità e prestanza fisica, il ragazzino si dimostra ancora acerbo sotto alcuni punti di vista, ad Ancelotti il compito di farlo crescere e trasformarlo in un top player. Il duo di centrocampo è un binomio di tecnica e dinamismo: abbiamo infatti il gallese Ramsey, miglior assist man del torneo con 4 passaggi vincenti, uomo chiave della sua nazionale assieme a Bale e grande assente nella semifinale del suo Galles col Portogallo, e il tedesco Kroos, che si conferma il miglior regista della sua generazione. La sua grande "naturalezza", unita ad una tecnica e lettura di gioco superiore, lo rende il prototipo del regista moderno. Ha solo 26 anni come il gallese, ma nel giro di qualche anno entrerà di diritto nell'albo dei grandissimi di questo ruolo come Xavi e Pirlo. Come esterno sinistro, la scelta ricade su Rafaël Guerreiro: vice campione d'Europa under21 e campione continentale quest'anno, il giovanissimo terzino da poco acquistato dal Borussia Dortmund è uno dei prospetti più interessanti della sua nazionale, buonassima tecnica e costante attenzione in fase di spinta/ chiusura. Da tenere d'occhio.

Là davanti, all'ala destra, Gareth Bale: il gallese ha letteralmente trascinato la sua nazionale ad un passo dall'impresa, con ottime prestazioni e tanta libertà in campo, svariando come jolly d'attacco alle spalle della punta Robson-Kanu. Spesso il primo in fase di copertura e sempre pericoloso da fuori, ha dovuto arrendersi al cospetto dell'amico Ronaldo. Come ala sinistra, invece, Dimitri Payet: il fantasista del West Ham ha confermato l'ottima annata col club anche in nazionale, caricandosi sulle spalle la Francia che era apparsa in difficoltà inizialmente. È calato un po' nel finale, ma per il resto pedina importante per i galletti. Falso centravanti, nel cuore dell'attacco, "le petite Diable" ovvero Antoine Griezmann: dopo una partenza difficile, con tanto di panchina "punitiva" assieme all'amico Pogba, il gioiello dell'Atletico si è poi sbloccato senza più fermarsi, con 6 gol (capocannoniere del torneo) e due assist, o quasi, dato che Eder gli ha impedito di coronare il sogno Europeo. Per lui l'ennesima delusione dopo la finale di Champions persa contro il Real e la Liga sfumata alla terzultima giornata, avrebbe potuto tranquillamente vincere il pallone d'oro.

A disposizione: Rui Patricio; Fonte, Williams, PazdanJoao Mario, Allen; Cristiano Ronaldo.

Il c.t. di questa nazionale ideale è Antonio Conte. Una parola caratterizza maggiormente quello che è stato il suo ottimo operato, prima di arrendersi ai rigori contro la Germania: organizzazione. Ha saputo dare un'anima alla nazionale nonostante il pessimismo generale, compiendo capolavori tattici contro il Belgio e la Spagna che hanno messo in risalto tutta la solidità del blocco Juve, con cui ha vinto tre scudetti. L'anno prossimo in Premier sarà da tenere d'occhio come outsider nella corsa al titolo.