Italia - Germania è un classico senza tempo del calcio mondiale. Viverla da appassionati di calcio non deve essere male, ma sentirla da tifosi è certamente tutta un'altra musica. L'elettricità che passa nei 90 minuti (o 120, visto il trend) nei cavi virtuali che collegano i cuori dei calciatori a quelli dei tifosi manda scosse continue, lascia senza fiato chiunque ami la maglia azzurra così come quella bianca teutonica. La grinta, la determinazione e la voglia di vincere sono sensazioni dominanti nella testa dei giocatori, ma unite alla lucidità di saper essere al posto giusto al momento giusto. Non c'è partita senza tatticismi, non c'è calcio senza movimenti e azioni chiave. Chiedete ad Antonio Conte se ne sa qualcosa, lui che in panchina si sbraccia per l'intera durata della gara, urlando indicazioni col doppio intento di caricare gli undici e mantenerli nelle proprie posizioni.

Non sono notizie di oggi quelle riguardanti gli infortunati Candreva e De Rossi e lo squalificato Thiago Motta, i quali non saranno della partita. I sostituti dal primo minuto sembrano tracciati da diverso tempo: Stefano Sturaro in mezzo al campo e Alessandro Florenzi sulla fascia destra. Il discorso riguardante il mediano della Juventus è tanto semplice quanto delicato, essendo un giocatore molto diverso per caratteristiche dal titolare del ruolo nelle scorse partite: le doti di incontrista non sono in dubbio, comprovate e supportate dalle prestazioni in bianconero, mentre permangono più dubbi sul lavoro in fase di impostazione.

A sinistra, i passaggi (riusciti e non) di Daniele De Rossi nel match contro la Spagna (54 minuti giocati), a destra la stessa statistica di Sturaro contro l'Irlanda (90 minuti giocati), anche se in quella partita il giovane della Juventus è stato utilizzato come interno destro di centrocampo.

Non è logicamente solo questione di passaggi riusciti o meno, ma più che altro della tipologia di passaggi: è infatti notevole come De Rossi abbia cercato svariate volte la verticalizzazione immediata sulla punta appena recuperata palla, cosa che non si può invece altrettanto sottolineare per Sturaro. Assumerà dunque un ruolo fondamentale in questo contesto Leonardo Bonucci, il regista arretrato spesso preso dalla punta in pressione: Guidetti con la Svezia, Long con l'Irlanda, Morata con la Spagna.

E con la Germania? Mario Gomez, un tipo di attaccante che non comprende tra le proprie caratteristiche l'attitudine alla marcatura del primo portatore di palla. Da ricordare in ogni caso come il Belgio (grafico a sinistra) lasciò spazio al 19 azzurro per sventagliare a destra, a sinistra e anche centralmente. Il duo composto da Sturaro e da Bonucci dunque assume le sembianze di un metronomo di gioco e soprattutto punto chiave del baricentro: assolutamente fondamentale sarà non schiacciarsi all'indietro, lasciando campo ad una Germania che non solo l'uno-contro-uno lo accetta, ma lo sa anche sfruttare come pochissime altre squadre all'Europeo, forse solo la Francia e il Belgio, che hanno però lacune in altre zone del campo.

Due maniere assolutamente differenti di affrontare la Germania: da un lato i più spregiudicati Polacchi, sempre pronti alla ripartenza e con un baricentro sufficientemente alto su tre linee, a sinistra la Slovacchia, vittima sacrificale dell'ottavo di finale, in campo con più difensori che centrocampisti e attaccanti messi insieme. Heatmap che rispecchiano l'atteggiamento.

Vietato arretrare, dunque, ma nemmeno sbilanciandosi troppo in avanti: attaccare la Germania concedendo spazi sembrerebbe più un suicidio tattico che un atteggiamento spregiudicato. Lasciare anche solo un metro di spazio sugli esterni da attaccare a Draxler e Muller risulterebbe mortifero, specialmente considerato anche il recupero mentale di Mario Gomez, apparso decisamente più vivace in fase di possesso, capace di muoversi sul fronte sfruttando il proprio fisico per ritagliarsi spazi in mezzo ai difensori avversari, vedasi il gol contro la Slovacchia. Indubbiamente sarà complicato per gli azzurri rimanere alti, ma l'ordine e la presenza sulle linee di passaggio possono fare la differenza, come dimostrato contro la Spagna, nella quale sono stati ben 22 gli intercetti (grafico sotto), i quali hanno poi quasi sempre portato a una riconquista del gioco e dell'azione costruita con calma e raziocinio, avendo anche la possibilità di rifiatare.

Bloccare i palleggiatori tedeschi non sarà infatti una passeggiata, vista l'intelligenza dei due maggiori creatori di gioco. Toni Kroos è la fonte primaria di impostazione, basso nei due di centrocampo, mentre Mesut Ozil agisce da trequartista con la possibilità di svariare sugli esterni, atteggiamento tipico del caracollante fantasista dell'Arsenal. Piuttosto che provare a bloccarli singolarmente, sembrerebbe più sensato lavorare, come anticipato, sulle linee di passaggio. Facile pensare che sul regista basso del Real Madrid vada una delle due punte, probabilmente Eder per caratteristiche è più adatto a fare un lavoro di pressione che è già stato molto abile a svolgere ad esempio contro il Belgio, ma anche Pellè stesso.

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La heatmap di Eder e Pellè contro il Belgio mostra l'importante presenza in mezzo al campo, oltre che in avanti. Il secondo avrà probabilmente il compito di tenere maggiormente alta la squadra utilizzando la fisicità.

Tra i due avanti sembra l'italo-brasiliano colui che potrebbe spezzare la partita e la difesa tedesca: la forza fisica della retroguardia di Low potrebbe essere messa a dura prova dalla velocità e dalla tecnica dell'attaccante dell'Inter, già capace di mettere in crisi Ramos e Piquè, sfruttando proprio le concentrazioni che il compagno attrae con l'abilità nel gioco aereo. 

Dalla parte della Germania esiste un vantaggio non indifferente di natura numerica, la superiorità sulle fasce. Se a destra sussiste ancora un ballottaggio a tre (o addirittura a quattro) per coprire le spalle e sovrapporsi a Muller, dall'altra parte esiste la certezza Hector sulla stessa linea di Draxler. Il terzino del Colonia sfrutta spesso e volentieri i movimenti del fantasista del Wolfsburg per attaccare quello spazio sulla fascia che lo porta a crossare con facilità: contro Polonia e Slovacchia sono arrivati 19 cross, nessuno di essi sfruttato però dalle punte. A destra sembrerebbe un ballottaggio aperto tra Kimmich, Can, Howedes e Mustafi. Auguri a Low.

Le scelte di formazione degli allenatori non dovrebbero comunque influenzare molto le idee tattiche, posto che Conte insisterà sul 3-5-2 e il suo dirimpettaio sceglierà il modulo 4-2-3-1 con il puntero Gomez davanti, dopo aver bocciato l'idea Low e aver ritrovato il proprio attaccante di peso. Per il resto, parola ai fuoriclasse e ai lampi di genio.

Il fantasma dell'amichevole di Monaco di Baviera, terminata 4-1 in favore dei tedeschi, è invisibile, è svanito dopo le prestazioni convincenti contro Belgio e Spagna. L'Italia con la testa e con il cuore vuole eliminare i campioni del mondo, "più una squadra che una selezione nazionale", come ha specificato Conte. La storia parla chiaro ed è schierata verso gli azzurri, ora tocca al prato di Bordeaux emettere il proprio verdetto.