La sconfitta a Saint Denis contro l'Italia, negli ottavi di finale di Euro 2016, sembrerebbe aver sancito la fine del sodalizio tra la Spagna e Vicente del Bosque. Mai come in questo caso il condizionale è d'obbligo, perchè lo stesso tecnico ex Real Madrid non si è dimesso, ma ha dichiarato dopo la partita che dovrà "parlare con i vertici della federazione per delineare il futuro della nazionale".

Una Roja in cerca di allenatore, almeno stando a quanto riportato dai media spagnoli, che non credono a una riconferma dell'uomo che ha vinto un Europeo e un Mondiale con la Selecciòn (nel 2008 in panchina a Vienna c'era Luis Aragonès), e riferiscono di una lunga lista adesso al vaglio del presidente federale Angel Maria Villar. Il primo nome sul taccuino era quello di Julen Lopetegui, catalano e amico di Pep Guardiola, per tre anni alla guida del Porto con ottimi risultati. Opzione da scartare, perchè da stamattina Lopetegui è il nuovo allenatore del Wolverhampton, club della seconda divisione inglese. Ecco spuntare dunque il profilo di Francisco "Paco" Jemez Martin, negli ultimi anni apprezzatissimo tecnico del Rayo Vallecano, retrocesso proprio nell'ultima disgraziata stagione. Quarantasei anni, stimato per la sue idee di calcio molto offensive e basate sul possesso palla, il quarantaseienne Jemez ha da poco firmato con il Granada, ma nel suo contratto è presente una clausola che gli consentirà di liberarsi in caso di chiamata della nazionale, con gli andalusi costretti a fare buon viso a cattivo gioco. Situazione diversa invece quella che riguarda Marcelino Garcia Toral, che nell'ultima annata ha condotto il Villarreal fino alla semifinale di Europa League contro il Liverpool e al quarto posto in Liga, che gli garantirà la possibilità di giocarsi i preliminari con il Submarino Amarillo nel prossimo agosto. Difficile strapparlo al club della comunità valenciana, che su di lui ha costruito un progetto a lunga scadenza che sta già raccogliendo dividendi. 

Ecco perchè al momento il candidato numero uno per "el banquillo de la Selecciòn" è Joaquin Caparròs, non esattamente un profilo noto al grande pubblico, ma tecnico descritto come un sergente di ferro e reduce da varie esperienze in provincia (Maiorca, Levante e Granada le sue ultime fermate) e soprattutto dal positivo quadriennio 2007-2011 alla guida dell'Athletic Bilbao. Sessant'anni, Caparròs, viene indicato come allenatore ideale per dare nuovi stimoli a un gruppo da ricostruire anche dal punto di vista psicologico. Restano però altre suggestioni, rappresentate innanzitutto da Michel, leggendario esponente della Quinta del Buitre del Real Madrid degli anni Ottanta, che si è costruito una carriera in panchina di tutto rispetto prima con il Getafe (peggio al Siviglia) e con i greci dell'Olympiacos, mostrando sempre un calcio particolarmente propositivo. A lungo dato come erede di Carlo Ancelotti al Real nell'estate scorsa, ha alla fine accettato le lusinghe dell'Olympique Marsiglia, sostituendo quest'anno Marcelo Bielsa sulla panchina del Velodrome, ma finendo per essere a sua volta esonerato in primavera. In ultima fila il nome di Josè Antonio Camacho, per certi versi personaggio di un'altra era del calcio spagnolo, uomo per tutte le stagioni, già visto come selezionatore della Spagna dal 1998 al 2002 e protagonista nel 2005 di un interregno al Real Madrid. I migliori risultati della sua carriera recente li ha ottenuti con il Benfica, mentre negli ultimi anni ha fatto parlare di sè per aver guidato (dal 2011 al 2013) la Cina, avventura finita prima del tempo e sostanzialmente fallimentare. L'ultimo candidato alla panchina spagnola resta proprio Vicente Del Bosque, anche se le sue chances di rimanere in carica per altri due anni sono sempre più in ribasso.