Parlare di tattica e analisi a volte può sembrare noioso. In effetti, il calcio, in particolare per quelle competizioni dove le Nazionali sono protagoniste, vive di emozioni forti e sentimenti spesso poco lucidi. E' anche vero però, che conoscere il perché una squadra o una Nazionale è riuscita a battere un'avversaria diretta può essere spiegato anche attraverso schemi di gioco e accurate analisi.
Oggi, alla vigilia dei quarti di finale di Euro 2016, il nostro obiettivo è proprio quello di tuffarci a piedi uniti in questo universo, per conoscere quali saranno le chiavi tattiche che andranno a decidere le varie sfide.
Il tabellone di Euro 2016, nella sua parte alta, ha messo a confronto due Nazionali storicamente e culturalmente diverse come Polonia e Portogallo. I bianco-rossi si sono resi piacevoli protagonisti di questo europeo grazie ad una fantastisca organizzazione difensiva che ha permesso alla Nazionale dell'est di avanzare fino al G8 europeo. I lusitani invece, dopo un cammino claudicante hanno trovato le misure al torneo, riuscendo nell'impresa di battere l'acceditata Croazia negli ottavi di finale.
Domani, nel maestoso Velodrome di Marsiglia le due Nazionali andranno a contendersi una semifinale che per la Polonia sarebbe storica, mentre per il Portogallo l'ennesima dimostrazione di forza in campo europeo. Capire chia sia favorito è difficile, ma non impossibile, soprattutto facendo affidamento a quelli che sono stati i match precedenti delle due Nazionali.
La Polonia di Adam Nawalka non ha incantato ne per qualità di gioco, ne per idee. La ricetta del successo sta tutta nella compattezza di due linee da quattro ben disposte in campo; nella forza di un reparto difensivo roccioso, e nel lavoro dispendioso dei quattro esterni in campo, spesso chiamati a superare i propri limiti atletici. Błaszczykowski ad esempio, sin qui è stato l'emblema di questa Nazionale: il centrocampista tutto fare della Fiorentina si è reso protagonista con due gol e un assist partecipando al 100% dei gol siglati dalla Polonia.
Le condizioni tattiche che Nawalka ha costruito per l'esterno ex Dortmund sono perfette: in fase di riconquista palla, grazie al lavoro di Krychowiak, - uomo d'ordine e sostanza nel cuore del centrocampo - Kuba ha carta bianca per sganciarsi dalla linea di quattro per andare a formare quasi un tridente con Lewandowski e Milik.
Se il pallone arriva direttamente a Błaszczykowski l'esterno può proseguire la sua corsa tentando il dribbling, il cross, o lo scambio con la prima punta che attraverso il suo movimento ad uscire crea lo spazio per l'arrivo verso il centro di Milik, prontamente seguito dall'altro esterno Grosicki. Questa mossa tattica ha funzionato a meraviglia nel caso del gol di Milik con l'Irlanda del Nord.
Kuba però, è bravo anche nel finalizzare l'azione sia in ripartenza che al termine di un'azione manovrata. Il suo movimento ad uscire verso la parte del destro è risultato micidiale in occasione delle sue due reti con Ucraina e Svizzera, fondamentali per permettere ai suoi di accedere ai quarti di finale.
Oltre alle note positive che vedono in lista anche i nomi dell'inesauribile Grosicki, esterno opposto a Błaszczykowski dotato anch'esso di grande corsa e dinamismo, e Krychowiak, la Polonia ha messo le tende in Francia grazie all'apporto della sua difesa. Composta da calciatori di grande esperienza come Fabiański, Piszczek e Glik, Nawalka ha trovato anche in Pazdan, e Jędrzejczyk elementi preziosi per completare un reparto di assoluto affidamento. Nella fase a gironi, la Polonia non ha concesso nessun gol, oltrepassando anche l'ostacolo Germania con relativa sicurezza. La Polonia si affida molto alla compattezza del reparto oltre alla fisicità dei suoi interpreti, Glik su tutti: anche con la Germania la squadra non ha sofferto a centrocampo, consentendo alla difesa di leggere in anticipo le mosse di un'avversaria che nell'occasione giocò senza un centravanti di peso.
Questo elemento va considerato con molta attenzione dato che anche il Portogallo non ha attaccanti lunghi, abili nel gioco aereo. Dunque, questa potrebbe essere una carta a favore per la solida difesa polacca, sin qui battuta solo dalla prodezza di Shaqiri, imparabile anche per un Fabianski rivelatosi in forma strepitosa.
Non è tutto oro quel che luccica. Infatti, non stiamo affatto parlando di una Nazionale perfetta, ma semplicemente di una sqaudra organizzata che sino a questo punto ha mostrato anche alcuni difetti. Il più grande abbiamo avuto modo di vederlo nella seconda metà del match con la Svizzera.
D'improvviso, reduce da un primo tempo controllato alla perfezione, la Polonia ha abbassato il proprio raggio d'azione, favorendo il ritorno svizzero. Il centrocampo non ha retto l'urto, abbassando in trincea la propria linea; l'attacco di conseguenza, si è trovato lontano dal resto della squadra, lontano dalla porta e facile preda della difesa ospite. La Polonia non è riuscita più a salire, subendo la pressione avversaria che ha messo in crisi anche il possesso palla bianco-rosso.
In questo grafico possiamo vedere i passaggi non portati a termine dalla Polonia nel corso del secondo tempo con la Svizzera. Dopo una prima parte di gara condotta alla perfezione, nella ripresa la Nazionale di Nawalka si è abbassata, non riuscendo ad innescare le sue ali ne a destra ne a sinistra. Emblematica la gran quantità di frecce rosse (che appunto indicano un passaggio sbagliato) provenienti dalla difesa verso le due corsie.
L'altro grave difetto di questa Nazionale, riguarda lo scarso feeling del proprio attacco con la rete. Per chi ha seguito la fase di qualificazione verso Euro 2016 tutto ciò può sembrare assurdo dato che la Polonia è stata la squadra che ha segnato di più in assoluto (33 reti), con Lewandowski che si è laureato capocannoniere.
Invece, i dati relativi al binomio offensivo Milik - Lewandowski parlano chiaro: 1 gol, quello segnato dal giovane dell'Ajax all'esordio e tante, tantissime occasioni fallite. A dirla tutta, Lewandowski non ha quasi mai beneficiato del lavoro della squadra, mentre Milik sì, si è trovato spesso e volentieri nelle condizioni di andare a segno. Il duo capace di mettere a referto 19 reti durante le qualificazioni, ha steccato anche con la Svizzera nonostante un avvio più che mai aggressivo in cui la Polonia ha dominato il campo.
In questo grafico in cui viene immaginata la porta della Svizzera, attraverso le frecce e i palloni possiamo vedere rappresentate le conclusioni a rete della Polonia nella prima mezz'ora: ben 6. Di queste, solo una ha trovata lo specchio della porta. Segnale della scarsa precisione e della poca lucidità nel quale verte l'attacco polacco.
Il cammino che ha portato il Portogallo fino ai quatri di finale di questo Euro 2016, è stato a dir poco travagliato. La Nazionale allenata da Fernando Santos non ha mantenuto le aspettative iniziali, incappando in una serie di pareggi che le hanno complicato la vita. Dopo aver steccato in modo clamoroso con Islanda e Austria, nel match con l'Ungheria Cristiano Ronaldo ha preso per mano la sua amata Nazionale, anche se i problemi di fondo - come ha dimostrato il 3-3 finale - sono rimasti.
Nonostante i tre pareggi e un gioco tutt'altro che entusiasmante, la Nazionale Lusiatana è riuscita a rientrare in gioco come ultima tra le migliori terze. Il tabellone, dunque, l'ha spostata dal basso verso l'alto, dove non sono posizionate le cosiddette Big. Nonostante la situazione favorevole, negli ottavi di finale la squadra di Santos si è trovata a fronteggiare la forza di una Nazionale di ottima costruzione come la Croazia. I favori del pronostico erano tutti per i balcanici, eppure, al termine di un match che si è protratto fino ai tempi supplementari, il Portogallo è riuscito a spuntarla.
Ora, ufficialmente ritenuta come una mina vagante, la Nazionale lusitana trova sul suo cammino l'organizzazione di una temibile Polonia, squadra che almeno sulla carta sembra perfetta per mettere a nudo i grandi limiti dei portoghesi.
Sin dal match d'apertura con l'Islanda, ciò che ha destato maggior stupore, è stata l'incapacità di costruire gioco passando per il lavoro del centrocampo. Il Portogallo infatti, nonostante il modulo iniziale fosse un 4-3-3 di grande movimento ed inventiva, ha fatto fatica ad innescare i propri attaccanti. Joao Mutinho è stato accusato di scarsa condizione fisica; William Carvalho, ottimo in fase di interdizione, non ha le caratteristiche per cucire gioco, mentre il gioiello André Gomes ha maggior attidudine alla corsa e all'inserimento dietro la linea difensiva. In realtà, come dicono le statistiche, il Portogallo gioca molto il pallone in mezzo al campo, ma una volta interpellati gli esterni, l'azione inizia a ristagnare nei pressi dell'area avversaria, perdendo di velocità, pericolosità ed efficacia.
Il grafico in questione mette in risalto la grande prova di Joao Mario nel match con l'Islanda. Il 10 schierato da attaccante esterno, è stato spesso impegnato a cnetrocampo, andando a ricoprire diverse mattonelle. Il suo contributo e la sua precisione nei passaggi (il 100%), sono una dimostrazione di quanto il centrocampo del Portogallo abbia qualità. Nonostante ciò, nemmeno Mario è riuscito ad innescare Nani e CR7: tutti i suoi tocchi infatti, non hanno mai avvicinato la porta avversaria.
Tutto ciò, è stato amplificato anche da un reparto, quello difensivo, in cui gli automatismi sono stati tutt'altro che perfetti. Nulla a che fare con l'organizzazione della Polonia: il Portogallo non ha impressionato ne per compattezza ne per attenzione. Il gol di Bjarnason con l'Islanda è un chiaro manifesto delle difficoltà incontrate dai portoghesi. Sulla rapida ripartenza islandese, il centrocampo non ha saputo porre rimedio, lasciandosi oltrepassare non solo dall'uomo in possesso palla ma anche da un secondo uomo - Bjarnason appunto - che è stato in grado di inserirsi in area di rigore senza nessuno che andasse ad impedire il suo movimento. Dall'altra parte del campo, il terzino opposto non ha contenuto il cross che, una volta superata la coppia di centrali, ha visto Vieirinha commettere il clamoroso errore.
Dagli errori dell'esordio il Portogallo ha rimediato in parte nelle uscite successive. Dopo aver concesso una quantità industriale di palle gol all'Ungheria, Fernando Santos ha capito che qualcosa nello scacchiere tattico dei suoi andava cambiato. Il Portogallo infatti, risulta essere la Nazionale con più tiri in porta, ma tra quelle rimaste ha una differenza reti bassissima, appena +1.
Il lavoro dell'ingegniere Santos è stato evidente, e nel match da dentro o fuori con la Croazia, molte cose sono cambiate a cominciare dal modulo di partenza. Il 4-3-3 rivelatosi sterile ha lasciato spazio ad un 4-4-2 più quadrato che ha permesso al Portogallo di avere superiorità numerica a centrocampo.
Oltre al modulo, anche alcuni interpreti si sono avvicendati: Fonte, centrale dalle grandissime doti fisiche, si è piazzato accanto a Pepe per formare una cerniera difensiva difficile da superare. Anche sulla corsia destra, l'inserimento di un uomo più statico come Cedric ha permesso maggiori sicurezze al reparto. A centrocampo, Santos ha sorpreso molto con l'utilizzo di Adrien Silva per Moutinho. La scelta si è rivelata un fiasco, ma il commissario tecnico ha saputo rimediare inserendo un Renato Sanches finalmente devastante.
Pensando a quello che è stato il contributo del giovane centrocampista del Bayern, nel match con la Polonia sarà proprio Sanches ad affiancare William Carvalho in un centrocampo finalmente equilibrato e atletico. Joao Mario ha dato ancora una volta certezze, proponendosi sia in zona gol che in fase di ripiegamento, proprio come chiesto dal suo ct. Chi ha sofferto di più è stato André Gomes, spostato a sinistra ed in chiara difficoltà nel dialogo con i comapgni. Gomes è stato comunque prezioso per fare in modo che la difesa non soffrisse le incursioni delle ali croate, Perisic e Brozovic.
Proprio questo potrebbe essere un punto sul quale focalizzare molte attenzioni dato che anche la Polonia sfrutta al massimo le corsie. Dunque, ci sembra scontato che Santos resti sul 4-4-2 per coprire al meglio sia la porzione centrale del campo, sia l'esterno.
Solo sette i passaggi riusciti da parte di André Gomes contro la Croazia. La mezz'ala del Valencia ha ricoperto un compito difensivo, che però è sembrato non fare alle sue caratterisiche.
Correzioni a parte, anche nel nuovo assetto tattico studiato dal Portogallo esitste un punto debole. Almeno contro la Croazia, l'attacco dei portoghesi è stato praticamente nullo. Nani ha provato a combattere nel mezzo con Vida, mentre Ronaldo, che ama partire largo per poi accentrarsi, è stato sovrastato sia sul piano fisico che sul piano aereo da Corluka. L'innesto di Renato Sanches è stato determinante anche per dare degli strappi che favorissero l'attacco lusitano, mal disposto anche dopo l'ingresso di Quaresma.
Questo ultimo grafico ci mostra le posizioni medie di Ronaldo durante tutto il match con la Croazia. Il fuoriclasse di Madeira gioca a sinistra, ma spesso e costretto a rientrare anche nella propria metà campo per dare una mano al nuovo Portogallo degli operai. E' incredibile il fatto che uno come lui non entri praticamente mai nell'area di rigore avversaria.
Sofferenza e ordine hanno permesso nel finale del secondo supplementare la resistenza sulla Croazia, beffata proprio alla fine dal più classico dei contropiedi: palla recuperata da Ronaldo, fuga di Nani a sinistra, sovrapposizione dello stesso CR7 a destra. Conduzione rapida di Renato che attende anche Quaresma prima di scaricare per Nani che restituisce a Ronaldo. Il tiro dell'ex pallone d'oro diventa un cioccolatino per Mr. "Trivela" Quaresma.
Così, giocando lontanissimo dall'area di rigore avversaria, senza mai calciare in porta e con una percenutale di possesso palla mai così bassa, il Portogallo è riuscito a sfondare i croati. Poche mosse, facili e letali che anche la Polonia degli esterni e di un attacco altrettanto spuntato, dovrà prendere nota.