L’Inghilterra di Roy Hodgson sbatte la testa contro il muro slovacco. Vuoi per sfortuna (tanta), vuoi per poca lucidità negli ultimi metri, i Tre Leoni non riescono a passare ed il pallone sembra non voler entrare: le parate eccellenti di Kozacik ed i ripetuti blocchi della retroguardia di Kozak (ben 6 difensori in campo nel finale) costringono Vardy e compagni allo 0-0 e al possibile spauracchio Portogallo (non amatissimo in patria per i brutti ricordi ad Euro 2004 e Mondiale 2006) negli ottavi di finale, sempre se Ronaldo e co. riusciranno a vincere contro l'Ungheria. Grande la beffa, perché il Galles abbatte la Russia (3-0) e si aggiudica il primo posto del girone.

L'ANALISI- Roy Hodgson effettua sei cambi rispetto all'XI iniziale e toglie l'ossatura degli Spurs, ad eccezione di Dier (Kane, Alli, Walker e Rose), più Rooney e Sterling per il quartetto del Liverpool (Sturridge, Henderson e Clyne si aggiungono al titolare Lallana) più Bertrand, Wilshere  e Vardy. E la differenza si vede: Inghilterra martellante fin dai primi minuti, le sovrapposizioni di Clyne funzionano a meraviglia, Lallana e Henderson sono spesso pericolosi tra le linee nel 4-3-3 molto mobile di Hodgson e davanti Vardy lotta come un leone su tutti i palloni, ma non solo: è quasi sempre una spina nel fianco per la retroguardia slovacca, con la sua velocità, devastante negli spazi, a punire le falle del sistema di Kozak.

É grazie a Kozacik soprattutto se la Slovacchia rimane in partita, in ombra Hamsik. Nella ripresa, forse perché conscia della contemporanea sconfitta della Russia, la Slovacchia cerca di chiudersi e di portare a casa un pari importante nell'ottica delle migliori terze. Hodgson inserisce Rooney e Alli per Wilshere e Lallana e proprio il baby talento sfiora il gol poco dopo, ma Škrtel salva sulla linea a portiere battuto. L'Inghilterra col passare dei minuti cerca meno le sovrapposizioni sugli esterni e prova inutilmente a sfondare per vie centrali, anche se lo spazio é particolarmente intasato e Vardy ne risente molto. Alla fine un pari che sa di beffa per gli inglesi, che avrebbero meritato i tre punti per quella che è finora la loro miglior prestazione del torneo.

TOP E FLOP- In un match a senso unico, il migliore é stato senza dubbio Dier, non sbaglia un passaggio che sia uno. Il giovane play inglese, nato e cresciuto calcisticamente in Portogallo allo Sporting Lisbona come difensore, per poi tornare in patria alla corte di Mauricio Pochettino, con cui gioca talvolta terzino e da quest'anno mediano in coppia con Dembelè, non si limita ai tocchetti orizzontali, vedasi la sventagliata con cui smarca Sturridge al 39’. Non ha nemmeno bisogno di correre troppo, perché è sempre al posto giusto, e nelle poche occasioni in cui gli slovacchi provano a impostare artiglia palloni a centrocampo e organizza le ripartenze inglesi. E dire che il ragazzo ha debuttato in nazionale solamente a marzo contro la Germania, eppure ha già la stoffa del veterano, da seguire con grande attenzione nei prossimi anni.

La nota negativa per gli inglesi, che nel primo tempo macinano gioco ed occasioni, è Wilshere: quando salti una stagione intera e ritorni praticamente a maggio ci sono due possibilità: o sei fresco come una rosa o sei arruginito come una Trabant abbandonata. Per il centrocampista dell’Arsenal vale purtroppo la seconda opzione, difetta in misura, cambio di passo e visione di gioco. Dei sei nuovi titolari schierati da Hodgson ieri sera, di gran lunga il più incolore, seguito a ruota da un abulico Bertrand. Molto bene tra i “nuovi”, invece, il duo Liverpool Clyne – Henderson che si cercano e trovano a meraviglia. 

LA CHIAVE TATTICA – O meglio la possibile chiave tattica. L’ingresso di Kane al 76’ e il rombo spregiudicato tentato da Roy. Il neo-entrato attaccante degli Spurs e Vardy di punta, Rooney vertice alto del “diamond” di centrocampo e Alli intermedio sbilanciato in avanti. Nemmeno così, però, l’Inghilterra trova la chiave giusta per scardinare il rifugio slovacco.

LA GIOCATA PIU’ BELLA: Il passaggio di Henderson al 17’ che tira la volata a Vardy. La parata di Kozacik sulla punta del Leicester è da applausi, ma il modo in cui il centrocampista dei Reds taglia fuori sei avversari in un colpo solo merita il gradino più alto del podio.