Per una nazionale che negli ultimi venticinque anni aveva avuto a disposizione il talento del "solo" mago Ryan Giggs, poter oggi contare su un duo come quello composto da Aaron Ramsey e Gareth Bale è un lusso che pochissime altre squadre possono vantare, persino tra le selezioni più blasonate e prestigiose di Euro 2016. Ramsey e Bale, due atleti che danno del tu al pallone e che hanno trascinato il Galles al primo posto nel gruppo B, con conseguente storica qualificazione agli ottavi di finale della rassegna continentale.
Nonostante la sconfitta beffarda nel derby con l'Inghilterra (gol di Daniel Sturridge nel finale per il 2-1), gli uomini di Chris Coleman si sono dimostrati la squadra più competitiva del loro girone, prima sconfiggendo la sempre ostica Slovacchia di Marek Hamsik, poi demolendo una Russia in totale decadenza a due anni dai Mondiali di casa. Il sistema di gioco dei britannici si basa proprio sulle caratteristiche migliori delle sue due stelle: campo davanti a Gareth Bale, duecentista sottratto all'atletica leggera, dotato di un mancino magico (due reti su punizione, chiedere a Kozacik e Hart per informazioni), e spazio per gli inserimenti di Aaron Ramsey, moto perpetuo, tecnica da centrocampista totale e gambe e polmoni da mezzofondista. Sono loro, mister cento milioni e il redivivo giocatore dell'Arsenal, a rappresentare al meglio l'orgoglio gallese, in una squadra di lotta e di governo che da adesso in poi diventerà una mina vagante per tutti, in particolar modo nelle partite secche, dove un'accelerazione, una giocata di qualità può fare la differenza. E' un Galles consapevole dei suoi limiti quello messo a punto dal commissario tecnico Chris Coleman: davanti al portiere Hennessey del Crystal Palace si schiera una linea difensiva a cinque (dall'altra parte della Manica non hanno problemi a chiamare le cose con il loro nome), con Gunter e Taylor sugli esterni e il capitano Ashley Williams a dirigere le operazioni in mezzo insieme a Chester e Davies.
E' però il centrocampo il reparto più camaleontico di una nazionale che non sa solo correre, ma dispone anche di giocatori tecnicamente validi e tatticamente pronti. E' il caso di Joe Allen del Liverpool, riciclatosi nel ruolo di mezz'ala di copertura, non più uomo che attacca sempre gli spazi, ma equilibratore della mediana insieme al più ruvido Ledley King. Tutti disposti per lasciare Bale e Ramsey liberi di giocare in spazi larghi: il terzo gol segnato ieri a Tolosa contro la Russia è particolarmente esplicativo, con il numero dieci che scorazza sulla trequarti prima di trovare uno splendido filtrante sull'esterno per l'attaccante del Real Madrid, che controlla e beffa di fino il povero Akinfeev. In questo sistema c'è spazio anche per una punta di ruolo, Robson-Kanu o Vokes a seconda delle necessità, non realizzatori ma centravanti che tengono palla, fanno salire la squadra e arretrano in fase difensiva. Nell'era del nuovo catenaccio, il Galles si difende con ordine e con idee chiarissime sul cosa fare una volta recuperato il pallone: andare in verticale per Bale o sfruttare la spinta degli esterni. Il tutto con Ramsey sempre pronto a materializzarsi in area da un momento all'altro, vero incubo per le difese avversarie. Individuati limiti e punti di forza del materiale a disposizione, Chris Coleman ha dato alla sua nazionale un gioco per riconoscibile, particolare tutt'altro che trascurabile a livello di selezioni, mentre altre squadre più talentuose si affidano all'improvvisazione.