Non le manda a dire, come al solito, Daniele De Rossi, che intervenuto quest'oggi in conferenza stampa ha toccato temi che esulano dalla sfida che l'Italia di Antonio Conte disputerà mercoledì sera contro l'Irlanda di Martin O'Neill. Il primato ma non solo, per il centrocampista della Nazionale la sfida sarà fondamentale anche per vedere all'opera chi, in queste prime due gare, non ha messo piede in campo. 

"Non è una partita inutile, arriveremmo comunque primi, ma è una gara di spessore. Noi butteremo un occhio a quelle dell'altro girone, giochi o no, non lo sappiamo. Importante chiudere a nove punti. Anche per chi non ha giocato spesso finora. Noi siamo calciatori, anche un po' egoisti, speriamo che chi non ha giocato finora possa essere protagonista nelle prossime gare".

Si torna a parlare della questione legata alla mancanza di estro e fantasia nel gruppo azzurro, con il mediano che risponde a tono: "Bisogna avere un equilibrio nel giudicare, non abbiamo quell'individualità che ruba l'occhio come Hazard o Ibrahimovic, abbiamo altre caratteristiche che tante altre squadre non hanno. Grossa compattezza, un grande gruppo sia emotivo che nei ricambi. Molti hanno delle stelle poi il balzo tra quello e la sua riserva è molto alto. C'è equilibrio tra chi gioca e chi subentra. Inizialmente è stata una cosa non troppo negativa che le luci non fossero puntate su di noi". Compattezza ed equilibrio che sono, tra le altre cose, merito di Conte: "Quando parlavo delle nostre qualità mi sarei spostato su di lui, perché significa equilibrio e organizzazione, cosa che poi in campo pesa più di un giocatore pronto nell'uno contro uno, a fare rovesciate oppure gol. È un vantaggio rispetto alle nazionali. Non sentiamo nostalgia anzi, è abbastanza presente come figura". 

Si passa all'aspetto tecnico della preparazione fisica effettuata a Coverciano, con l'Italia che è una delle squadre che ha macinato più chilometri in tutta la durata della competizione: "Quando ho parlato a Coverciano questo mini ritiro era già abbastanza chiaro, si vedevano già i frutti, la stanchezza che poi avremmo smaltito. Si stanno raccogliendo ora, nei secondi tempi abbiamo corso molto. La seconda partita era più difficile, era molto caldo. Nel secondo tempo abbiamo mantenuto un livello di aggressività molto alto. I cambi sono decisioni dell'allenatore, non è se un discorso tattico o tecnico, in entrambe non ho chiesto nulla. Capisco che ci sono giocatori forti in panchina che possono dare il loro contributo. Ci atteniamo a rispettare le scelte". 

De Rossi che è tornato ad essere il perno del centrocampo azzurro, e che con il quartetto difensivo della Juventus forma un pacchetto arretrato più che affidabile: "Credo sia il reparto migliore del mondo, insieme a Buffon. Il più omogeneo, i giocatori più complementari che possiamo trovare nel panorama calcistico mondiale, presi uno a uno sono eccezionali, sono contagiati da una mentalità trascinante per noi giocatori, anche per chi ce l'ha già di suo. C'è poco da dire, faccio il mio ruolo da mediano per le mie caratteristiche. Non sono né Pirlo né Iniesta anche se mi marcano a uomo novanta minuti, forse mi hanno scambiato per qualcun altro. So di avere doti tattiche difensive, cerco di far arrivare meno palloni possibili a una difesa che saprebbe sbrigarsela da sola. Il lavoro è poi di squadra, ma dovendo isolare i reparti loro sono fenomenali". 

Dalle faccende azzurre a quelle dell'Irlanda. Questa l'analisi di De Rossi sui prossimi avversari: "Potrebbe essere un problema che loro abbiano motivazioni e noi un po' meno. Sono conosciuti come squadra che ha tempra, che dà tutto. Nel 2012 non avevano niente da vincere, gli stessi tifosi hanno tifato novanta minuti. Daranno ancora di più e non possiamo farci trovare impreparati. Non vogliamo fare regali. Non ho visto la gara contro la Svezia, abbiamo seguito qualche spezzone video. Hanno fatto abbastanza bene nella prima partita, nella seconda fino al loro gol. C'è un attaccante molto forte e veloce, squadra molto fisica".

Inoltre, un pensiero anche a Roy Keane, che si è detto impressionato per il gioco espresso dall'Italia. De Rossi traccia un paragone anche con squadre come Spagna e Germania che hanno una filosofia di gioco diversa: "Diciamo che Germania e Spagna li ricordiamo come vincenti perché li abbiamo visti recentemente, è un po' presto. Siamo passati da grande sfiducia a mire molto alte, noi non vogliamo scaricarci di pressione o responsabilità, bisogna essere realisti. Un Keane che ha fatto dell'agonismo e dell'intensità alcune delle armi migliori si può innamorare in una squadra come la nostra. Gli esteti tendono a rispecchiarsi nella Spagna. Bisogna vincere per essere ricordati, lo stesso Leicester se non avesse vinto lo avremmo ricordato per un paio di anni e poi dimenticato più velocemente di quello che sarà. La vittoria finale fa molta differenza".

Infine, il vice-capitano della Roma si toglie qualche sassolino dalla scarpa rispondendo così ad una domanda riguardante il rapporto con la capitale: "È ottimo, non c'è malinconia né piaggeria, non c'è richiesta di aiuto. Sto benissimo, l'età mi fa valutare critiche e giudizi, l'esperienza mi ha anche insegnato che chi ti giudica non sa nemmeno di cosa sta parlando. A volte non è cattiveria, è proprio incompetenza e penso di stare anche simpatico alla maggior parte dei giornalisti, non posso attaccarmi. Il fatto che non sia mai stato uno che si cerca di vendere dietro le quinte. Non sempre c'è la capacità di analizzare la situazione, un'annata o un infortunio. Bisogna essere rispettosi, come dice Adani. Ci sono ore e ore di lavoro, di sudore, sparare un giudizio su un calciatore. Se mai dovessi fare questo lavoro non mi dimenticherò mai queste parole".