Tra la Francia di Didier Deschamps e la terza vittoria di fila nel gruppo A s'intromette la traversa, che nega a Pogba prima ed a Payet successivamente il gol sarebbe valso il bottino pieno al termine della prima fase. La Svizzera, dopo un inizio coraggioso, si rintana nella propria metà campo, rallentando i ritmi del match e cercando, soltanto nelle fasi iniziali della ripresa, di andare a caccia del colpo grosso. Termina 0-0, con un pareggio che accontenta tutti, con i transalpini che festeggiano il primato a quota sette punti e gli elvetici che esultano per la qualificazione.  

Turnover, ma nemmeno così imponente nella Francia di Deschamps, che esclude Payet e Giroud per far posto a Coman e Gignac. In mediana non ci sono Kantè e Matuidi, sostituiti da Sissoko e Cabaye. Tutto confermato, invece, in difesa. Undici ideale per Petkovic, che sceglie la velocità di Embolo in luogo della prestanza fisica di Seferovic. Dzemaili fa il tergicristallo tra mediana e trequarti centralmente, così come Mehmedi e Shaqiri danno manforte a Behrami e Xhaka in fase di ripiegamento. 

Inizio molto pimpante del match, con le squadre che saltano a piè pari la fase di studio e si affrontano subito a volto scoperto, con selvaggia intensità. E' Pogba, reduce dalle critiche per prestazioni e presunti gestacci rivolti al pubblico di Marsiglia ed alla stampa amica, a trascinare i suoi nei primi venti minuti: sono tre le conclusioni dell'astro juventino, che impegna Sommer in due occasioni, di destro come di sinistro, prima di centrare la traversa nell'ultima conclusione, dalla lunga distanza. La Svizzera non disdegna le ripartenze nonostante l'atteggiamento difensivo, affidate alla velocità di Embolo, che apre gli spazi per l'arrivo degli esterni: Djourou e lo stesso centravanti del Basilea, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, sfiorano il colpo grosso. La Francia è arrembante, il pubblico applaude, ma Gignac non approfitta di un cross al bacio di Pogba per sbloccare la sfida. La pressione dei galletti transalpini scema con il passare dei minuti, con i francesi che rifiatano fisiologicamente, concedendo maggiore spazio alla Svizzera, che alza il baricentro e prova a smorzare i ritmi frenetici del match imposti dai padroni di casa. Embolo è sempre in agguato, ma difficilmente conclude mai verso i pali di Lloris, chiuso guardato a vista da Rami e Koscielny. Nel finale la gara si spegne, con uno sterile possesso elvetico che addormenta la sfida, mentre la Francia si accontenta di poche folate che non impensieriscono un ottimo Schar e la retroguardia di Petkovic. 

La ripresa inizia sui ritmi blandi della seconda metà del primo tempo, con la Svizzera che ha, però, il pallino del gioco in mano. La pressione elvetica, a caccia del primato, non produce occasioni da rete, con Lloris che osserva i suoi difensori destreggiarsi al meglio di fronte alle iniziative portate da Shaqiri e compagni. La Francia si limita a controllare con diligenza le avanzate avversarie, per provare a sfruttare le ripartenze con la velocità di Coman e Griezmann: quest'ultimo, dopo uno scambio stretto con Gignac, impegna centralmente Sommer. Deschamps prova a scuotere i suoi inserendo il talismano Payet al posto di uno spento Coman, con l'esterno del West Ham che quantomeno ravviva la manovra. La gara resta bloccata, rotta dalle giocate dei singoli che hanno maggiore freschezza: è Sissoko, sulla destra, ad un quarto d'ora dal termine, a mettere in imbarazzo la difesa svizzera, ma la volèe perfetta del neo entrato viene stoppata soltanto dalla traversa. Il funambolico attaccante esterno ci prova, qualche minuto più tardi sempre dal limite, ma non trova l'incrocio dei pali. Gli ultimi cambi dei due allenatori smorzano ancor più i toni della contesa, fino alla naturale conclusione della sfida sullo 0-0.