Il carattere, la voglia e la consapevolezza di avere qualcosa da dimostrare sono fattori che in una partita di calcio fanno la differenza: lo sanno bene Repubblica Ceca e Croazia, visto che entrambe sono riuscite a far prevalere questi aspetti nella loro partita, ma in maniera totalmente diversa. Se infatti i balcanici hanno controllato e dominato per un'ora abbondante, i cechi sono stati capaci di rimonare nel finale: il 2-2 finale è un risultato giusto, che non pregiudica ancora i piani dei croati e tiene viva per la qualificazione la Repubblica Ceca, che dovrà giocarsi tutto all'ultima gara contro la Turchia, con il bisogno di vincere.
Termina dunque in pareggio una partita accesissima, sempre vivace e divertente, che rappresenta ancora una speranza per la squadra di Vrba, in campo con il classico 4-2-3-1 un po' più sbilanciato in avanti e col cambio della punta (Lafata per Necid dal primo minuto), ed un rimpianto per la Croazia, che non ottiene la certezza matematica della qualificazione ma che conferma le proprie certezze, proponendo gli stessi undici in campo dal primo minuto e lo stesso tipo di gioco, con Mandzukic davanti a farsi in quattro.
I movimenti della punta della Juventus fruttano ottime occasioni già nel primo tempo, complici gli inserimenti dalle fasce e dei centrali di centrocampo. Cech è impegnatissimo nel primo tempo, ma l'approccio dei suoi alla gara è tutt'altro che negativo: in mezzo al campo fa parecchia fatica a contenere le sfuriate avversarie Badelj, che rischia grossissimo quando trattiene eccessivamente Skalak in area, vedendosi comunque graziato, peraltro già con il giallo pendente sulla sua testa. Col passare dei minuti sale di colpi anche il mediano viola, che ci prova dalla distanza con poca fortuna, anche se il più pericoloso è Perisic: a metà parziale ha la prima chance in mezzo all'area, non arrivando per un soffio all'impatto con il pallone. Poco prima anche Mandzukic era arrivato a colpire di testa sul secondo palo, trovando la respinta di Cech in uscita.
L'ultimo quarto d'ora è totale licenza croata: il portiere dell'Arsenal viene presto chiamato in causa da Rakitic, che sulla destra si inventa un numero per mandare a vuoto il diretto avversario per poi concludere col sinistro addosso al numero uno ceco. Un minuto dopo, al 37', la Croazia la sblocca: è proprio Perisic a infilare con il sinistro a incrociare sul palo lungo, rientrando dalla sua corsia mancina. Vida sfiora addirittura il raddoppio a cinque dal termine, la sua deviazione sotto porta è però imprecisa e vanifica la buona palla crossata da Modric direttamente da punizione.
La Repubblica Ceca torna a carburare a inizio ripresa, attaccando alla ricerca del gol del pari; il primo tentativo degno di nota porta la firma di Krejci, una girata da dentro l'area troppo debole per impensierire Subasic. L'atteggiamento forse troppo offensivo e a tratti frettoloso della squadra di Vrba paga pochi dividenti in fase difensiva: Hubnik sbaglia infatti un disimpegno facile regalando palla a Brozovic, abile nell'alzare la testa e nel pescare Rakitic, che solo davanti al portiere fa 2-0. Mandzukic avrebbe anche altre due buone occasioni per scrivere tre e archiviare il conto ben presto, ma nella prima circostanza è troppo altruista e cerca Brozovic anzichè concludere, trovando Cech, nella seconda invece arriva col corpo eccessivamente all'indietro su un pallone difficile al limite dell'area, calciando alto.
Al 75' ci pensa dunque Skoda, subentrato a Lafata, a riaprire una partita che sembrava già in ghiaccio: Rosicky con l'esterno pennella un traversone sul quale l'attaccante incorna anticipando Corluka all'altezza del dischetto del rigore e indirizzandola all'incrocio, completando l'opera. Senza Modric, uscito con qualche leggero problema fisico e rimpiazzato da Kovacic, la Croazia inizia a perdere qualche colpo e a sfilacciarsi, nonostante Brozovic sfiori il 3-1 con un tiro deviato che sibila di fianco al palo.
Il patatrac si completa però nei minuti finali, dopo un'interruzione di qualche minuto dovuta a un lancio di fumogeni in campo: Vida in elevazione colpisce la palla con una mano a centro area in maniera del tutto involontaria, discriminante che nella circostanza per Clattenburg non fa testo: è rigore, e Necid sceglie la soluzione di potenza per scrivere 2-2. Il finale porta a pochissimo, la contesa si risolve con un pareggio che accontenta la Repubblica Ceca, specialmente per come si era messa la gara, e rimanda l'appuntamento della Croazia con gli ottavi alla prossima partita. Preoccupano le condizioni di Modric, uscito zoppicante, e di Rosicky, vittima di uno stiramento, ma soprattutto della sicurezza, dopo l'ennesimo brutto episodio (un petardo scoppiato quasi addosso a un vigile del fuoco) che stona nel contesto di una partita divertente.