Sotto 1-0 nel derby contro il Galles, seconda giornata del gruppo B di Euro 2016, l'Inghilterra di Roy Hodgson era pronta a ritornare a vivere il suo incubo ricorrente: presentarsi a una grande manifestazione calcistica tra mille speranze e qualche prospettiva di vittoria per poi fare i conti con la realtà di un'eliminazione precoce. Il gol di Gareth Bale - un calcio di punizione ben battuto ma non imparabile - aveva sorpreso il lento Hart sul finire del primo tempo, costringendo la nazionale dei Tre Leoni a rientrare negli spogliatoi a testa bassa, nel delirio dei tifosi gallesi accorsi al Felix Bollaerts di Lens.

Quanto di buono visto contro la Russia, gioco in verticale, esterni difensivi d'assalto, Dier padrone del centrocampo, era andato disperso nei ritmi lenti imposti dal Galles di Coleman, abilissimo a imbrigliare il 4-1-4-1 avversario con un 5-3-1-1 d'attesa per poi sfruttare le giocate improvvise di Bale, alimentate dal moto perpetuo dell'ossigenato Aaron Ramsey. Negli spogliatoi il coraggio del generalmente pavido Hodgson ha svegliato gli inglesi: Jamie Vardy ha portato elettricità nell'area di rigore di Hennessey e Daniel Sturridge quel pizzico di incisività da sempre mancata a Raheem Sterling. Il resto l'ha fatto una sciagurato rinvio del capitano gallese Ashley Williams, che ha lasciato allo stesso Vardy una palla che andava solo spinta in rete. Il capocannoniere della Premier League 2016 non si è certo lasciato sfuggire un'occasione tanto ghiotta nel giorno del suo esordio agli Europei, e ha siglato il gol del pareggio che ha tranquillizzato i tifosi con la croce di San Giorgio.

Poi, nel finale, la giocata decisiva: una percussione di Sturridge, che in qualche modo combinato con Dele Alli per insaccare in un lampo e far sobbalzare dalla panchina Hodgson, ben consapevole del pericolo corso e scampato. I cambi hanno fatto la differenza per una nazionale ieri mai in grado di accelerare il passo, se non con Kyle Walker sull'out di destra. Anche la carta della disperazione - Marcus Rashford per Adam Lallana - ha quantomeno portato ancora una volta fortuna, con il Golden Boy del calcio di Sua Maestà talismano in un finale per cuori forti. 

Inghilterra che dovrà però necessariamente modificare qualcosa in vista delle prossime partite, a cominciare dal match con la Slovacchia di Hamsik. Troppo sterile e lento il possesso palla della nazionale dei Tre Leoni, che ha ricordato per lunghi tratti quello della peggior versione della Spagna degli ultimi anni. Con Wayne Rooney ormai sdoganato nel ruolo di mezz'ala, ricoperto peraltro con sapienza tattica invidiabile, il gioco è passato sempre dal numero dieci in maglia United, troppo lontano dalla porta per poter incidere e illuminare. Con Sterling e Lallana dispersi nella morsa delle difesa gallese, e Alli costretto a giocare in spazi troppo angusti per le sue caratteristiche, si è perso anche il talento di Harry Kane, altro attaccante che preferisce avere campo davanti a sè, piuttosto che districarsi in mezzo a difficili triangolazioni al limite dell'area. Più a suo agio nello stretto invece Jamie Vardy, rapace del gol e scattista a differenza del compagno di reparto. In un simile contesto tecnico potrebbe tornare presto utilissimo il talento di Jack Wilshere, a lungo frenato dagli infortuni, ma rilucidato proprio alla vigilia degli Europei. E i cambi di ieri a Lens dimostrano che il turnover è mossa indispensabile per chi la possibilità di farlo e aspiri ad arrivare fino in fondo. Promemoria per Roy Hodgson, passato da dead man walking a saltellante commissario tecnico nel giro di quarantacinque minuti, quelli che con ogni probabilità hanno portato gli inglesi agli ottavi di finale.