Il gol all'89' minuto di Antoine Griezmann contro l'Albania ieri al Velodrome di Marsiglia ha fatto risuonare per tutto lo stadio il coro "Allez Les Bleus", storico incitamento alla nazionale francese di calcio. Non a caso, come già avvenuto all'esordio con la Romania, i galletti di Deschamps hanno avuto bisogno di pescare un jolly nel finale per avere la meglio di un avversario nettamente inferiore dal punto di vista tecnico, ma disposto con ordine dietro la linea della palla, in modo da rendere evidenti i limiti di una Francia al momento aiutata dalla buona stella e da un girone non impossibile.
Approdati già agli ottavi di finale, i transalpini ora si interrogano sulle difficoltà di fare gioco e di velocizzare la manovra, tutte riconducibili ai loro interpreti in mediana. A poco è servito a Deschamps cambiare sistema, passando nel primo tempo di ieri a un 4-2-3-1 senza Pogba ma con due esterni come Martial e Coman ad affiancare Payet dietro l'unica punta Giroud. La Francia resta una nazionale che fatica tremendamente a impostare l'azione con la necessaria velocità: il buon Kantè è un fantastico maratoneta e rubapalloni, ma certo non un playmaker, esattamente come Blaise Matuidi, più a suo agio nel ruolo di mezz'ala di inserimento che come facitore di gioco. Se a ciò si aggiungono le difficoltà di impostazione dei due centrali difensivi Adil Rami e Laurent Koscielny, ecco spiegate le due prove scialbe contro Romania e Albania, risolte da un capolavoro di Dimitri Payet e da un guizzo di Antoine Griezmann, entrato ieri a partita in corso, come Paul Pogba, uomo simbolo dei galletti ma al momento ancora senza ruolo tra i padroni di casa. Abituato a giocare da mezz'ala sinistra, l'oggetto del desiderio di Real Madrid e Barcellona sta stentando da interno destro (nella sua posizione ideale spazio a Matuidi, mancino). Altro giocatore di inserimento, con colpi da giocoliere, Pogba non può regalare geometrie a questa Francia, costretta a cercare fortuna sugli esterni, dove Anthony Martial si sta dimostrando ancora tatticamente acerbo, mentre Kinglsey Coman ha mostrato qualche lampo in più.
Ingabbiato dall'Albania, Deschamps è corso ai ripari, ricorrendo proprio a Pogba e Griezmann (spazio anche per Gignac nel finale), dirottando Dimitri Payet sull'out di sinistra, posizione ricoperta anche nel West Ham di Slaven Bilic. Ed è proprio il numero otto l'uomo in più dei Bleus, l'unico in grado di creare scompiglio dal nulla, con dribbling, cross tesi e tagliati, e tiri da fuoriclasse. Non fosse bastata la magia all'ultimo respiro contro la Romania a Saint-Denis, ecco un'altra rete spettacolare per il 2-0 del Velodrome, con pallone prima portato verso il destro e poi depositato in maniera chirurgica a giro alle spalle di Berisha. E' lui la luce della Francia di Euro 2016, zeppa di giocatori di inserimento ma orfana di playmaker e trequartisti. Un grosso equivoco tattico che sta coinvolgendo anche Antoine Griezmann, ieri decisivo di testa nell'assalto alla baionetta su cross di Rami. Il piccolo diavolo non è (più) un esterno come nella sua prima versione alla Real Sociedad, trasformato da Simeone all'Atletico in seconda e all'occorrenza prima punta. Mancino che predilige giocare a sinistra (dato da non sottovalutare in un'era in cui gli esterni d'attacco giocano a piede invertito), l'alsaziano si sta evolvendo verso la dimensione di giocatore d'area, esattamente l'opposto di Martial, che avrebbe fisico e colpi da centravanti ma preferisce partire largo. Rimane solo Kingsley Coman come esterno puro, in una squadra che non ha ancora trovato un assetto definitivo, ma che intanto si gode un Payet celestiale, forse sconosciuto al grande pubblico, ma reduce da una stagione clamorosa a Boylen Ground.