Ora però guai a chiamarli dilettanti allo sbaraglio, soprattutto dopo quanto di buono visto nella loro ultima apparizione contro il Porotgallo. E' stata davvero una piacevole sorpresa, infatti, vedere ciò che è riuscita a proporre l'Islanda all'esordio, conclusosi per 1-1 e con una possibile vittoria che non avrebbe di certo scandalizzato gli addetti ai lavori. Gli uomini di Lagerback hanno impressionato tutti per la solidità che sono stati capaci di mettere in mostra al loro primo match europeo, mentalità difficilmente intaccabile anche dopo il primo gol subito, giunto tra l'altro a causa di un posizionamento errato della difesa vichinga e che ha permesso a Gomes di servire ottimamente Nani. Una disattenzione che avrebbe steso chiunque ma che invece, al contrario, ha rafforzato ancor di più un collettivo granitico e fisicamente impressionante.

Nessun interprente islandese, infatti, ha disdegnato la corsa, macinando chilometri capaci di rendere inoffensivo un collettivo, quale quello portoghese, all'ennesima narcisista prestazione, una gara 'Ronaldo-centrica' con pochi squilli e nessun pericolo di rilievo. Partiti con uno schematico 4-4-2, modulo tornato in auge proprio quest'anno e che ha trovato nel Leicester e nell'Atletico Madrid i massimi interpreti, gli islandesi hanno impostato la loro gara sulle rapide verticalizzazioni, non gettando al caso nessun pallone e dimostrandosi abili anche in fase di palleggio, preferendo disimpegni ragionati a lanci alla 'viva il parroco'. Tale inclinazione è risultata, alla lunga, decisiva ed ha portato gli ospiti a pareggiare proprio grazie ad uno di questi lanci manovrati, quello cioè partito da Gudmundsson e concluso al volo da Bjarnason, giocatore esperto e molto conosciuto entro i nostri confini.

Ciò che più sorprende, osservando il bel gioco islandese, è la totale consapevolezza dei propri mezzi e l'assoluta calma che ne ha contraddistinto l'esordio. I ragazzi di Lagerback hanno tirato, nel corso dei 90' di gioco, in sole quattro occasioni ed hanno sempre centrato la porta, contringendo agli straordinari l'estremo difensore lusitano. Nessuna conclusione forzata, dunque, ma solo lucida determinazione. Pochi ma quasi sempre a destinazione, inoltre, i passaggi, con 135 lanci su 185 completati con successo, un ennesimo dato a favore della calma apparente del gruppo islandese, sempre pronto a correre ma incredibilmente metodico quando c'è da impostare. L'Islanda continua ad essere dunque una vera e propria favola, una specie di moderno Davide pronto a guerreggiare contro i giganteschi Golia e sicuramente attrezzato per far male a molte e più accreditate compagini. Il bello del calcio.