Il pareggio subito in pieno recupero nella partita inaugurale del gruppo B di Euro 2016 ha fatto ripiombare gli appassionati inglesi nello sconforto. Un match giocato a buona intensità, con il pallino del gioco sempre in mano, alla lunga sbloccato da una magistrale punizione di Eric Dier, si è rivelato infatti nel finale una beffa per l'Inghilterra di Roy Hodgson, raggiunta in zona Cesarini da un colpo di testa del capitano della Russia Vasily Berezutskiy, su cui Joe Hart nulla ha potuto nel catino nuovo e ribollente del Velodrome di Marsiglia.

Si conferma così la maledizione dell'esordio della nazionale dei Tre Leoni, mai vincente alla prima agli Europei negli ultimi vent'anni, e ora chiamata alla sfida tutta britannica contro il Galles di Gareth Bale e Aaron Ramsey, in testa al girone dopo la vittoria per 2-1 sulla Slovacchia. Eppure per la prima volta da anni a questa parte, l'Inghilterra è apparsa avere un'identità ben precisa, un nucleo di giovani di talento e idee di gioco abbastanza chiare. Roy Hodgson ha sopreso tutti schierando un 4-1-4-1 molto offensivo, in cui Wayne Rooney si è trovato spesso a dover fare la mezz'ala, con Eric Dier uomo d'ordine e di equilibrio davanti alla difesa e Dele Alli a supporto dell'unica punta Harry Kane. Proprio il gioiellino classe 1996 in forza al Tottenham ha dimostrato quanto già fatto vedere in Premier League con la maglia degli Spurs: ottima tecnica  individuale e capacità di attaccare gli spazi con tempi perfetti (da una sua percussione è nato il calcio di punizione grazie al quale poi Dier ha freddato Akinfeev). Sugli esterni d'attacco spazio ad Adam Lallana, pericolosissimo nel primo tempo in tandem con Kyle Walker, e a Raheem Sterling, unico a steccare nell'orchestra dei bianchi d'Inghilterra. Uno schieramento tanto offensivo ha avuto bisogno di una linea difensiva sempre molto alta, con Smalling e Cahill che non hanno avuto paura di salire fino alla linea di metà campo, anche perchè il loro avversario Dzyuba non era di certo un gran contropiedista. Ne è scaturita una delle migliori versioni dell'Inghilterra degli ultimi sei anni (forse anche di più), rimasta delusa per il gol subito nel finale su una palla alta su azione derivante da calcio d'angolo.

Hodgson ha preferito Kane a Vardy, evidentemente ritenendo il primo più adatto alla manovra che aveva in mente, anche se il capocannoniere dell'ultima Premier avrebbe fatto comodo al suo commissario tecnico per la rapidità dei suoi movimenti in profondità. Il palleggio degli inglesi non è stato però quasi mai banale, orchestrato da Dier e rifinito da Rooney, mentre sugli esterni Walker e Rose hanno fatto letteralmente ammattire i rispettivi avversari. C'è voluto il miglior Akinfeev per stoppare le conclusioni di Lallana, Rooney (due volte) e Kane, in un match dominato in lungo e in largo dai Tre Leoni. L'amarezza per un pareggio ritenuto immeritato non deve però superare la soddisfazione per aver proposto trame di gioco interessanti, spesso in verticale, senza contare il quantitativo di talento non ancora espresso. Sono infatti rimasti in panchina giocatori del calibro di Jamie Vardy, Daniel Sturridge, Marcus Rashford e Ross Barkley, per una nazionale che ha tutto l'interesse ad assecondare lo spirito offensivo dei suoi talenti migliori. L'ossatura della squadra resta giovane e anche inesperta a questi livell: eccezion fatta per i centrali difensivi e per Wayne Rooney, lo zoccolo duro è formato da nuove leve, da Danny Rose a Eric Dier, da Dele Alli a Raheem Sterling, passando ovviamente per Harry Kane, con il promettente John Stones in panchina (senza contare Wilshere, Barkley e Clyne). Pagato lo scotto della maledizione dell'esordio, l'Inghilterra si propone comunque come novità più interessante ad alto livello di questi campionati europei.