Ci risiamo. Ogni volta che c'è una competizione internazionale sorge sempre il solito dubbio. Ce la farà l'Argentina a vincere finalmente? Eh già, perchè negli ultimi due anni l'Albiceleste ha visto sfumare prima la Coppa del Mondo al "Maracanà", per via del gol di Gotze ai supplementari, e poi l'anno scorso la Coppa America, ai rigori contro il Cile. Se rispettiamo il detto "non c'è due senza tre", l'Argentina dovrebbe fallire anche quest'anno ma, viste le prime due partite, pare proprio di no.

Nella notte, l'Albiceleste ha battuto Panamà per 5-0, non proprio una corazzata, ma bisogna sottolineare alcuni aspetti. In tutta la sua storia l'Argentina ha avuto sempre un grande attacco, ma di contro una difesa ballerina ed un centrocampo nella media. Quest'anno, a parte l'attacco sempre stellare guidato da Leo Messi, qualcosa sembra essere cambiato negli altri due reparti, soprattutto nella mentalità. Sia nella partita di ieri che in quella contro il Cile, la difesa, capeggiata da Mori ed Otamendi (in gol ieri), ha dimostrato di saper controllare bene la situazione, lasciando agli avversari sporadiche ripartenze, quasi sempre ricucite dalla diga Mascherano che, da centrocampista centrale, torna sempre per dar manforte al pacchetto difensivo. Da sottolineare anche l'inizio ottimo del torneo di Rojo e Mercado. Il giudizio sulla difesa è più che positivo, soprattutto se si parla della partita con il Cile, perchè ieri la squadra ha rischiato poco o nulla, avversario troppo debole.

Superato lo zoccolo duro (che poi tanto non è), il centrocampo è una vera garanzia per Martino. Con Biglia ancora non al meglio della condizione, i tre di centrocampo sono stati di Mascherano, Augusto Fernandez e Banega. Il neo-acquisto dell'Inter si è subito messo in luce nelle prime due giornate, con colpi da autentico fenomeno e con un gol e un assist già messi nel referto. La palla gira in maniera più fluida rispetto al solito e questa è la chiave tattica di una squadra che di velocisti li davanti ne ha a bizzeffe. 

Dell'attacco non si dovrebbe nemmeno parlare, vista la vastità del talento che c'è negli ultimi 16 metri. Con Messi inizialmente in panchina, il tridente è stato formato da Higuain, Di Maria e Gaitan a sostituire l'asso del Barca. La manovra, per certi aspetti, ne ha un po' sofferto visto che le caratteristiche del giocatore del Benfica e della Pulce non sono proprio le stesse. Infatti, con mezz'ora a disposizione, Messi si è scatenato Tripletta e festa, a cui ha partecipato anche il "panchinaro" Aguero. Giusto per dare l'idea di che razza di reparto offensivo ha l'Argentina. L'unica nota dolente è stata l'uscita dal campo di Di Maria al 42', rimpiazzato dal "Coco" Lamela

Passaggi corti, dialoghi sullo stretto e pochi lanci lunghi. Questa la nuova filosofia dell'Argentina del "Tata" Martino che ora più che mai ha in mano una Coppa America e, con un Messi a mezzo servizio così, il sogno può diventare subito realtà. Dunque, Argentina ora o mai più.