Solida, cinica e cosa più importante vincente. La Germania campione del mondo in carica, a sette giorni esatti dall'inizio dei suoi Campionati Europei, manda segnali sconfortanti per le rivali che prenderanno parte alla competizione. L'amichevole disputata in quel di Gelsenkirchen contro l'Ungheria ha evidenziato la netta crescita fisica ma soprattutto mentale dei teutonici, sempre più dell'idea e nell'idea di dettar legge in Francia e magari annichilire nuovamente la nazionale ospitante come accadde con il Brasile due anni fa. Löw, tecnico rigido e pragmatico, tutt'altro che un visionario, si affida come giusto che sia all'assetto madre, il 4-2-3-1 con un falsche neun in avanti, batteria di trequartisti alle spalle, una cerniera di sostanza e ordine e il pacchetto difensivo con tra centrali e un laterale sinistro naturale. Nell'uscita con l'Ungheria, in campo la squadra che dovrebbe debuttare tra una settimana contro l'Ucraina ad eccezion fatta di Antonio Rüdiger che sarà rimpiazzato dal nuovo acquisto del Bayern Monaco, Mats Hummels. Nota poco positiva, l'ennesimo infortunio, da fiato sospeso, di Sami Khedira che ha abbandonato il terreno di gioco all'inizio della ripresa, pare però nulla di grave come ha ammesso il ct nel post partita: "Sami ha preso un pestone al piede, è uscito per questo motivo". Il centrocampista verrà comunque monitorato nelle prossime ore.
Lo spartito del match è arido di novità e spunti, resta ancorato sulle note prettamente di stampo tedesco. La Germania tesse gioco e applica un controllo rigoroso nella metà campo, sfrutta il collante Mesut Özil e la profondità di Götze per setacciare spazi sulla trequarti e infilare i magiari. Primo assaggio della costruzione di gioco verticale al primo minuto sull'asse Özil-Muller-Khedira-Götze-Draxler, sarebbe rete del centrocampista in forza al Wolfsburg ma il guardalinee segnala erroneamente un offside. Briciole agli avversari, conclusioni dalla lunga distanza con Dzsudzsák protagonista e qualche incertezza sui corner ma nulla di realmente preoccupante per Manuel Neuer.
L'azione che consente alla Germania di passare in vantaggio si sviluppa sul versante mancino, sempre con una certa fluidità nella verticalizzazione. Özil si abbassa, ricevendo da Kroos, consegna rapidamente la sfera a Julian Draxler, che attende e assiste la sovrapposizione di Hector; palla tesa in mezzo per Mario Götze che, in compartecipazione, con Lang infila il portiere Kiraly.