Difficile aspettarsi di più. L'Italia conferma limiti e buoni propositi, lacune e certezze. Un destro di Pellè butta giù una Scozia modesta, attenta a non concedere nulla all'Italia, in rispetto più della storia che del valore attuale. Il gol, in apertura di ripresa, frutta un successo di misura, importante per la fiducia generale, per non piegare ulteriormente un gruppo che da più parti sente inasprirsi il vento della critica.
Conte ha la scorza dura, è allenatore attento, un martello per usare un termine caro ai tempi moderni. 3-5-2 e pedalare, un segno di continuità, non è tempo per esperimenti e ribaltoni. Linea bianconera a protezione di Buffon, De Rossi - alla prova di campo per spegnere l'allarme fisico - a fluttuare poco davanti a Bonucci, Florenzi e Giaccherini in un'inedita veste, da interni di centrocampo, Darmian e Candreva a sgambettare in corsia, Eder vicino al lungo attaccante del Southampton.
L'Italia dei primi 45 ha netto predominio territoriale, ma non ha scintilla. Pilota palla senza difficoltà sulla trequarti, ma lì si incarta, perchè Strachan ordina due linee vicine e nell'undici azzurro nessuno ha piedi e testa per creare un varco. Le migliori sortite nascono dall'occhio di De Rossi. Il centrocampista giallorosso ha spazio per giocare in profondità e appena arriva un movimento congruo, ecco che De Rossi pesca con precisione dal mazzo. Giaccherini è il terminale preferito, due o tre volte a un passo dal gol. Lavoro sporco per Florenzi, che, in alternativa al compagno di reparto, accorcia per proporsi ai difensori.
Il gol nasce così, da una verticale di De Rossi, con Eder che anticipa Pellé, salvo poi appoggiare per l'attaccante, lesto col destro a fulminare Marshall. Le migliori cose dell'Italia in ripartenza. Nella prima frazione, perfetta la fase di ribaltamento. De Rossi a pescare la sgroppata di Darmian, da lì una pericolosa conclusione volante di Candreva, posizionato sul lato opposto dell'area. In pochi minuti, tutte le caratteristiche della squadra di Conte. Non bella, ma tremendamente compatta. Contro squadre di superiore tasso tecnico, non cosa da poco.
Il resto della partita offre ulteriori spunti. La girandola di cambi rivoluziona l'Italia. Si passa alla fanteria leggera, l'attacco mobile Zaza - Insigne, con Bernardeschi a colorare la corsia. Difficile collocare il folletto partenopeo nel 3-5-2. Da seconda punta, Insigne perde quella naturale imprevedibilità, ha meno spazio per incidere 1vs1. Differente discorso per Bernardeschi. Il ruolo di esterno di centrocampo è ormai nelle corde, serve però l'attenta collaborazione dei compagni di reparto. Florenzi è perfetto per spalleggiare il talento viola, coprendo eventuali sortite.
Jorginho mette un altro mattone nella sua avventura in nazionale. Non ha la visione verticale di De Rossi, ma il suo palleggio, in una squadra per forza di cose di fisico e impatto, è fondamentale. Tocchi nello stretto, tranquillità, gestione. Un biglietto per la Francia quasi in mano, specie dopo il problema a Montolivo.
Curiosità. Nei 90 minuti di Malta, nessun cambio nel settore arretrato. Conte parte da lì, da un blocco granitico. Certezze.