Non un momento felice per il Brasile. L'infortunio di Douglas Costa priva Dunga di una freccia esterna, ma soprattutto spoglia ulteriormente una selecao ai minimi termini per qualità e talento. L'esordio in Copa preoccupa non poco. L'undici verdoro attende il debutto di sabato con l'Ecuador con una certa apprensione. Il girone - Ecuador appunto, Haiti e Perù - non è proibitivo, ma è difficile pensare a un Brasile protagonista con questo organico.

L'amichevole con Panama (girone D, con Argentina, Cile e Bolivia) conferma l'assunto. Il Brasile si impone per 2-0, ma non cattura l'attenzione. Piace l'impronta difensiva - anche in un test di seconda fascia - ma dalla cintola in sù le idee scarseggiano. Alisson - estremo difensore da poco nella capitale - non si sporca i guanti, per Miranda è normale amministrazione.

Un Brasile operaio, con Luiz Gustavo a chiudere a doppia mandata la difesa. In mediana, Dunga opta per un giocatore con semplici compiti di interdizione, con Elias che ha invece maggior margine d'azione. Tre tenori alle spalle di Jonas: Willian, Coutinho e Douglas Santos.

La partita è nelle mani del Brasile da subito, l'undici di Hernan Dario Gomez si ritrae e concede il pallino del gioco. Due linee fitte per ostruire la manovra rivale, due linee serrate per accentuare le difficoltà del Brasile. Il gol del vantaggio di Jonas arriva al termine di un infinito giro-palla. Prima a destra, con Willian e Dani Alves - grande prestazione dell'esterno nel mirino della Juve - poi sul lato opposto. Proprio qui si libera Douglas Santos, crosso bass e tap-in dal centro di Jonas.

Coutinho ha il passo per creare superiorità, è la scintilla che a fasi alterne accende il Brasile. Un colpo di testa di Baloy è l'unico brivido per Alisson.

Nella ripresa, medesimo spartito. Dunga prova a indossare un abito più spregiudicato, Hulk per Luiz Gustavo, due bombardieri davanti. Il raddoppio è di Gabriel - prima con la nazionale maggiore - lesto a cogliere una carambola in area dopo l'assolo di Alves. Conclusione che trafigge Penedo, 2-0. Nel finale, manciata di minuti per Kakà, sensazioni di un tempo che non c'è più.