“Insisti, persisti, raggiungi e conquisti”. Un motto spesso inflazionato ma che a volte risulta essere un vero e proprio mantra per coloro i quali riescono a raggiungere traguardi inaspettati. Questa è la storia dell’Irlanda del Nord, nazionale poco quotata a livello calcistico ma capace di raggiungere, dopo anni di oscurantismo sportivo, la fase finale dei prossimi Campionati Europei per la prima volta nella sua storia, facendo meglio anche del gruppo capitanato decenni fa da George Best.  Dopo un cammino praticamente perfetto, in un girone comunque non facile, i Norn Iron sono infatti approdati tra le grandi del continente, non ponendosi obiettivi ma cercando comunque di onorare al meglio la maglia contro le vere corazzate del soccer europeo. Partiti come outsiders non troppo quotati, i ragazzi di O’Neill hanno immediatamente smentito gli scettici addetti ai lavori, andando a dominare il proprio gruppo vincendo sei gare, perdendone solo una e pareggiandone tre. Numeri importanti, che si aggiungono allo score di 13 gol fatti ed otto subiti e che hanno confermato gli irlandesi quale miglior attacco e seconda miglior difesa del girone F.

Vincere contro formazioni arcigne quali Finlandia, Grecia o Romania non è infatti roba da tutti, considerando anche il tasso qualitativo tutto sommato più basso rispetto agli avversari. Eppure gli uomini di acciaio non hanno mollato, soffrendo solo in casa della Romania, l’unica capace di battere (per 2-0, ndr) i ragazzi dell’isola britannica. La definitiva conferma di un sogno impensabile a inizio qualificazione è giunto lo scorso ottobre, quando una doppietta di Davis ed un gol di Magennis hanno steso una Grecia capace di segnare solo all’87’ con Aravidis. Tre punti dorati, tre come i gol capaci di lanciare in Paradiso una squadra che di certo non credeva possibile tale miracolo sportivo.   

Il successo della rosa del nord non deve però essere bollato quale mero ‘lieto fine’ di una favola. Gli irlandesi sono reduci infatti da un lungo periodo di rodaggio che ha portato alla formazione di un gruppo coeso e perfettamente bilanciato tra giovani talentuosi e giocatori esperti. Tecnicamente parlando spiccano giocatori del calibro di Catchart, titolare al Watford, o del centrale dello United Mc Nair, giovanissimo ventunenne molto promettente. A centrocampo non si può escludere il perno del Southampthon Davis, così come in attacco l’eroe nazionale è Lafferty, trascinatore del Birmingham City che ha però leggermente deluso in questa stagione di Championship. Analizzando invece il discorso tattico, O’Neill sceglie spesso un 3-5-2 con Davis leggermente più offensivo rispetto a McNair e Norwood, mentre davanti è spesso Washingthon ad essere buttato nella mischia.