La tensione è visibile. Il Bayern rischia l'ennesimo scacco di Coppa, un sacco spagnolo non nuovo da queste parti. L'avventura di Guardiola in Baviera è agli sgoccioli, alle porte un capitolo diverso, inglese. L'attenzione  è però ai 90 minuti di Monaco, perché Pep deve rintuzzare il feroce attacco della critica, ribaltare la sconfitta d'andata e rimettere in ordini i pezzi di un puzzle oggi senza conclusione.  

Il rischio - quando si deve risalire la corrente - è di esporsi senza costrutto, facilitando il compito altrui. Le parole dell'allenatore spagnolo spengono sul nascere l'idea di un assedio senza ordine. Il Bayern deve mantenere, come di consueto, palla, dando ritmo alla partita, senza incappare in incertezze di manovra. L'Atletico è squadra letale, di morso e ripartenza. Concedere un appiglio al Cholo può essere fatale. 

"Non dobbiamo pensare a quanti gol dovremo segnare, prima dovremo preoccuparci di difendere bene e di controllare il gioco. Vogliamo gestire il possesso del pallone e vogliamo segnare. L'Atleti difende molto bene, ma è forte anche in avanti. E' una squadra difficile da affrontare, perché i giocatori si conoscono bene l'un l'altro. Noi cercheremo di renderci pericolosi per quanto possibile".

Il saluto di Guardiola, una notte che è contenitore particolare, di emozioni e ricordi. In bacheca, titoli e gol a grappoli, manca qualcosa, la Champions. Fin troppo facile imporsi in Bundes, per una squadra come quella bavarese. Si chiede, al Bayern, un ulteriore passo avanti, il coronamento di un percorso. Nella competizione dei dettagli, in cui la sorte gioca un ruolo chiave, Guardiola si siede al tavolo da gioco, tra le mani l'ultima fiche

"Sarà la mia ultima partita di Champions League a Monaco. In Germania si gioca un calcio diverso e io ho provato ad adattarmi. Ho imparato molto e abbiamo vinto molto da quando sono arrivato qui, ma arrivare in finale in questa competizione è sempre molto difficile".

Fonte dichiarazioni Uefa.com