A soli tre punti dall'ennesimo titolo in Bundesliga, il terzo in altrettante stagioni con Pep Guardiola allenatore, il Bayern Monaco vuole sfatare la maledizione della semifinale di Champions League, negli ultimi due anni ostacolo insormontabile per i bavaresi. E già, perchè nel 2014 i tedeschi furono eliminati dal Real Madrid di Carlo Ancelotti (1-0 al Bernabeu e 0-4 all'Allianz Arena), mentre nel 2015 fu il Barcellona di Luis Enrique ad essere fatale al club di Beckenbauer e Rummenigge (sconfitti per 3-0 al Camp Nou e vittoriosi in rimonta per 3-2 in Germania). Curiosamente due squadre spagnole, poi capaci di alzare la coppa dalle grandi orecchie nei cieli di Lisbona e Berlino.
Un'altra avversaria proveniente dalla Liga si staglia ora sul cammino europeo del Bayern, ancora una volta costretto dal sorteggio a giocare la prima in trasferta e la seconda in casa. Domani è infatti in programma la semifinale d'andata nel catino bollente del Vicente Calderòn, contro un Atletico Madrid che festeggia oggi i suoi 113 anni di storia. Delle tre possibili avversarie che l'urna di Nyon presentava a Guardiola, i colchoneros sono senza alcun dubbio il rivale più ostico, in un contrasto di stile che potrebbe produrre percentuali bulgare di posesso palla in favore dei bavaresi. Simeone aspetterà infatti il Bayern con la solita organizzazione difensiva, ben consapevole che non subire reti in casa sarebbe fondamentale per la qualificazione in finale. Di contro, i tedeschi offriranno un saggio del loro tiki-taken, vero marchia di fabbrica di Guardiola, in buona misura scippato al Barcellona, che sotto la gestione di Luis Enrique ha preferito verticalizzare la manovra e sfruttare i movimenti di Luis Suarez. Rimane invece fedele a se stesso Pep, che domani non potrà contare su Robben e Boateng. Davanti a Neuer dovrebbero essere certi di una maglia da titolare i soli Lahm e Alaba, mentre è da verificare chi giocherà tra Kimmich, Bernat e Benatia, con Javi Martinez appena recuperato. A centrocampo Xabi Alonso e Arturo Vidal sono in vantaggio su Thiago Alcantara, in avanti Ribery e Coman si giocano una maglia da titolare per affiancare Douglas Costa dietro l'unica punta Lewandowski.
Ha solo un'assenza da fronteggiare (oltre a quella del lungodegente Tiago) invece il Cholo Simeone, che però dovrà fare a meno dell'esperienza di Diego Godìn, il califfo della difesa alle prese con un problema muscolare ai flessori della coscia destra. Anche in questo caso sono in tre per due posti, con Stevan Savic ad insidiare Josema Gimenez e il canterano Lucas Hernandez. Nessuno dubbio sulle fasce, dove giocheranno Juanfran e Filipe Luis, mentre a centrocampo dovrebbe essere certo l'impiego dei frangiflutti Gabi e Augusto Fernandez, con Koke e Saùl Niguez sugli esterni. Di punta Griezmann e uno tra Fernando Torres e Yannick Ferreira Carrasco. L'Atletico è reduce da un gran momento in campionato, dove è adesso a pari punti rispetto al Barcellona capolista, ma indietro negli scontri diretti. Oblak sta mantenendo la porta inviolata da vari turni e persino il discontinuo Angel Correa ha messo la firma sull'ultima vittoria casalinga contro il Malaga. Domani ci si attende il solito supporto rumoroso ed entusiasta del pubblico colchonero, in un Vicente Calderòn pieno in ogni ordine di posto, pronto ad incitare la propria squadra verso la finale di Milano. Per molti è in realtà questa sfida la finale anticipata della Champions 2015-2016, ma di certo non per l'Atletico, che sa bene quanto sia difficile affrontare il Bayern di un Guardiola giunto all'ultima chiamata europea prima dell'insediamento di Carlo Ancelotti. Il sogno degli uomini di Simeone rimane quello della rivincita contro i cugini del Real, e per realizzarlo si proverà a fargli prendere forma già da domani in riva al Manzanarre.