Il quarto di finale più affascinante della Champions League edizione 2016 è paradossalmente una sfida tra due squadre che si conoscono bene, incrociatesi più volte negli ultimi anni. Barcellona e Atletico Madrid hanno infatti ormai messo in piedi una rivalità che sta animando il calcio spagnolo, merito soprattuto dei colchoneros, capaci di rompere il duopolio blaugrana-merengue e di conquistare titoli in serie nelle scorse stagioni (primi in Liga nel 2014, vincitori della Copa del Rey nel 2013, Supercoppa nazionale alzata sempre nel 2014). 

Nell'annata in corso, Barça e Atletico si sono già affrontate due volte, nelle gare di andata e ritorno di campionato. In entrambe le occasioni ha vinto in rimonta la squadra di Luis Enrique, abile a replicare ai gol a freddo di Fernando Torres e Koke, rispettivamente al Vicente Calderòn e al Camp Nou. Delle due sfide, quella che ha generato i maggiori rimpianti per Diego Pablo Simeone è stata probabilmente quella di un paio di mesi fa in Catalogna, quando un fallaccio di Filipe Luis su Leo Messi costrinse i colchoneros a giocare in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo (quando fu espulso anche Diego Godìn per doppio giallo). In quella partita l'Atletico era riuscito inizialmente a imbrigliare il Barcellona, grazie a un pressing aggressivo portato collettivamente, salvo dover capitolare di fronte a un capolavoro di Messi e alla solita zampata di Luis Suarez. Con o senza Fernando Torres, il Cholo riproporrà stasera lo stesso atteggiamento dell'ultimo match: pressione alta in avvio di azione, in particolare sui rinvii del portiere, per evitare che la manovra avversaria si sviluppi senza opposizione, e poi veloce ripiegamento qualora la fase di primo pressing dovesse andare a vuoto. Se in mediana saranno presentati due giocatori di rottura come Gabi e Augusto Fernandez, potremmo attenderci Saul e Koke sugli esterni, guarda caso la coppia che confezionò il gol del vantaggio nell'ultima gara di Liga. Griezmann sarà il punto di riferimento offensivo, da prima o da seconda punta, con il suo partner scelto tra i vari Torres, Correa, Vietto e Ferreira Carrasco. In difesa solito fortino roquiblanco, che cercherà in tutti i modi di evitare i triangoli stretti al limite dell'area tra Messi, Neymar e Suarez, a cui verrà "consigliato" con le buone o con le cattive di girare al largo.

Di tutto ciò è perfettamente consapevole Luis Enrique, che ben conosce il sistema difensivo dell'Atletico. Stavolta il tecnico blaugrana dovrà però contemperare l'esigenza di andare all'attacco con quella di non prendere gol in casa in un'eliminatoria che durerà almeno 180 minuti. La posizione di Leo Messi nel Clasico ha fatto discutere la stampa catalana, non troppo convinta per aver rivisto la Pulce agire centralmente, quasi alle spalle di Suarez, lasciando l'ala destra, da dove abitualmente funge da catalizzatore di palloni e da playmaker offensivo dei suoi. Un Messi più largo potrebbe giovare al gioco del Barcellona, poco fluido contro il Real, e costringere Filipe Luis a uscire dall'area per affrontarlo (in quella zona opereranno anche Koke e uno dei due interni di centrocampo). Fondamentale la presenza di Ivan Rakitic: il nazionale croato è il vero equilibratore del Barça di Luis Enrique, capace di alternare le due fasi del palleggio e degli inserimenti in area, combinando anche in tandem con Dani Alves. A far la differenza dovranno però essere ancora una volta le giocate dei singoli, perchè contro la fase difensiva dell'Atletico non basterà limitarsi a svolgere il compitino, ma sarà necessario accendere la luce nel traffico. Iniesta, Neymar e anche Luis Suarez sono avvertiti: il giusto mix tra equilibrio e calcio-spettacolo è d'altronde da sempre il marchio di fabbrica delle edizioni vincenti del Barcellona dell'ultimo decennio.