Scorie da Clasico. Il Barcellona si scopre umano nella partita più attesa. Non una questione di titoli, la Liga è a forti tinte catalane, quanto di attimi, momenti. Benzema disegna il pari, Ronaldo mostra i muscoli al Camp Nou. Il piccolo Real diventa gigante sul campo nemico. Sorride Zidane, Luis Enrique prova a nascondere rabbia e pressione, ma il Barcellona dei record arriva sul rettilineo finale con vento contrario. La vittoria blanca consegna all'Atletico un'àncora a cui attraccare sogni di ribaltone. La rivoluzione spagnola prende il via nel medesimo teatro, il Camp Nou. 90 minuti, i primi di un doppio confronto, utili a definire le coordinate della sfida. Assalto e ripartenza, sublime interpretazione di tecnica e palleggio, feroce difesa di posizioni e uomini per capovolgere poi rapidamente la scacchiera. Spartito scritto, a delineare le variabili gli interpreti, sontuosi.
Simeone è nelle notti di guerra perfetto. Nel suo abito elegante trasmette quel moto di ribellione organizzata che la squadra assimila a pieni polmoni. Batte, nel cuore della Madrid biancorossa, l'anima del Cholo, quella garra sudamericana impersonificata da Godin, esaltata da Gabi. Avversario scomodo, lo sa Luis Enrique, non a caso mette avanti mani e testa, non mostra superbia, ma semplice consapevolezza. Il Barcellona è più forte, ma può perdere, perché l'Atletico sa superare il limite.
Molto dipende dalla gara d'andata, qui si possono gettare basi solide in vista del Calderon, un inferno, qui il Barcellona deve mettere un punto, consolidare le fondamenta e ricacciare indietro l'incubo della resa. Qui l'Atletico deve avere il coraggio di puntare - in calcolate occasioni - al fortino catalano, per spaventare Ter Stegen e sfigurare la bellezza dei padroni di casa.
Le probabili formazioni
Atletico Madrid
Simeone sceglie uno schieramento non di eccessiva attesa. Presente infatti fin dalle prime battute Fernando Torres, un 9 vero, con Griezmann, il fiore all'occhiello dell'Atletico, a far da collante tra il Nino e i quattro di centrocampo. Koke e Saul sull'esterno, Gabi gode della collaborazione di Augusto Fernandez. A difesa di Oblak, Juanfran, Godin, Savic e Filipe Luis.
Simeone non può contare su Gimenez e Tiago.
Barcellona
Nessuna novità nell'undici di Luis Enrique, il tecnico ripropone in sostanza la formazione del recente week-end. La sconfitta nel Clasico non intacca le certezze del tecnico. Mascherano mantiene la sua posizione al centro della difesa, al fianco di Piqué, con Jordi Alba e Dani Alves in corsia. A rischio è proprio il brasiliano, viva la candidatura di Sergi Roberto per il ruolo di terzino destro. Busquets si colloca un passo avanti alla linea di difesa, con compiti di interdizione e avvio manovra. A Iniesta e Rakitic l'ordine di illuminare il Camp Nou. Tridente consueto, con Messi pronto a partire da sinistra e Naymar sul fronte opposto. Al centro Suarez.
Ancora panchina per Arda Turan, fuori causa Sandro, Mathieu e Adriano.
Le voci della vigilia
Luis Enrique "Abbiamo giocato contro l’Atlético poche volte negli ultimi anni. Dobbiamo comunque studiarli bene ed essere flessibili perché potrebbero giocare in maniera diversa stavolta. Sono un top club con una filosofia di gioco molto chiara; pressano alto e sono pericolosi in contropiede".
Simeone "Siamo abituati a vedere il tridente MSN [Messi, Suárez, Neymar], con tutte le loro individualità che rendono il Barcellona sempre più forte. Spero che loro debbano vedersela col miglior Atlético della stagione. È importante che i miei ragazzi capiscano che un minuto in campo durerà un’eternità"
I precedenti
Un solo precedente, a livello europeo, tra le due squadre. Nei quarti di Champions del 2014, pari al Camp Nou - 1-1, con Neymar a rispondere all'iniziale vantaggio di Diego - e successo di misura dei colchoneros a Madrid. Koke trascina l'Atletico tra le migliori quattro d'Europa e colora un sogno poi sopito dall'urlo Real.