Una boccata d'ossigeno, due gol con la maglia della Celeste, prima di tornare col capo chino relegato ancora una volta tra le riserve della partita che il Paris Saint Germain ha disputato ieri contro il Nizza. Eppure, Edinson Cavani, fa poca differenza tra nazionale e club quando si tratta di far gol: non basta la realizzazione che è valsa una fetta di qualificazione contro il Chelsea, per far felice lui, i compagni e Blanc; non bastano i gol al Brasile (2-1 momentaneo) e quello decisivo al Perù. Cavani va in panchina, qualcosa si è rotto. Già, ma cosa?
"Sono accadute tante cose quest'anno e mi ritrovo in una situazione complicata perché non riesco a capire la situazione che sto vivendo. Posso dire d'avere la fortuna d'essere un tipo che va a dormire sempre con la coscienza a posto, ma purtroppo neanche questo mi basta oggi per ritrovare la serenità perduta ed è proprio questo tormento continuo che mi sta complicando l'esistenza".
Come il decadentismo francese di Baudelaire e del suo Fleurs du mal, così Cavani sta vivendo forse la prima parabola discendente della sua carriera, ma non per demeriti suoi. O forse solamente in parte. Difficile sapere realmente le cose come stanno, perché ovviamente ogni campana tira acuqa al suo mulino e le parti restano sempre più distanti. Tuttavia, il Matador resta sempre decisivo e concentrato sul da farsi, anche se è inevitabile non pensare alla prossima stagione e ad un divorzio che appare sempre più plausibile dalla compagine parigina.
"E' bello sapere che in Italia mi cercano, mi vogliono, ho vissuto stagioni fantastiche in Serie A". Inoltre, ad una domanda riguardo la Juventus, ha glissato con un semplice "arrivederci", mostrando il suo solito sorriso, fatto di un misto tra ghigno malefico ed ingenuità. Insomma la parentesi transalpina di Cavani, sebbene le cifre con la maglia del Paris Saint Germain parlino di un centravanti (o attaccante esterno in tal caso) in grado di mettere a bersaglio 75 gol in 139 presenze nella parentesi triennale all'ombra della Tour Eiffel, sembra destinata a finire al termine di questa stagione.
Conte lo ha sempre apprezzato e vorrebbe portarlo immediatamente a Londra come immagine del rifacimento del nuovo Chelsea, anche se la Juventus sogna un tandem con Paulo Dybala e non demorde. Il tutto senza dimenticare Mourinho ed il Manchester United. Dal decadentismo francese al rinascimento: tutto sta nella decisione del Matador se sarà inglese oppure nuovamente a tinte verdi, bianche e rosse.