Due gol fatti e zero subiti, in una sfida che nascondeva molte più insidie di quanto potesse apparire a una lettura superficiale della vigilia. Il Real Madrid aggira l'ostacolo Roma, ringrazia Keylor Navas e la mira imprecisa degli avversari, e si proietta al sorteggio della settimana prossima a Nyon per sapere quale sarà il rivale nei quarti dell'edizione 2016 della Champions League. "Non abbiamo preferenze, ogni squadra è pericolosa a questo punto della competizione", le parole di fiducia di Zinedine Zidane e Cristiano Ronaldo, tra i più soddisfatti dopo il passaggio del turno.
Non è stato un Real spettacolare quello del Bernabeu contro i giallorossi, ma estremamente pratico e lucido, in linea con la formazione scelta dal tecnico francese. Senza Benzema, la Casa Blanca si è schierata con un tridente non del tutto inedito, composto da Gareth Bale, Cristiano Ronaldo e da James Rodriguez. Inizialmente il gallese ha occupato la corsia mancina, sfornando cross a ripetizione che però non hanno mai trovato compagni pronti a colpire, mentre il colombiano è stato dirottato sulla fascia opposta, dove poteva rientrare sul sinistro e lasciare spazio alle scorribande di un non sempre preciso Danilo, una dei promossi di Zizou, a scapito del soldatino Dani Carvajàl. Il trio offensivo dei merengues, a cui manca tremendamente Benzema, si è mosso senza dare punti di riferimento, con i tre attaccanti abili nello scambiarsi le posizioni a seconda delle circostanze. Ma la vera sorpresa Zidane l'ha riservata per il centrocampo, dove Casemiro ha giocato la terza partita consecutiva da titolare e Kroos è stato spostato nel ruolo di mezz'ala sinistra, all'occorrenza anche trequartista in un 4-2-3-1 che in realtà si è visto poco durante il match. Il brasiliano ex Porto ha assolto bene al ruolo di frangiflutti davanti alla difesa, andando spesso in raddoppio sugli esterni avversari (specialmente su Salah), anche se qualche suo errore tecnico non è stato gradito dal pubblico del Bernabeu. Fondamentale invece il ritorno in campo di Luka Modric, il croato che per dinamismo e qualità è in grado di dare un altro passo alla manovra del Real, preservato da Zidane per le prossime partite facendolo uscire a un quarto d'ora dalla fine a risultato già acquisito.
Il grande escluso della serata è stato Isco, il malagueno che in questa stagione non riesce a trovare continuità, uno dei beniamini della aficiòn blanca che dovrebbe tuttavia ritrovare ben presto il posto di mezz'ala sinistra titolare, almeno nelle sfide di campionato con avversari meno quotati. Come Modric, anche Marcelo ha fatto comprendere a tutti perchè la sua presenza sia imprescindibile per i merengues: spinta continua, qualità e grandi doti di recupero in velocità ne fanno un esterno unico per la fascia sinistra del Real. Pepe è stato preferito a Varane per questioni di esperienza e stato di forma, mentre Sergio Ramos si è confermato il leader indiscusso di una difesa che paga comunque il fatto di essere lasciata spesso scoperta di fronte alle transizioni e ai contropiede avversari. Se il Madrid non è andato in svantaggio non è infatti solo merito di Keylor Navas, celebratissimo in queste ore dai quotidiani vicini alla Casa Blanca, ma anche della mira rivedibile del duo Dzeko-Salah. Eppure che il Real avrebbe concesso occasioni alla Roma era ampiamente preventivabile, se si considera che la squadra di Zidane subisce regolarmente gol in campionato da almeno un mese e che spesso il costaricense è tra i migliori in campo. Ciò di cui l'ambiente potrà rallegrarsi è stato però lo spirito con cui gli undici in campo hanno interpretato la gara, alternando sapientemente possesso palla e accelerazioni decise, che hanno portato ai gol di Ronaldo e James, oltre che ad altre occasioni per rimpinguare il bottino.
Ancora una volta decisivo il canterano Lucas Vazquez, sempre più a suo agio nel ruolo di faticatore dell'out destro, ma in grado di fornire due assist al bacio a CR7, il secondo sprecato incredibilmente dal portoghese. Con Bale ancora fuori forma, Benzema ai box e James a corrente alternata, l'ex pupillo di Benitez si candida a giocare con continuità anche con Zidane, esattamente come Casemiro, anche se in questo caso ci sarà da risolvere il rebus Toni Kroos. Il tedesco dà il meglio di sè in mezzo al campo ma, come già sperimentato l'anno scorso, non è in grado di sostenere a lungo gli sforzi della doppia competizione, finendo spesso con le gomme sgonfie in alcuni momenti cruciali delle partite. Ecco perchè Casemiro (senza dimenticare Kovacic, altro ricambio in mediana) sarà fondamentale nel turnover di Zidane, a cui resta solo la Champions League per salvare una stagione nata malissimo e proseguita in mezzo alle mille contraddizioni dell'era Florentino Perez.