L'insidia della trasferta torinese è nella mente di Pep Guardiola. La prima volta allo Juventus Stadium dell'allenatore ex Barcellona potrebbe essere memorabile per il livello che la sfida regala. Juventus - Bayern Monaco è probabilmente l'ottavo di finale di questa edizione di Champions League più di alto calibro ed equilibrio, e nessuno vuole sbagliare. Il tecnico ha presentato oggi la sfida in conferenza stampa, poco dopo l'atterraggio della sua squadra sul suolo italiano.

"Gli ottavi di finale sono sempre difficili - esordisce l'ex allenatore del Barcellona parlando dell'avversario - è sempre molto complicato. Dall'ultima partita di Champions è passato molto tempo, la Juve ha fatto qualcosa di grandioso con Conte e Allegri, non hanno cominciato bene questa stagione ma in questo momento hanno fatto 15 vittorie consecutive, è molto interessante questa partita".

Guardiola è cosciente delle difficoltà della sua squadra per mancanza di uomini, ma appare deciso: "Abbiamo problemi, ma cosa possiamo farci? Dobbiamo affrontarli, mancano tutti i difensori centrali al momento, abbiamo Tasci e Benatia: uno è appena arrivato, l'altro ha 3-4 giorni di allenamento nelle gambe, proviamo quello che abbiamo in mente con i giocatori a disposizione. Benatia può essere un'opzione".

Le difficoltà sono ovviamente anche imposte dagli avversari: "E' la prima partita di un'eliminatoria, sappiamo che non è facile, nelle ultime 6-7 partite credo non abbia incassato nemmeno un gol. Quello che faremo lo vedrete domani, abbiam pensato a qualcosa di diverso per la qualità dell'avversario e per come siamo messi".

L'accento si pone poi sulle prestazioni di Douglas Costa, tra gli uomini chiave dell'inizio di stagione: "Siamo molto felici, quello che ha fatto finora è stato determinante per noi. Lewandowski e Muller hanno segnato tanto perchè lui, come Coman e Robben, ha prodotto tanto. Le sue potenzialità non le conosco, il suo limite lo marcherà lui perchè ha tutto per diventare un grandissimo giocatore. Mi auguro possa fare una grande carriera, è un ragazzo per bene".

Dopo aver glissato sulla domanda sul futuro, la concentrazione passa sul grande ex Vidal: "Arturo può giocare in differenti ruoli, il principale è in mezzo al campo ma può giocare anche dietro". E a proposito di vecchie conoscenze: "Carletto Mazzone lo invito alla finale, si merita grandi eventi...". 

Non c'è invece nella Juventus un sorvegliato speciale, anche se il tecnico cita diversi nomi: "La base della nazionale Italiana e della Juventus, Bonucci e Marchisio, sono due giocatori eccezionali, hanno la grinta italiana. Dybala è un bene che giochi a calcio. Hanno tanta esperienza, sono bravi in tutti i reparti, sono anche gli ultimi finalisti della Champions, è un piacere per noi e per me personalmente venire qua e provare se sono all'altezza della competizione".

Per quanto riguarda invece i suoi uomini, Guardiola si focalizza sulle prestazioni di Robben, rientrato di recente da un lungo infortunio: "Nell'ultima partita ha giocato in mezzo, abbiamo bisogno del suo uno-contro-uno, ha dialogato bene coi compagni. Sono molto contento della sua duttilità, abbiamo anche Gotze per questa posizione centrale. La scorsa stagione non avevamo questa varietà, in partite come questa può essere un'opzione, la qualità nell'uno-contro-uno è più importante della posizione, anche se non segna è uno dei migliori".

L'olandese potrebbe rivelarsi l'arma tattica per scardinare una difesa solida, ma cosa si aspetta esattamente Guardiola dalla Juventus? "Mi aspetto che ci verrà a pressare alto - spiega - ma se siamo capaci di uscire dalla prima pressione andranno indietro, sfrutteranno i contropiedi e i calci piazzati. Forse sbaglio però, è un'idea... Sarà difficile segnare un gol, dipenderà dalla nostra qualità, loro sono molto veloci, Pogba e Marchisio possono aiutare in difesa, dovremo attaccare con molta intelligenza. La Juve è una delle migliori squadre in difesa e han giocatori pronte a ripartire".

Nei tre anni in Baviera, al tecnico catalano è mancata solamente la Champions League, oltre alla Supercoppa di Germania. "La felicità della mia vita non dipende soltanto dal vincere la Champions" - spiega però lui, specificando che è impossibile etichettare l'esperienza come 'negativa' in caso di non-vittoria della Champions. "Grazie all'opportunità del Bayern ho imparato il tedesco, la cultura tedesca, andrò in un altro paese per vincere e per imparare un'altra cultura, ma sono più che fortunato per la mia avventura al Bayern. L'importante è provarci".

Infine, un paragone deciso tra il Bayern 2014/15 e quello attuale, che dice molto anche del mercato condotto: "Rispetto all'anno scorso abbiamo più giocatori nella rosa, in grado di saltare l'uomo, siamo meno prevedibili. Abbiamo perso dietro ma davanti siamo più completi".