Zidanes y Cristianos. E' questo il titolo scelto dal quotidiano spagnolo Marca dopo la vittoria del Real Madrid all'Olimpico di Roma nella gara di andata degli ottavi di Champions League. Un titolo che riecheggia lo slogan degli anni dei galacticos, quando si parlava di Zidanes y Pavones per sottolineare come quella versione dei blancos fosse composta da due anime: una, fatta di fuoriclasse acquistati a peso d'oro (Figo, Roberto Carlos, Zidane appunto, Beckham, Owen e gli altri), e un'altra, rappresentata dai giovani della cantera approdati in prima squadra (come il centrale difensivo Pavòn, ma anche Guti, Helguera e Raùl). Il Madrid di oggi viene celebrato come una squadra ben allenata, con un comandante che ha tutti i suoi uomini al seguito, e un grande campione come Cristiano Ronaldo, in grado di illuminare una serata grigia come era stata - in linea con la camiseta sfoggiata all'Olimpico - quella di ieri sera fino al gol del portoghese.
Ed è forse l'abbraccio collettivo tra Zizou e i suoi giocatori dopo la prima rete del Real a spiegare meglio di molte parole il feeling che si è instaurato tra tecnico e spogliatoio. In una gara difficile come quella contro i giallorossi, i merengues hanno infatti saputo soffrire di fronte alle scorribande dei vari Salah, Perotti ed El Shaarawy, per poi colpire in maniera chirurgica con due assoli di Ronaldo e Jesè (per citare un altro canterano di Valdebebas). Il possesso di palla del Real, concesso dalla Roma e sfoggiato nel primo tempo con percentuali superiori al 65%, non avrà incantato la stampa italiana ma soddisfa invece quella spagnola, sempre attenta a verificare di chi sia il controllo della partita. Toni Kroos viene infatti celebrato come vero e proprio direttore d'orchestra, autore di 102 passaggi (più di uno al minuto), mentre una menzione particolare la merita Sergio Ramos, spesso sottovalutato ma da anni a questa parte vera ancora difensiva del Madrid. Anche perchè il suo compagno di reparto Raphael Varane ha alternato ancora recuperi prodigiosi (come quello su El Shaarawy nel secondo tempo) ad amnesie ricorrenti in questa fase di stagione (brutto il fallo su Perotti che è costato al francese il cartellino giallo). Keylor Navas si è dimostrato reattivo come nei momenti migliori della sua esperienza alla Casa Blanca e il non aver subito gol in trasferta (non capitava da oltre un mese) viene considerato un risultato importante per una compagine che ha ancora bisogno di trovare un equilibrio definitivo.
Il resto delle luci della ribalta sono per Cristiano Ronaldo, impegnato a lungo in un duello con Florenzi (e con il pubblico romanista, che non ha gradito qualche leziosismo del portoghese), decisivo nel sbloccare un match che alla lunga avrebbe potuto riservare delle insidie al Real. CR7 ha sfruttato al meglio un bel tocco di Marcelo per involarsi sulla sinistra e sterzare in velocità per beffare la Roma con un gol che è già da highlights, mentre Benzema è apparso poco a suo agio contro una difesa che solo nel finale ha alzato la sua linea. James è partito male, ma ha finito in crescendo, sostituito poi da Jesè, splendido nell'occasione del gol del raddoppio. Qualche lampo di qualità si è intravisto anche in Mateo Kovacic, subentrato a un Isco sempre più importante nel centrocampo di Zidane (che ricalca in pieno quello di Ancelotti) e ora chiamato a rispondere presente anche nelle prossime gare, perchè il Real è atteso da un tour de force da non sottovalutare. Nel week-end si vola a La Rosaleda di Malaga, su un campo divenuto ostico per tutti, prima del derby di Madrid contro l'Atletico al Santiago Bernabeu. Seguirà poi un turno infrasettimanale di campionato, esattamente una settimana prima del ritorno di questi ottavi di finale di Champions, manifestazione che potrebbe diventare l'obiettivo dichiarato dei blancos soprattutto se il Barcellona (ieri vincitore al Molinòn di Gijòn) dovesse continuare sui ritmi forsennati del 2016.