Il River Plate si aggiudica per 1-0 la prima semifinale del 'Mondiale per club', grazie ad un gol di Alario sugli sviluppi di un calcio di punizione.

Giapponesi che scendono sul rettangolo di gioco con un copertissimo 4-5-1, consci dell'importanza della posta in palio, a cui fa da contraltare il più equilibrato 4-3-1-2, disposizione tattica capace di valorizzare al meglio le peculiarità tecniche sudamericane. Gara che appare bloccata nei primi minuti: l'Hiroshima, infatti, contiene gli avversari grazie al folto centrocampo ma non riesce però a proporre idee valide per offendere con prontezza. Il gioco risulta essere, quindi, sterile e pieno di inutili lanci lunghi. La prima vera occasione della semifinale si registra solo al 26' ed è firmata Minagawa: lancio lungo valutato male da Balanta e giapponese a tu per tu contro il portiere avversario, abilissimo però a chiudere lo specchio della porta. Il quasi gol anima la formazione di Hiroshima, capace di ripartire velocemente  in contropiede e puntuale nel presentarsi davanti la porta protetta da Barovero, bravissimo a sventare un tiro di Chajima al minuto trentatre. Il portiere argentino è il vero uomo in più dei suoi, più volte decisivo con le sue parate. Il River non riesce ad uscire dalla fitta trama giapponese e, al 40', rischia ancora una volta di finire sotto dopo una bellissima conclusione di Minagawa, sventata da un miracolo di Barovero. L'ultima azione del primo tempo capita sui piedi di Sanchez al 43': cross in mezzo di Mercado e tap-in del numero 8 del River, Hayashi è però attento ad impedire un beffardo vantaggio argentino. Prima frazione che si conclude dopo due minuti di recupero. 

Secondo tempo che inizia con un River più propositivo e deciso a chiudere la gara al più presto. Al 48', infatti, Mora non centra lo specchio della porta dopo un assist in mezzo di Mercado. L'Hiroshima si organizza però dopo lo spavento iniziale, tornando ad essere il muro di maglie blu difficile da scardinare. Al 53' ci prova Alario, la cui conclusione è però murata. La compagine argentina non si perde d'animo, riuscendo finalmente a sbloccare la gara, al minusto settantadue, nell'unico modo possibile: calcio di punizione scodellato al centro, errore di uscita di Hayashi e pallone spinto in rete da Alario, nel più facile dei gol di testa. Gol importantissimo per il numero 13, corpo amorfo fino al vantaggio dei suoi. La partita cambia, con i giapponesi obbligati a spingersi in avanti, esponendosi quindi al fuoco nemico. Il River prende coraggio dopo l'1-0 e, minuto dopo minuto, riesce a capovolgere l'inerzia del match, sfiorando anche la rete all'81', dopo una bellissima azione collettiva non conclusa però da Mora. La gara non regala però altre emozioni, concludendosi dopo tre minuti di recupero. 

Una brutta partita, organizata tatticamente dai giapponesi come una 'guerra di trincea', vinta però dalla squadra più forte: il River infatti ha un'altra storia ed un'altra esperienza, non si è mai perso d'animo nonostante i molti tentativi bloccati. Sanfrecce che non poteva fare di più ma che onora comunque la seminfinale. Migliore in campo per i giapponesi, Minagawa. Per il River il portiere Barovero