Sesta ed ultima giornata di Champions League 2015/16: il capolinea della fase a gironi e dell'anno solare delle competizioni europee. Gruppo A, Parco dei Principi coinvolto nella prima partita internazionale dopo gli attentati dello scorso 13 novembre, che hanno colpito anche il quartiere in cui è situato lo stadio: i padroni di casa del Paris Saint-Germain ospitano gli ucraini dello Shakhtar di Donestk. Timone di comando alla squadra arbitrale comandata dal britannico Anthony Taylor.

Francesi oramai sicuri della qualificazione ed allo stesso tempo di non poter conquistare il primo posto del Real Madrid: gli spagnoli sono a 13 punti (+3) ma hanno dalla loro gli scontri diretti (0-0 a Parigi, 1-0 in Spagna), che garantirebbero la vetta anche in caso di clamorosa sconfitta interna contro il Malmö. Dieci punti per i parigini, frutto di tre vittorie, un pareggio ed una sconfitta. Dieci i come i gol fatti a fronte dell'unico subito, proprio contro i Blancos.

Interessi ben diversi invece per lo Shakhtar, che naviga a tre punti assieme al Malmö ma che è davanti agli svedesi in ragione della differenza reti negli scontri diretti (1-0 allo Stadium, 4-0 in Ucraina). La truppa di Lucescu, quindi, ha bisogno di tornare a casa con gli stessi punti degli scandinavi, impegnati a Madrid, per assicurarsi la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Solo una vittoria nelle prime cinque per il Donetsk, che ha raccolto dodici palloni dal fondo della rete, imbucandone a sua volta sette in quella avversaria.

Laurent Blanc deve fare la conta degli assenti alla vigilia: riposo precauzionale per Thiago Silva, fuori Pastore e Marco Verratti per problemi fisici. C'è Marquinhos come centrale accanto a David Luiz, Van Der Wiel prende posto sulla destra, il classe '92 Kurzawa è preferito a Maxwell sulla fascia mancina. Addirittura nato nel 1995 è Adrien Rabiot, vero pilastro del centrocampo dei capitolini. Accanto a lui Matuidi e Benjamin Stambouli sono le mezzali. Tridente come al solito strabordante di qualità: accanto all'irrinunciabile Ibrahimovic prendono posto El Pocho Lavezzi e Lucas Moura. Trapp confermatissimo come estremo difensore.

Se la passa meglio Mircea Lucescu, che può disporre di tutti i suoi effettivi per provare ad espugnare il Parco dei Principi per non dover fare calcoli guardando a Madrid. Kanibolotsky e non Pyatov tra i pali, con la linea a quattro formata da capitan Srna, Kucher, Rakitsky e dos Santos Goncalves. Mediana solida con Fred e Taras Stepanenko, a supporto della qualità e della rapidità di Marlos, Alex Teixeira e Taison. Punta di diamante Eduardo da Silva.

PSG (4-3-3): Trapp; Van Der Wiel, David Luiz, Marquinhos, Kurzawa; Stambouli, Rabiot, Matuidi; Lucas, Ibrahimovic, Lavezzi. All. Blanc.

Shakhtar (4-2-3-1): Kanibolotsky; Srna, Kucher, Rakitsky, Goncalves; Fred, Stepanenko; Marlos, Texeira, Taison; Eduardo. All. Lucescu

Prima mezz'ora drammaticamente noiosa: unica vera emozione dopo dieci minuti, quando Taison imbuca con un cross teso Eduardo che ci arriva in scivolata in area piccola ma non riesce a deviarla quanto basta per segnare il gol del vantaggio. Per il resto il PSG tiene il possesso, lo Shakhtar si chiude per cercare di colpire in contropiede. Kanibolotsky regala un passaggio corto direttamente ad Ibrahimovic, che prova a punirlo con il lob ma non trova lo specchio della porta. Protagonista anche Trapp ma in positivo: il portiere tedesco è attentissimo ad uscire anticipando con i piedi un Alex Teixeira lanciato in campo aperto. A dieci dal termine stranamente sono i francesi a stendersi in contropiede: Ibra porta avanti centralmente nello spazio ed imbuca per Lucas, che prova a restituire il favore in area ma sbaglia totalmente il passaggio a rimorchio. Brivido per i padroni di casa ad un minuto dal termine: corner tesissimo in area di Srna, sul primo palo c'è Zlatan Ibrahimovic che allarga vistosamente il braccio sinistro deviando la palla verso la sua porta. Non c'è il rigore, e Trapp è bravissimo a salvare bloccando sulla linea, anticipando il tap-in di Teixeira.

Secondo tempo che sembra subito ingranare diversamente: azione verticale di rapidità pura da Lucas a Ibrahimovic che di prima allarga per Van Der Wiel. L'olandese prova il destro basso incrociato ma per questione di centimetri non trova la rete. Due minuti ed è il solito Alex Teixeira a rispondere: cavalcata sulla sinistra di Goncalves che arriva sul fondo e mette dentro in extremis, il brasiliano si stacca benissimo ma colpisce male col mancino; palla alta sopra la trasversale. Al minuto cinquantatré è provaci ancora Kanibolotsky: retropassaggio controllato con troppa calma dal portiere ospite e per poco non è Stambouli a trovare il jolly.
Ma il gol è nell'aria e tant'è: dopo tre minuti il PSG riesce ancora a sorprendere il Donetsk con una transizione veloce. Matuidi esce palla al piede dalla difesa reggendo due attacchi in pressing, da lì parte un'azione di contropiede corale che coinvolge prima Lavezzi, poi Ibra ed infine Lucas, che dal limite controlla, prende la mira ed infila il rasoterra chirurgico all'angolino alla destra di Kanibolotsky. Gli uomini di Blanc prendono fiducia e assediano gli ospiti: prima Matuidi impegna il portiere ucraino dalla distanza col mancino potente; sul corner successivo è David Luiz a sfiorare il raddoppio di testa; due minuti e ci prova anche Lavezzi, liberato in area dalla splendida sponda di petto di Zlatan Ibrahimovic. Reazione dello Shakhtar poco dopo l'ora di gioco: Srna raccoglie in area un cross di Taison e prova il mancino incrociato che sibila a lato del palo.
A poco più di venti al termine inizia la girandola dei cambi: Bernard dentro per Taison, Cavani e Angel Di Maria rilevano Matuidi ed Ezequiel Lavezzi.
Altro grande contributo di Trapp al minuto settantadue: è Eduardo a provare la botta mancina sugli sviluppi di un corner, ma l'ex Eintracht Francoforte ci mette i pugni e poi risolve la mischia bloccando il campanile. Gli uomini di Lucescu ci credono ma si scoprono al contropiede: è Cavani a portare avanti il pallone per trenta metri salvo poi servire Ibra. Lo svedese controlla e prova ad ingannare Kaniblotsky in uscita con la punta: palla larga, sul fondo. L'ex-Inter e Milan si fa però perdonare dopo tre minuti: sugli sviluppi di un calcio d'angolo è addirittura Rakitsky a trovarsi la palla sul sinistro con spazio per calciare. Controllo e perfetta palla a giro che si insaccherebbe sul secondo palo se non fosse per la fronte di Zlatan che, appostato sulla linea, salva il vantaggio dei suoi. Ed è proprio il gigante di Malmӧ a trovare finalmente la via della rete a cinque dal novantesimo: difesa ancora scoperta sul rinvio lungo di Trapp, sponda aerea di Lucas e progressione micidiale di Ibra che fa secco Rakitsky. A quel punto, il destro da distanza ravvicinata è una passeggiata per uno come lui: 2-0 Paris Saint-Germain.
La partita ha ben poco da aggiungere, e dopo tre minuti di recupero arriva il triplice fischio di Anthony Taylor.

Ottima vittoria del PSG, che dopo un primo tempo soporifero ingrana le marce e trionfa nella seconda frazione. Esce comunque a testa alta lo Shakhtar, che ha retto per un tempo e non ha mancato di farsi vivo dalle parti di Trapp nemmeno nel secondo: troppe però le disattenzioni della retroguardia di Lucescu. Francesi secondi nel girone a 13 punti, ucraini ai sedicesimi di Europa League visto l'otto a zero - otto! - casalingo del Real Madrid contro il Malmö.