Quando vinci così, umiliando i tuoi rivali, quando vinci così, dando l’impressione di poter far tutto, il rischio è di volare troppo in alto, di cavalcare l’entusiasmo fino a trasformare la giusta fiducia in superbia. Luis Enrique conosce le leggi del calcio, quanto la forza del suo gruppo. Guida la Liga - l’Atletico, a distanza, precede il Real nella rincorsa targata Madrid - e ha in mano la qualificazione agli ottavi di Coppa, ma non intende sottovalutare l’impegno interno con la Roma. Al momento, l’unico passo falso europeo è a firma giallorossa - 1-1 all’Olimpico - altri tempi, altro Barca.
Questo diverte, segna e piace, senza Messi. Già Messi. Pronto l’argentino, atteso. Un assaggio nel Clasico, un primo confronto con il campo. Senza Leo, l’ascesa al cielo dei fenomeni di Neymar, campione libero, investito del ruolo di attore principe. Neymar e Suarez, al momento il meglio del panorama continentale. Ecco perché la presenza di Messi, il 10, non è così impellente. Il ginocchio sinistro è ok, ma Luis Enrique non vuol correre rischi e non sente la necessità di alterare un equilibrio raggiunto.
Favorito, quindi, Sergi Roberto, alla destra del Pistolero, con il brasiliano sul lato opposto. Conferma dell’ordine stabilito anche in mediana. Busquets è il metronomo blaugrana, l’intenditore sapiente che consente l’ammasso di talento dalla trequarti in avanti. Il genio di Iniesta a illuminare il cielo di Spagna, Rakitic a completare il pacchetto con corsa e qualità.
Un dubbio soltanto nel settore di difesa. Mascherano - out poco prima della mezzora nella corrida del Bernabeu per un problema alla coscia destra - rischia ed è lecito attendersi uno tra Vermaelen e Mathieu - favorito - al fianco di Piqué. A destra, spazio per le scorribande di Dani Alves, con Jordi Alba a sinistra.
Tra i pali il portiere di Coppa, Tre Stegen. Bravo, dopo il secco “no” alle offensive Real, siede in panchina in attesa del successivo turno di Liga.