Italia a due facce quella che cade 3-1 contro il Belgio allo stadio Re Baldovino di Bruxelles: ottimo primo tempo per ritmo, personalità e pericolosità. In calo la seconda frazione. Sugli scudi Candreva, Florenzi ed Eder. Male la difesa. Grande prova di forza del Belgio: menzione d’onore per Mignolet, Vertonghen e De Bruyne.

A Bruxelles va in scena un’amichevole di lusso: il Belgio fresco di primo posto nell’incomprensibile (permettetemi la definizione) ranking FIFA ospita l’Italia. Al di là delle classifiche, gli uomini di Wilmots sono giovani ma già tutti con grande esperienza internazionale, impegnati nei top club dei principali campionati europei. Una vera e propria generazione di fenomeni, di cui Hazard e De Bruyne sono solo la punta dell’iceberg, che rappresentano un test vero e duro per gli azzurri in vista di Euro 2016.

Menzione di rilievo (purtroppo negativo) merita il teatro della sfida: lo Stadio Re Baldovino, una volta celebre col nome di Heysel, nonché teatro di una delle tragedie sportive più tremende di sempre. 39 tifosi persero qui la vita poco prima dell’inizio della finale di Champions League 1984/85, tra Juventus e Liverpool, a causa delle cariche degli hooligans inglesi che provocarono il crollo di un muro divisorio degli spalti, oltre allo schiacciamento della folla di tifosi che provocò la morte di molti di essi per asfissia. Gli stessi azzurri ieri si sono recati a rendere omaggio al monumento che ricorda quella triste serata.

Ma quest’amichevole ha lo scopo anche di rendere omaggio a quelle vittime innocenti tramite una bella notte di sport, di grande calcio. Quindi torniamo sul campo.

Conte si affida ai suoi migliori scegliendo il 4-4-2. Saldissimo Gigi Buffon tra i pali. Linea di difesa con Darmian, Bonucci, Chiellini e Mattia De Sciglio. In mezzo assenti Verratti, Bertolacci e De Rossi per infortunio, spazio a Marchisio e Parolo. Fascia sinistra affidata ad Antonio Candreva, opposto a lui Alessandro Florenzi, riportato sulla trequarti dopo le esperienze da terzino. Coppia gol abituale per gli azzurri: Eder a sostegno di Graziano Pellè.

Italia (4-4-2): Buffon; Darmian, Bonucci, Chiellini, De Sciglio; Florenzi, Parolo, Marchisio, Candreva; Eder, Pellè. All. Conte

Pesanti assenze anche Marc Wilmots: k.o. Kompany, Fellaini, Dembelè e Mertens. Spazio per sperimentare quindi per il C.T. belga, che sceglie Cavanda, Alderweireld, Lombaerts e Vertonghen per proteggere Mignolet. Filtro a metà campo formato da Witsel e Radja Naingollan. Folta trequarti ricca di qualità per i padroni di casa: De Bruyne si schiera tra Eden Hazard e Ferreira Carrasco. Terminale offensivo Romelu Lukaku, solo panchina per Benteke e Mirallas.

Belgio (4-2-3-1): Mignolet; Cavanda, Alderweireld, Lombaerts, Vertonghen; Witsel, Naingollan; Carrasco, De Bruyne, Hazard; Lukaku. All. Wilmots

Alle 20.45 puntuali arriva il fischio del polacco Szymon Marciniak, dopo una toccante foto di rito dei giocatori davanti al cartellone “we will never forget 29-5-1985”.

Pronti, via e gli azzurri sono in vantaggio. Candreva mette un cross lungo dalla sinistra che termina tra i piedi di Florenzi. L’esterno romanista attacca la fascia e rimette dentro una bordata rasoterra: Eder sfiora, Pellè la arpiona bene ma trova la risposta d’istinto di Mignolet. L’estremo difensore del Liverpool non riesce però a respingere lontano, e il pallone muore a pochi passi dalla linea. Lestissimo è proprio Antonio Candreva che anticipa tutti e non può sbagliare: è 0-1!

Al decimo è ancora Candreva a creare pericolo. Lancio lungo di, ottimo aggancio del Laziale che entra in area dal fondo, rientra sul destro e lascia partire un tiro a giro che impatta solo sulla gran parata di Mignolet. Ribaltamento di fronte e Mertens prova la sponda: Chiellini sbaglia il retropassaggio di testa e regala corner. L’errore è sanguinosissimo: palla morbida in area dal piede di Kevin De Bruyne, gioco di blocchi e Vertonghen è libero di colpire in tuffo: incornata perfetta, Buffon immobile e pareggio. 

Italia che tiene bene il campo e si spinge spesso sulla trequarti: scatenati Florenzi e Parolo in mezzo. Tuttavia buona difesa dei belgi, che chiudono bene le linee di passaggio negli ultimi venti metri. Proprio il romanista è protagonista di una bella sgroppata in contropiede alle porte della mezz’ora di gioco: arrivato al limite manca però di lucidità, il tiro è larghissimo a lato. Bella anche l’atmosfera allo stadio con ole continue sugli spalti tra tifosi italiani e supporters dei padroni di casa. Al 33’ ammoniti nello spazio di un minuto Witsel (autore di un brutto intervento a gamba tesa sul petto di Pellè) e Giorgio Chiellini (fallo in ritardo su De Bruyne lanciato in area).

Splendido momento di raccoglimento al trentanovesimo minuto: Vertonghen in possesso di palla si ferma in difesa e inizia ad applaudire, come stanno già facendo gli spettatori, tutti in piedi. Trentanove sono le vittime della (purtroppo) celeberrima tragedia dell’Heysel, vecchio nome proprio dello stadio Re Baldovino: in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Liverpool, infatti, persero la vita proprio trentanove tifosi bianconeri, schiacciati dalle cariche degli hooligans e dal crollo della struttura delle curve. Dopo questa bellissima e toccante parentesi il gioco riprende ed è Ferreira Carrasco a trovare la rete, sfruttando ancora un erroraccio di Chiellini: per fortuna del difensore bianconero il gioco era già fermo per fuorigioco. Proprio Il numero tre si fa perdonare largamente appena due minuti dopo. De Sciglio con una follia da rimessa laterale regala a De Bruyne che lancia in porta Lukaku: tempestivo Chiellini ad evitare l’uno contro uno al limite con una grande scivolata. Finisce qui un primo tempo molto divertente, a ritmi sostenuti nonostante lo spirito amichevole.

La ripresa sente il primo squillo dopo cinque minuti: Vertonghen sfiora la doppietta con un sinistro defilato dopo essere entrato in area dalla sinistra, ma colpisce solo l’esterno della rete accanto al primo palo. Primi dieci minuti a totale appannaggio dei padroni di casa: la grande qualità dei passaggi belgi ingabbia gli azzurri nella loro area di rigore, mantenendo sempre alta la pressione. Al 55’ Naingollan sciabola in mezzo per il gran movimento di Lukaku che impatta di testa sul secondo palo: Buffon chiude bene con l’aiuto del legno.

All’ora di gioco si illumina la prima lavagnetta dei cambi: Roberto Soriano rileva Parolo. Ed è proprio il centrocampista blucerchiato a propiziare la reazione azzurra. Accelerazione sulla trequarti e filtrante dentro per Eder, che impatta benissimo di piatto la palla bassa. Il tiro si stampa sulla traversa, rimbalza in campo e lo stesso Eder non riesce a correggerlo in porta, colpendo alto di testa a porta vuota un pallone per la verità non facile.

Doppio cambio nel Belgio: Denayer per Cavanda, Batshuayi per Lukaku. Dieci minuti dopo torna in avanti il Belgio con Witsel che per pochi centimetri non mette in porta da pochi passi il traversone di De Bruyne. Ma sono solo le prove generali:  a 15 dal termine Bonucci butta via un pallone clamoroso regalando il disimpegno agli avversari.  Witsel fa partire un buon tiro dalla distanza, Buffon respinge come può ma il pallone termina dalle parti di De Bruyne che è appostato in area: il sinistro in mezza girata è schiacciato ma efficace, e batte Buffon. La risposta immediata è di Pellè che inzucca da corner ma trova ancora una super parata di Mignolet che salva sulla linea di porta. A dieci dal termine triplo cambio azzurro: El Shaarawy, Okaka e Zaza per Florenzi, Pellè ed Eder.

Ma i cambi servono a poco: Ferreira Carrasco al limite dell’area porta a spasso tutta la difesa azzurra ridicolizzando letteralmente i suoi marcatori con una gran finta di corpo. Il filtrante preciso serve proprio Michy Batshuayi che col sinistro fulmina Buffon sul primo palo. Doppio vantaggio Belgio, è 3-1! Il resto della partita è accademia del Belgio sugli olè del pubblico. Esce Carrasco tra gli applausi per Mirallas; De Sciglio lascia spazio ad Antonelli. Nel primo dei tre di recupero El Shaarawy imbeccato da Okaka si stampa contro l’uscita di pugni di Mignolet. Questa l’ultima emozione: sotto la “sciarpata” dei tifosi di casa arriva il triplice fischio di Marciniak.

Una buona Italia nel primo tempo, che tiene il campo e riesce ad arginare bene le offensive avversari. Male nel secondo, con il Belgio quasi sempre in pressione offensiva e gli azzurri molto schiacciati che cercano il contropiede. Tre gol subiti frutto di tre disattenzioni: la prima di Chiellini che sbaglia il retropassaggio regalando il corner, la seconda (grave) di Bonucci in impostazione, la terza collettiva del reparto difensivo, troppo fragile nell’abboccare alle finte di Ferreira Carrasco.

Spunti positivi e negativi su cui può lavorare Antonio Conte già a partire da domani. Ottima prestazione per il Belgio, che conferma (se ce ne fosse stato bisogno) il motivo del primato nel ranking mondiale e fa sempre più paura in vista degli Europei di Francia.