Argentina - Brasile, al Monumental. Il calcio sudamericano indossa l'abito di gala e contrappone le maggiori potenze, in una sfida destinata a prolungarsi in eterno. La "fame" dell'Albiceleste si oppone al calcio educato della Selecao. Questo, da sempre, il dogma che contraddistingue il duello. Negli anni, una sorta di "contaminazione", l'Argentina accoglie una serie di giocolieri, senza perdere la sua inclinazione naturale alla lotta, mentre il Brasile si tempra nelle sconfitte e risorge più forte, concreto, cinico. Carlos Dunga è il sergente di ferro chiamato a cancellare la delusione iridata, mentre sulla sponda opposta si chiede al Tata Martino di portare a compimento una generazione di fenomeni incapace di cogliere i frutti del talento lontano dai club d'appartenza.
L'orizzonte assume tinte mondiali. Si gioca per qualificarsi alla rassegna in programma in Russia nel 2018 e sul piatto, questa notte, c'è una fetta importante di passaggio del turno, perché l'inizio, al momento, non soddisfa i biancoazzurri - fermi a un punto, frutto del pari ad Asuncion con il Paraguay - e i verdeoro - battuti sonoramente dal Cile e poi vincenti, a Fortaleza, con il Venezuela.
Un assente illustre, Leo Messi (out anche Aguero tra i padroni di casa). La Pulce insegue il rientro dopo la sosta, alle porte il clasico con il Real, appuntamento con la Liga e con Ronaldo, in palio la vetta. Martino si affida comunque a un attacco a tre punte. Higuain, signore di A, è il fulcro centrale, ai suoi lati Di Maria e Lavezzi. L'Argentina gioca sulla rapidità dei due per infilare la retroguardia del Brasile. Strappi e ripartenze. In mediana, il magistero di Biglia e Banega, con il centrocampista del Siviglia pronto anche a fare un passo avanti, e la garra di Mascherano. El Jefecito, in Nazionale, indossa panni da interditore. Tra i pali Romero, in difesa, al centro Otamendi e Funes Mori, sulle corsie Roncaglia e Rojo. Non mancano le alternative, specie sulla trequarti: in panchina, Pastore, Lamela, Dybala, Gaitan e Correa.
Dunga conferma i suoi fedelissimi. Davanti a Jefferson - in assenza di Thiago Silva - coppia di mezzo composta da Miranda e David Luiz, Dani Alves sul settore di destra, a sinistra Filipe Luis, preferito a Danilo. Nel 4-2-3-1 verdeoro, mediana composta da Elias - giocatore in forza al Corinthians, dopo l'esperienza allo Sporting - e Luiz Gustavo, attualmente al Wolfsburg, in Germania. Solo panchina per Fernandinho, autore, al City, di un'ottima stagione. Tre tenori sulla trequarti: Willian, Oscar e Douglas Costa. Luci su Neymar, perno centrale dell'undici di Dunga. O'Ney vive un momento di assoluta estasi calcistica, l'assenza di Messi, al Barca, giova al gioiello brasiliano, ora libero di occupare la scena.
Fischio d'inizio all'una di questa notte, dirige il sig.Arias.
Questo il programma della giornata:
Bolivia - Venezuela
Ecuador - Uruguay
Cile - Colombia
Argentina - Brasile
Perù - Paraguay
La classifica dopo 2 giornate:
Uruguay, Ecuador, Cile 6
Paraguay 4
Brasile, Colombia 3
Argentina 1
Perù, Bolivia, Venezuela 0