Testa, cuore, grinta. E anche quel pizzico di fortuna che serve sempre nel calcio. L'antidoto al Bayern Monaco esiste, e il chimico Wenger ha saputo crearlo alla perfezione: serviva solo una vittoria all'Arsenal per rilanciarsi in Champions League, e vittoria è stata. Contro l'avversario più difficile, contro il più forte d'Europa probabilmente ad oggi: dopo una serie di 12 vittorie consecutive, l'armata di Pep Guardiola ha dovuto arrendersi, non senza demeriti, di fronte a una squadra che si è mostrata capace di soffrire, prendendosi pochi rischi ma tenendo altissimo il livello di attenzione difensiva, e riuscendo a sbloccarla con l'episodio che non ci si aspettava, una papera di quel Manuel Neuer vicinissimo al pallone d'oro non più di un anno fa.

Una serata che non comincia sotto i migliori auspici, visto che Bellerin (preferito ancora a Debuchy sulla destra) dopo pochissimi secondi deve rendersi protagonista di un salvataggio provvidenziale su Lewandowski, unica punta in un Bayern sbilanciato in avanti, con Alaba ancora centrale e Muller largo a destra, posizione che lo estranea totalmente dalla partita, assente ingiustificato così come Vidal. Il Bayern imposta con Xabi Alonso e Thiago Alcantara, ma rischia da subito in contropiede: Neuer deve immediatemente metter la manona su un diagonale di Ozil.

Anche il suo dirimpettaio Petr Cech, finalmente titolare anche in Champions dopo l'infortunio di Ospina, ha il suo bel da farsi per tenere in piedi i suoi, chiamato varie volte in causa specialmente da Douglas Costa, indemoniato sulla fascia sinistra, ma anche su una botta di Vidal.

Eccesso di sicurezza offensiva però per il Bayern, come spesso capita: il possesso palla non permette di creare nitide occasioni, anche perchè Mertesacker e Koscielny giocano una partita che rasenta la perfezione, concedendo il meno possibile. E quando non ci arrivano loro c'è Cech. Ma il vero miracolo del primo tempo, e non solo del primo tempo, è una parata pazzesca di Neuer su un colpo di testa di Walcott a botta sicura in mezzo all'area: in allungo, a mano aperta, ai ai limiti dell'impossibile. Svariati brividi comunque per il portiere del Bayern, che poco prima aveva visto terminare alto un missile di Sanchez da dentro l'area.

La squadra di Guardiola riesce comunque a mantenere di fisso la gestione della gara rimanendo stabilmente nella metà campo avversaria e pressando, mettendo difficoltà ai portatori di palla e costringendoli quasi a perder palla, come succede nel finale di primo tempo a Sanchez: Douglas Costa ne approfitta e calcia, ma Cech gli dice di no e manda tutti negli spogliatoi sullo 0-0.

Al rientro in campo ancora meglio il Bayern (botta di Costa che sfiora l'incrocio e altro miracolo di Cech su Lewandowski), ci si mette anche la sfortuna per i Gunners, che perdono Ramsey. Dopo l'ora di gioco il Bayern rallenta incredibilmente, attacca ma non sfonda, mentre Wenger manda in campo Giroud al posto di un positivo Walcott, spesso pericoloso in contropiede. Pericoloso è anche Lewandowski al 75', quando prima manda a vuoto Koscielny con una finta, ma poi il francese recupera in qualche modo e stringe l'angolo di tiro dell'attaccante, anche se poi Cech ci mette del suo. Viceversa succede dal'altra parte due minuti dopo: Cazorla batte una punizione dalla trequarti in area, Neuer esce clamorosamente a vuoto e Giroud in caduta, sbilanciato in area, arriva sulla palla e in qualche modo riesce a deviarla in modo decisivo.

Il Bayern si butta tutto in avanti provando a sfondare il muro, ma dietro la sofferenza aumenta, visto che i Gunners volano in contropiede e sprecano anche qualcosa. Al terzo minuto di recupero però Lewandowski si libera nuovamente al tiro, e nuovamente Koscielny lo chiude al momento esatto, impedendogli di tirare lavorando benissimo di corpo. E ancora un minuto dopo, il timbro: Bellerin, autore di una partita strepitosa, anticipa a centrocampo Douglas Costa e si invola verso la porta, resistendo anche di fisico ad Alaba, la palla arriva in area dove Mesut Ozil, splendido direttore d'orchestra della serata insieme a Cazorla, appoggia il 2-0.

Tripudio all'Emirates, l'abbraccio collettivo della squadra a Ozil rappresenta perfettamente la prestazione dei Gunners della serata di Coppa. E ora si riaprono anche spiragli per la qualificazione, anche se la strada è ancora lunga. Probabilmente si deciderà tutto al Pireo all'ultima giornata, salvo cataclismi. Ma intanto è gioia Arsenal: il Bayern è matato. E Wenger gongola.