Azerbaigian e Norvegia, il futuro azzurro in 180 minuti. Una trasferta lontana, ricca di insidie, prima della chiusura nella città eterna. Tre punti separano la nostra Nazionale dalla rassegna continentale, un successo divide Conte dal volo in terra di Francia.
Il Ct lavora assiduamente per modellare l'Italia migliore, ben conscio delle difficoltà che può riservare la gara sul campo dell'Azerbaigian, bravo ad imbrigliare, ad esempio, l'undici croato. Conte gioca a due tavoli: 4-3-3 o 4-4-2, una squadra camaleontica in grado di supportare moduli diversi e interpreti con caratteristiche differenti.
Domenico Berardi lascia la Nazionale, persiste un dolore muscolare non rilevato dagli esami di rito. Rientro al Sassuolo e approccio con la maglia azzurra rinviato. In bilico, Davide Santon, affaticamento muscolare, Antonelli si aggrega ai compagni.
Pochi i dubbi in vista della trasferta del week-end. Buffon difende i pali, il blocco bianconero dirige la difesa. Al centro Bonucci - Chiellini, con Barzagli a disposizione. Nelle recenti uscite, alla corte di Allegri, un Barzagli versione esterno di fascia, con risultati soddisfacenti. Difficile che Conte riproponga il centrale in quel ruolo. Spazio a destra a De Sciglio - non nel miglior momento - a sinistra a Darmian.
In mezzo, assente De Rossi per squalifica, la premiata ditta Pirlo - Verratti, con Florenzi a garantire equilibrio, alzando l'asticella dell'interdizione. In caso di passaggio a quattro a centrocampo, Parolo pronto a rilevare uno dei due palleggiatori, con Candreva e El Shaarawy sulle corsie.
Il tuttofare della Lazio è un pupillo di Conte. Esterno in un 4-4-2, esterno nel 4-3-3. Nel comparto offensivo, Candreva si accasa a destra, al fianco di Pellè, con sul fronte opposto uno tra Eder - favorito in caso di attacco a due punte - o Insigne.