"Valuterò nei prossimi giorni. So cosa pensano di me la Federazione e Conte. C'è sempre da fare meglio e io sono il primo responsabile. Nel calcio contano i risultati, ma sono consapevole del grande cammino compiuto dai ragazzi per arrivare fin qui". 

Il "saluto" del Ct al termine dei 90 minuti contro l'Inghilterra ha il sapore dell'addio, in terra ceca si consuma l'ultima battaglia del Di Biagio allenatore. Il fallimento europeo porta in dote la chiusura del rapporto con la Nazionale, a meno di ripensamenti improvvisi. Di Biagio non è l'unico responsabile della debacle azzurra, ma di certo ha sulla coscienza alcune scelte discutibili. L'avventura azzurra si interrompe al termine di una prestazione convincente contro i maestri inglesi, un 3-1 che accresce il rammarico per la mancata qualificazione alla semifinale e di conseguenza alla prossima olimpiade. 

Difficile ipotizzare una guerra selvaggia tra Portogallo e Svezia, con l'Italia, a Olomouc, in pieno controllo dell'undici di Southgate. Pochi minuti di stampo lusitano, poi una sfida di fioretto e palleggio, senza offendere e rischiare. Pari e patta, tutti avanti. Il classico biscotto, che non deve creare, però, scandali e polemiche, perché rischiare quando un punto porta a lidi dorati?. L'Italia deve, semmai, rimpiangere lo sciagurato esordio con la Svezia, quella rimonta subita grida vendetta, per modi e tempi. Dall'ingenuità del pari, al rosso di Sturaro, fino al penalty del K.O, una descensio in cui entra in gioco anche Di Biagio. 

L'Under che funziona vede in prima fila Romagnoli, Cataldi, Benassi, gente apparsa solo nel secondo impegno, di fronte al Portogallo. La qualità non può essere sacrificata in nome della continuità, Di Biagio ha scelto di giocarsi tutto con i suoi fedelissimi, salvo poi fare un passo indietro al cospetto della realtà. In Nazionale, soprattutto a un Europeo - corsa a tappe di breve durata - devono necessariamente giocare i migliori. Con il Portogallo si è vista un'Under coi fiocchi, spuntata sì, ma viva, con l'Inghilterra un'altra scossa, emotiva e di carattere. Purtroppo, a conti (e giochi) fatti.