La prima sconfitta di Antonio Conte porta in dote un fastidioso contrattempo verso il Mondiale in programma in Russia nel 2018. Sconfitta di misura a Ginevra, decide Eder, al primo gol con la maglia del Portogallo.
L'undici di Conte è in parte sperimentale, come si confà ad un'amichevole. De Sciglio dal primo minuto per l'infortunato De Silvestri, Ranocchia per Astori, Soriano e Bertolacci ai lati di Pirlo, Immobile punta centrale. Esperimenti mirati, con una duplice veste. Conte vuole sondare possibili alternative, in ottica futura, concedendo riposo a giocatori stremati dalla stagione e colpiti da acciacchi vari.
I maggiori problemi alla luce della serata svizzera riguardano il reparto arretrato. L'Italia, priva di Barzagli e Chiellini, concede qualcosa in termini di attenzione. Le migliori occasioni portoghesi, nei primi 45 minuti, nascono da un retropassaggio pericoloso di Bonucci - Ranocchia decisivo sulla linea - e da un disimpegno errato di Ranocchia, con conclusione di Moutinho neutralizzata da Sirigu.
Il gol, che segue di poco il palo di Bonucci e il tap-in deviato di Darmian, è il frutto di un'altra concessione azzurra. Palla persa sulla trequarti, sgroppata di Eliseu, esterno delizioso di Quaresma, tocco sottoporta di Eder. Conte, nervoso già negli spogliatoi, si volta furioso verso la panchina. Il Ct non accetta la sconfitta, non tollera limiti caratteriali.
Il buono si vede più avanti, tra centrocampo e zona esterna. Pirlo, a tratti, è nel vivo della manovra, specie in avvio, e l'Italia ne trae beneficio. Il regista si abbassa tra i centrali e imposta, Soriano e Bertolacci garantiscono un pressing continuo che va ad inibire la manovra portoghese. L'Italia recupera palla e aggredisce con la rapidità di Candreva e El Shaarawy. Quest'ultimo prova il destro a giro, Bertolacci la botta di sinistro.
Manca un terminale vero, Immobile si muove molto e lotta, ma non ha, oggi, il giusto senso del gol. L'annoso problema del centravanti si ripropone, ma la nuova Italia ha un futuro. La difesa a 4 offre più sicurezza, i due esterni in fase di contenimento scalano in mediana, pronti ad affondare in contropiede.
Il cantiere azzurro è in continua evoluzione, a Ginevra, l'Italia si ferma, piegata forse dalle fatiche di Spalato, ma in ottica Europeo non mancano i motivi per sorridere.